Uno è nato a Francoforte da famiglia italiana, Nico; mentre Giuseppe è un nostro connazionale che da qualche anno si è trasferito sulle sponde del Meno. Dal 2012 hanno dato vita, proprio a Francoforte, al progetto Drag & Drop, trovando da subito casa in alcune prestigiosissime consolle – su tutte il Cocoon Club, il Sisyphos di Berlino e il Sankeys di Ibiza.
Oggi fanno tappa sulle nostre pagine con il loro podcast esclusivo e con i loro quindici passi, un punto di vista diverso (e interessante) su quella che è la nostra scena. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che vi ha cambiato la vita? La primissima. Quella che vi ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Cominciamo bene! Siamo dj e come probabilmente molte persone che svolgono questa professione abbiamo problemi cronici di udito, schiena ma specialmente di memoria! Scherzi a parte è davvero difficile definire un disco in particolare. Sicuramente da piccoli fummo influenzati dai gusti musicali dei nostri genitori, tra lo stereo della macchina e il riproduttore di cassette di casa, ascoltammo un minestrone musicale che va dai Pink Floyd a Zucchero, dai Dire Straits ai Queen,andando a finire con Eric Clapton che come inizio…non fu niente male!
Passo numero due: quando avete capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della vostra vita?
Nonostante la nostra età differisca di quasi dieci anni, comprammo casualmente e contemporaneamente lo stesso album “Homework” dei Daft Punk tra il 1998 l’anno seguente, in due nazioni diverse e distanti circa duemila km.
Nico: Questo album non mi ha fatto solo innamorare della musica elettronica (dice Nico) ma mi ha spinto addirittura a dover migrare dall’hip-hop, genere che allora suonavo, alla elettronica. Cominciai a collezionare vinili su vinili, sia house che techno, generi che chiaramente essendo nato in Germania, era inevitabile entrarci a contatto.
Giuseppe: Più che l’album in generale mi colpì una traccia in particolare, “Revolution 909”, una dub house ipnotica, profonda e calda che mi fece viaggiare molto pur rimanendo immobile sulla stessa sedia per ore. Questa traccia cambiò il mio punto di vista sulla musica in generale ed esattamente per essa cominciai a produrre. Di fatti, nasco prima come producer e successivamente come dj, essendosi generato in me il bisogno di voler far conoscere in prima persona ciò che sperimentai e produssi.
Un evidente prova potrebbe essere un nostro pezzo dal titolo “Bling In My Carry” datato 2014, nel tentativo forse, anzi quasi sicuramente invano, di cercare di ricreare quelle atmosfere in base a come le percepimmo.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel vostro rapporto con
la musica?
La musica in sé non ci ha mai deluso, bensì l’industrializzazione e la macchinizzazione di essa. Qualche anno fa, dopo molte fatiche, ore e ore di studio e centinaia di demo mandate dappertutto, ottenemmo spessissimo la classica reply “thanks for sending your demo but unfortunately it is not 100% suitable for our label” senza che le tracce fossero state persino ascoltate. Fu frustrante! Decidemmo di andare avanti lo stesso e di farlo per noi stessi in primo luogo e per i clubbers della nostra homebase, Francoforte, che ogni giorno aumentano e ci
ripagano con un affetto meraviglioso. Dopo quel momento, proprio il fatto di non aver mollato sembra sia stata la chiave, perché esattamente da allora stiamo collezionando tante piccole soddisfazioni e successi. Never give up!
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella vostra
carriera?
Nico: Nel 2012 aver avuto il privilegio di suonare al Cocoon Club! Giuseppe alla notizia reagì commovendosi. Durante la serata, una volta che gli fu fatto presente che in dieci minuti avremmo dovuto iniziare, dovette correre alla toilette per rimettere dall’agitazione, ma fu una notte indimenticabile! Successivamente cominciammo a ricevere bookings dal Sankeys di Ibiza al Sisyphos di Berlino al Flex di Vienna finendo ai più importanti club e festival di Francoforte come il Tanzhaus West nel ruolo di residents per l´evento We Are Together, Stadt Land Bass, Homerun, WCD Pool Session e See Us There – per citarne alcuni.
Questo girovagare ci ha permesso di conoscere tanta gente e colleghi con i quali abbiamo cominciato a collaborare cogliendo la possibilità di far conoscere il nostro modo di fare musica remixando dj come M.in, Matt Sassari, Gaga, Tony Dee, Loco & Jam, Neverdogs, Toni Rios, Fabio Neural, UGLH e altri, atterrando poi su labels come Wow! Recordings, NONSTOP, Deeperfect con brani inediti. Alcuni di questi sono stati suonati e chartati da astri come Sven Väth, Carl Cox, Joseph Capriati, CamelPhat, Sharam e molti altri.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le vostre
altre passioni? Come le sviluppate? Quanto tempo riuscite a dedicare loro?
Le avremmo se solo la musica e tutto ciò che ne comporta non occupasse la maggior parte del tempo da anni. Composizioni, arrangiamenti, mix, mastering sono fasi importantissime e delicate che richiedono grande concentrazione. Poi vengono i bookings, suonare qui e la, meetings e molto altro ancora, ma quando rimane un po’ di tempo o ne necessitiamo di esso, entrambe scappiamo con le rispettive mogli e compagne in cerca di relax chissà dove in Europa.
Passi perduti: quali sono finora i vostri più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Ad esseri sinceri nessuno perché siamo fermamente convinti che tutto ciò che abbiamo vissuto è accaduto perché doveva accadere. Alcuni treni li abbiamo persi, altri presi, ma tutto è stato utile per arrivare dove siamo ora e per dove andremo. E poi parlando onestamente, piangersi addosso o perdere tempo a pensare “ma chissà cosa sarebbe potuto succedere se quella volta…” è solo un grande bla bla che non porta a nulla. Il passato è passato e bisogna solo maturare le esperienze per cercare di vivere meglio il presente mentre si costruisce il futuro.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo voi i cinque album (o brani) che
consigliereste e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a
cui volete bene o che stimate?
Deep Dish “Stay Gold”
BB king “Blues Boy Tune”
Pink Floyd “Sheeps”
Eric Clapton “Wonderful Tonight”
Pachelbel “Canon In D”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consigliereste?
La maggior parte dei libri pubblicati da Stephen Hawking per cercare di capire tutto
ciò che ci circonda e, come film, senza dubbio tutta la saga Star Wars!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora andate più orgogliosi?
Il nostro EP rilasciato su Wow! Recordings “Natura”, specialmente per l’omonima
traccia che ci ha consentito alla fine dell’estate 2017 di entrare in Top 100 Tracks su Beatport, rimanendoci per settimane. Inoltre, questo pezzo è stato particolarmente apprezzato da Karotte che l’ha suonato e chartato sia nelle sue serate che nel suo famoso radioshow Karotte’s Kitchen, da Alexander Aurel e dal nostro caro amico Luca Donzelli il quale sentendo il pezzo e
credendo molto in noi, l’ha sottoposto a Mar-T per farla rilasciare sulla sua etichetta. Inoltre, siamo appena usciti con il nostro EP “Euterpe” su NONSTOP, la label di
Pirupa, il quale ha apprezzato tantissimo il nostro lavoro definendo le tracce originali,
uniche e outstanding. Detto da un Award-DJ non può dare altro che la giusta carica
per fare ancora di più e meglio.
Passi virtuali: come state vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi
anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media
online…
Onnipresenza è il termine più adeguato! Essendo nati uno negli anni ’70 e l´altro negli ’80, siamo cresciuti con un approccio alla società totalmente diverso da quello attuale: si giocava fisicamente con le persone, se ne conoscevano di nuove dovendoci parlare face to face. Le ragazze dovevi saperle conquistare, non esisteva un’app con la quale ci si sceglie a vicenda tramite una foto, l’unico social network era la vita vera. Eppure se usato nel modo giusto, internet sarebbe uno strumento eccezionale e utilissimo con il quale poter far conoscere al mondo la tua vision in tempo reale.
Non conosci qualcosa? Zack! Trovata! Accesso al sapere immediato. Non conosci una via? Ti ci porta Maps! Si abbattono le barriere linguistiche, è fantastico ma realmente come lo utilizziamo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui sentite più affnità, e con cui
vorreste sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Da un po’ di tempo a questa parte si è aperta una bellissima amicizia con Luca Donzelli e Piero Pirupa, già citati sopra. Ci sentiamo davvero molto spesso, si scherza, scambiamo pareri, musica, critiche/consigli musicali e personali ed è tutto molto costruttivo. Siamo molto
contenti di questo perché oltre ad esser dei grandi dj, cosa nota a tutti, sono anche
delle bravissime persone e siamo felici di aver potuto conoscere “the person behind
the dj”. Possiamo dire con certezza che si meritano tutto quello che hanno ottenuto
e che otterranno.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che vi è capitato di
vivere?
Noi viviamo una vita molto normale e tradizionale ma quando facciamo festa pare proprio che ce lo dimentichiamo, infatti le cose più strane ci sono successe solo durante gli eventi, quindi…la prima regola del club è non parlare mai di quello che succede nel club!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più vi danno fastidio nella scena musicale
italiana?
Nico: Purtroppo non conosco la scena italiana, le sue politiche, dinamiche o
quant’altro. Ho suonato solo un paio di volte in Italia e ho puntualmente provato del
disappunto nei riguardi di alcuni “booker” e CEO di club o improvvisati tali, essendo
stato un po’ ingenuo nel fidarmi e nell’aver accettato…ma ero più giovane. Dall’altro
lato però il pubblico è molto caloroso quindi spero di tornarci presto con un booking
fatto da persone serie, responsabili e professionali.
Giuseppe: Beh per quanto riguarda me, quando vivevo in Italia e mi veniva chiesto che lavoro facessi, e rispondendo “il dj” mi sentivo rispondere: “si ma come lavoro vero?”. Non si riesce ancora a digerire il fatto che questa sia una professione vera e propria. Nell’ultimo ventennio credo sia innegabile che l’Italia abbia regalato i suoi migliori talenti ad altre nazioni le quali hanno accolto volentieri questa ondata di aria fresca e dato loro la possibilità di crescere e produrre. In Germania i giovani vanno a ballare per ascoltare il loro dj locale preferito non per gli headliners. I dj-producer italiani hanno dominato la scena mondiale negli ultimi dieci anni, Marco Carola, Pirupa, Luca Bacchetti, Davide Squillace, Riva Starr, Leon, Neverdogs e molti altri, e tutti hanno una cosa in comune: si sono affermati all’estero. Perché ciò non è possibile in casa propria? Se si collaborasse, se ci si aprisse di
più, se i ragazzi venissero messi alla prova e riavere tutti questi dj di nuovo in patria, si potrebbe fondare un evento puramente italiano per il quale i tedeschi dovrebbero prendere treni, voli e prenotare hotel per venire in Italia a fare festa e non gli italiani viaggiare tra Germania, Spagna, Portogallo o Croazia, per ascoltare chi? I dj italiani!
Passi che stai per compiere: quali sono i vostri prossimi progetti?
Da febbraio fino ad aprile usciremo prima su Zoo Lab con l’EP “Hey Dude!”, subito dopo sarà rilasciato il remix EP di “Natura” sempre su Wow! Recordings che vedrà come protagonisti Chris Wood & Meat con la loro versione di “Natura” e il newyorkese Jean Pierre per “Techno Safari”. Infine usciremo su Witty Tunes con l’EP “Get Deep”. Siamo già a lavoro per le prossime uscite sperando di potervi rivelare nel prossimo futuro quali saranno e quali etichette decideranno di investire su di noi.
Passi sinestetici: saluteci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se
tua o di altri.
“Underground is such a gliche-word and I hate that word so much because right now
becames very hipster, everything is underground but…what is underground? If you
talk about underground is not that underground anymore!”