Non fatevi fregare dalle mode. Non solo nel (credere di) amare quelle che sono le cose hype del momento, non solo quello; c’è un altro rischio, meno evidente, meno citato, ed è quello che passata la moda spesso si finisce col sottovalutare e lasciare sotto traccia cose che invece hanno una consistenza e un valore reale. Ora: c’è stato un momento in cui di Lucy si parlava tantissimo, se si era “intelligenti” nel clubbing non lo si poteva non citare (al pari di Dozzy, per dire). L’impressione è che questo focus si sia affievolito, ora vanno per la maggiore altre cose nell’intellighenzia della club culture nostrana.
Però le personalità importanti restano importanti (salvo prova contraria, e serie di dischi o set molto deludenti: non è questo il caso). Se poi queste personalità si spendono per progetti che vogliono portare avanti un’idea di scena, di collettivo, di unione di intenti comuni, beh, è assolutamente doveroso dare la massima attenzione. Mancano ancora più di due mesi all’uscita (13 aprile), ma ci fa piacere iniziare già adesso a sensibilizzare la vostra attenzione su “Flowers From The Ashes, Contemporary Italian Music!”: raccolta voluta e organizzata dalla Stroboscopic Artefacts, label di cui Lucy è fondatore.
Il titolo parla chiaro: solo artisti italiani. Poi, ovviamente, visto che un segno dei tempi è la “fuga dei cervelli”, molti di loro sono residenti all’estero. A partire da Lucy medesimo ad esempio, come molti sanno, ma in generale a leggere la serie di artisti coinvolti (Silvia Kastel, Neel, Marco Shuttle, Alessandro Adriani, Chevel, Caterina Barbieri, Andrea Belfi) sono persone che vivono o di qua o di là, ok, ma sicuramente è più all’estero che hanno riconoscimenti, profili, opportunità). Due le eccezioni: una è quella dei Ninos Du Brasil (fenomeno nato e cresciuto in Italia, che ora però sta guadagnando credibilità worldwide), l’altra è quella di Lory D. Una scelta bellissima e giusta quest’ultima, includerlo in una delle compilation definitive di questi anni sul who’s who di chi fra gli artisti italiani sta portando avanti in Europa una certa idea di elettronica intensa, emozionale, qualitativa, dai colori scuri e/o essenziali è davvero filologicamente una chiusura del cerchio (e tra l’altro occhio, potrebbero arrivare a breve altre novità “tedesche” da Lory).
Se Lory è un veterano (e non ha bisogno di presentazioni), un antipasto di questa raccolta ci piace darlo con la traccia di una delle più giovani personalità coinvolte – se non la più giovane in assoluto. Ma la consistenza artistica di Caterina Barbieri ormai va sempre di più molto al di là del “giovane promessa”.