Balzati alla ribalta nel 2017 con l’EP “Everything Is True”, ELOQ, UNKWON e DJ E.D.D.E.H, in arte AV AV AV, dalla Danimarca alla conquista dell’Europa, portano finalmente una ventata di rinnovo nell’attuale panorama elettronico spesso parco di vere novità. Produttori e DJ di Copenhagen con una forte impronta visuale e un live materico ed efficace, arrivano in poco tempo a firmare per la major Warner/Parlophone con cui a breve pubblicheranno anche il nuovo album. La recentissima serie “Fundamental Physics” nel frattempo mitiga l’approccio più modulato con la solida quattro quarti che muove le piste e regala emozioni anche ai clubber e ai DJ più esigenti.
ELOQ, UNKWON, DJ E.D.D.E.H ci raccontate la storia di AV AV AV? Come vi siete conosciuti e come vi ha spinto a far nascere il progetto?
In realtà ci conoscevamo già da anni provenendo tutti dalla scena di Copenhagen, suonando back-to-back e cose simili, poi quattro anni fa Martin (DJ E.D.D.E.H) ci ha invitato (UNKWON e ELOQ) in un cottage in campagna per passare qualche giorno insieme. Non avevamo in mente di formare un gruppo, è semplicemente capitato, abbiamo portato i nostri portatili, buttato giù qualche idea mentre ci rilassavamo e ci siamo accorti che in qualche modo avevano un suono che era la somma di tutti noi piuttosto che quello di ognuno preso singolarmente. Il pezzo “All Good” è nato durante questo primo viaggio insieme.
Sulla vostra pagina c’è una descrizione minimale che dice: “Tre produttori di Copenhagen che si incontrano per produrre album, dentro casette vicino all’acqua in giro per la Scandinavia”. Quanta influenza ha avuto la vostra terra e in special modo Copenhagen sulla vostra musica?
E’ una frase che continua ad essere molto vera, ci piace molto allontanarci dalla città e dalla vita di tutti i giorni perché troviamo moltissima ispirazione nella natura. C’è anche da dire che quando te ne vai, il tuo cuore rallenta e entri in uno stato d’animo che alimenta la tua creatività in maniera totalmente diversa da quando sei in studio dalle nove di mattina alle cinque di pomeriggio. Ovviamente Copenhagen ha avuto un’influenza enorme su di noi, ma ogni volta che ce ne allontaniamo cerchiamo modi per spingere il suono sempre in nuove direzioni.
Avete un legame fortissimo tra musica e immagini, come nel vostro sito web, con videclips e registrazioni live di altissima qualità. E’ una vostra precisa esigenza artistica? I video/visuals nascono dopo che avete prodotto un disco oppure li pensate insieme come progetto specifico?
La parte visuale è sempre stata molto importante per noi e, fin dall’inizio, abbiamo cercato di avere una presenza molto rilevante. Martin (DJ E.D.D.E.H) è anche regista, Andres (UNKWON) ha un passato come graphic designer e siamo tutti appassionati. Il video live è capitato per un colpo di fortuna grazie ai contatti di Martin nel cinema. Abbiamo avuto l’occasione di avere registrazioni molto belle dei nostri show; sono davvero molto emozionanti anche per noi, quando le riguardiamo e ci rendiamo conto della qualità, ci fa venire voglia di spingerci oltre e di farne ancora di più.
AV AV AV è balzato sulle scene all’improvviso e dopo un EP autoprodotto è finito a Warner/Parlophone, un sogno per ogni artista in giro per il mondo, quali sono stati I passi che vi hanno permesso questo salto?
E’ successo tutto in maniera molto naturale, dopo aver pubblicato il primo EP abbiamo suonato in tanti show in Danimarca e in Europa. Stavamo cercando di fare il salto e quando Warner/Parlophone ci ha contattato abbiamo condiviso i nostri progetti e deciso che era la strata giusta da seguire.
L’ultimo EP “Everything Is True” uscito per Parlophone ha avuto un grandissimo riscontro in giro per il mondo, come ha cambiato la vostra vita in senso artistico? Ha cambiato anche il modo in cui fate musica?
Se ha cambiato qualcosa direi ci ha fatto sentire più sicuri del fatto che stiamo facendo la cosa giusta. Una delle cose più difficili del fare musica è fidarsi del proprio istinto e mantenere una posizione ben chiara quando si tratta del tuo suono Ognuno ha un’idea su quello che fai, ma nessuno a parte te sa quale sia la tua visione artistica e le ragione delle tue scelte. Per questo, credo ci abbia portato ancora di più a credere e a fare le cose a modo nostro.
Suonate live usando solo hardware e ognuno di voi ha un ruolo specifico, ci racconti un po’ più in dettaglio il vostro setup e come siete organizzati?
Sostanzialmente quello che volevamo fare era provare a creare un setup senza computer, dove potevamo avere la possibilità di trasformare e plasmare suoni a nostro piacimento. Il tutto inizia da Anders, ha una drum machine DSI Tempest che controlla il master tempo e aggiunge layer percussivi, una Elektron Octatrack con i synth e le bassline basici, più riverberi e delay. August (ELOQ) ha una Octatrack che fa le batterie, una Roland SPD-SX per suonarci sopra in tempo reale e una Yamaha Reface CS per synth aggiuntivi. Martin fa tutte le parti vocali usando due Roland SP-404, due Kaoss Pad e un Vermona Action Filter per modificare i suoni. Il tutto è sincronizzato via midi ma chissà, cambia e si evolve costantemente, tra tre mesi potrebbe essere completamente diverso.
Il vostro nuovo EP “Fundamental Physics” è rivolto al lato più emozionale della musica da club, dove il focus è sulla cassa piuttosto che sulle linee melodiche. Avete fatto questi pezzi per il vostro album ma poi non li avete inseriti, dato che mixate melodie e groove nei vostri live, come mai avete deciso di separarli piuttosto che avere un disco che vi rappresenti in entrambi gli ambiti?
In pratica quesi pezzi sono nati per I nostril live e pensati come semplici “tools” ma poi sono cambiati e diventati qualcosa che funzionava anche a se stante. Il motivo per cui non li abbiamo inseriti nel disco è che volevamo avesse una determinata atmosfera, raccontando una storia dove questi pezzi risultavano fuori luogo. Il disco sarà pieno di pezzi molto forti ma probabilmente più cupi e sperimentali, quindi, per noi la serie Funtamental Physics è un po’ un terreno di sperimentazione dove possiamo pubblicare tutto quello che facciamo per i nostri live set.
Quali sono gli artisti con cui vi sentite più affini? Quali sonorità vi influenzano di più ?
Ci sono tanti artisti bravissimi, principlamente ci ha influenzato tutta la scena in UK, Burial, Jon Hopkins, Four Tet, Bonobo, Mount Kimbie per dirne alcuni, poi anche gruppi danesi come Kenton Slash Demon, Lulu Rouge e Trentemøller, e ovviamente siamo super ispirati da personaggi come Modeselektor, Boys Noize e Gesaffelstein.
Data la vostra esperienza, quali pensate siano gli elementi chiave per una carriera di successo nel mondo della musica oggi? Che consiglio dareste ad un giovane artista?
Vai sempre avanti, non importa cosa succede e fidati del tuo istinto.
Cosa bolle in pentola per i prossimi mesi?
Abbiamo un bel po’ di roba sui fornelli in questo momento, stiamo finendo il disco e abbiamo appena terminato la colonna sonora per “Brakland” (Sticks and Stones), il film di debutto di Martin alla regia. Stiamo lavorando anche alla musica di una serie ma per ora non possiamo dirvi molto di più e ci saranno anche altre uscite della serie Fundamental Physics.
ENGLISH VERSION
ELOQ, UNKWON, DJ E.D.D.E.H , what is the story behind AV AV AV? How did you met and why did you decided to start the project?
Well, we’ve known each other for years from the DJ scene in Copenhagen, playing gigs back-to-back and so forth, and sometime around 4 years ago, Martin (DJ E.D.D.E.H) invited us (UNKWON & ELOQ) to come and chill for a few days in a cottage in the countryside. It wasn’t really planned that we would start a band, it just kinda happened, we had brought laptops and just made a few beats while we were hanging out, and in some way they just had a sound that was more like the sum of us all than the sound of any of us individually. “All good” was made on that very first trip.
On your page you’ve got a very minimal statement: “Three producers from Copenhagen who meets in cabins that are close to the water all around Scandinavia producing albums”. How much does your country and especially Copenhagen influence the music you made?
That statement still has a lot of truth to it, we still love to get away from the city and the everyday lives and we find a lot of inspiration in nature. But also, when you get away and your heartbeat kinda slows down, you really get into a certain vibe that really feeds your creativity in another way than when you’re in the studio from 9 to 5. Of course Copenhagen also has a massive influence on us, but we tend to find new directions to push the sound towards every time we get to go away for a bit.
You’ve got a strong connection with music and visuals, like in your website, video clips and superb recordings of your live. Is this a specific artistic need? Do they come after the release of a song or are they meant together as a specific project?
The visual side has always been very important to us, and from the beginning we’ve tried to maintain a pretty strong visual presence. Martin (DJ E.D.D.E.H) is also a director and Anders (UNKWON) has a background in graphic design and we all have a love for that whole thing. The live videos is a bit of a stroke of luck, through Martin’s connections in film, we’ve had the chance to get really great footage from some of our shows and it’s still super intense for us to watch just how insane it all looks. That really makes us want to do even more and take it even further.
AV AV AV came out of the blue, and after a self-released EP jumped to Warner/Parlophone, a real dream for any artist around the world, what have been the steps that allowed you this giant leap?
It all came rather naturally for us, after releasing the first ep, we played a lot of shows around Denmark and Europe and were kinda looking for that next step, and when Warner/Parlophone approached us and shared our artistic goals and ideas it just felt like the right way to go.
Last “Everything Is True” on Parlophone received strong support from around the world, how this changed your artistic life? Did it changed your way of doing music as well?
If anything, it made us stronger in the belief that what we do is right. One of the hardest parts about this music thing is trusting your gut feeling and standing your ground when it comes to your sound. Everyone has an opinion about what you do, but no one apart from yourself really has any idea about your artistic vision and the reasoning behind your choices. So, in that sense, it all probably made us stick even more to doing things “our way” and believing in it even more.
You play live using only hardware and each of you has a very specific role, could you tell us a little more about your setup and who is doing what?
Basically what we wanted to do was to try and create a setup that was free of computers where we still have the power to transform the sound and shape it however we want. The setup starts with Anders, a DSI Tempest drum machine that controls the master tempo and adds percussive layers, an Elektron Octatrack with the basic keys and basslines, plus some reverb and delay effects. August (ELOQ) has an Octatrack that does the basic drums and a Roland SPD-SX for playing live drums on top, and a Yamaha reface cs synth for additional keys. Martin does all the vocals using two Roland SP-404 samplers and two Kaoss Pad and a Vermona Action Filter for shaping the sound. Everything is synced via midi, but who knows, it all changes as we evolve and might be completely different in three months.
Your new EP Fundamental Physics leans towards the more emotional side of club music, where the focus is more on the bass drum rather than on strong melodies. You’ve made them for your album but at the end decided not to include them. Since you mix melodies and grooves on your live show, why did you choose to split rather than having a record that reflects your artistic figure in whole?
Well, the tracks were made for our live sets, and were originally only thought of as “tools” for that, but began to take shape and turn into something that actually worked in their own right. The reason for them not being on the album is simply that we want the album to have a certain vibe and tell a story where these tunes just don’t really fit in. The album is still going to be full of bangers, but probably a bit more dark and experimental, so for us, the fundamental physics series is more of a playground where we can release all the stuff we do for our live sets.
Who are the artists you feel most connected to? Which sounds affect you the most when creating your own music?
There are so many great artists out there, but definitely the whole UK scene has a big influence on us, Burial, Jon Hopkins, Four Tet, Bonobo, Mount Kimbie to name a few. Also danish acts like Kenton Slash Demon, Lulu Rouge and Trentemøller has definitely had a big influence as well. And of course we are super inspired by people like Modeselektor, Boys Noize and Gesaffelstein as well.
Giving your experience, what do you think are the key elements for a successful career in music today? What advice will you give to a young artist?
Keep going, no matter what, and trust your instincts.
What’s boiling in the pot for the months to come?
We have a lot of stuff cooking at the moment, finishing up our album and just finished a movie score for Martin’s directorial debut film “Brakland” (Sticks and stones), also we’re working on another score for a series but we can’t really tell you more about it yet. And also, of course there’s going to be some more fundamental physics stuff coming out soon as well.