Al Social Music City torniamo ogni anno; almeno per la prima data, cerchiamo di non mancare. Non ci dispiace metter piede in questo carrozzone urlante e chiassoso fatto di giovani e soprattutto di giovanissimi che ogni anno affollano gli spazi dell’ex scalo di Porta Romana a Milano. Tra le novità del 2018 c’è anche la nuova vicina torre della Fondazione Prada che dall’alto vigila sulla location, opera dello studio OMA. Dicevamo, non ci dispiace tornare ogni anno in questo festival multi-date, per poter analizzare tipo cartina tornasole il movimento giovanil-popolare legato alla musica techno certamente più mainstream.
Il risultato dell’apertura della nuova stagione non si allontana molto da quello dell’anno scorso, al di là della solita analisi sullo spazio totalmente congestionato. Quest’anno il SMC era ancor più affollato, con un’area vip traboccante e per certi versi anche poco sicura, regno – esattamente come l’anno scorso – di modelle, modelline e pluritatuati; se la tendenza del 2017 era il botox in età post adolescenziale, per il 2018 va il tatuaggio in faccia alla Young Signorino. Fino a qui tutto molto simile alle precedenti edizioni, qualcosa di diverso però l’abbiamo trovato e, volendolo analizzare, ci sembra abbastanza positivo.
Ci siamo trovati di fronte ad un movimento di tendenza: a qualcuno andrà indigesto il boccone, ma la techno in questo momento è più che mai di moda, almeno tanto quanto il rap. Parliamo sicuramente di un movimento giovane, anzi giovanissimo, però totalmente compatto.
È un’orda unica, un flusso multi etnico, perfettamente integrato, apolitico e proletario. Sono lontani i tempi dello status quo fashionista della Punta dell’Est o del vecchio Cafè Solaire, o le fascinazioni minimali post vittoria ai mondiali del 2006. La generazione danzereccia, o meglio la nuova generazione danzereccia, è molto più street e per questo più credibile. Non si specchia in brand milionari, non dà troppo spazio alla cultura dell’apparire. Copia, ma sarebbe meglio dire prende, dal rap e dall’hip hop, con cui (e usiamo nuovamente questo termine) è perfettamente integrata e, soprattutto, balla con i mezzi che può. Inutile negare che della generazione precedente conservi una certa superficialità pre-internet: non conosce i diktat della techno, probabilmente non scava in profondità nelle radici detroitiane o nei modulari del bellissimo live di Stephan Bodzin. Balla con il sogno Berghain nella mente, senza sapere nemmeno troppo bene cosa sia, si fa prendere per il culo da Realh Clebbers e limona davanti ai cessi chimici esattamente come noi limonavamo venti anni fa.
Nulla di male: non è questo, per loro, il momento di dare spazio a cultura e ricerca. Arriverà anche quella, in una normale progressione che negli anni darà forza e stabilità a gusti, passioni o tendenze. Per ora ci sembra che possa anche andar bene così.
La cronaca della giornata registra, oltre al già citato bel live di Bodzin, il dj set senza infamia e senza lode dei Mind Against, a riempire il pomeriggio in attesa dell’arrivo di Tale Of Us e di Nina Kraviz.
Dei primi annotiamo un approccio per la prima ora più dritto, fatto di pochi arpeggi e abbastanza lontano dalle cose sentite su After Life. Diversa la seconda parte dello show che rientra un filo di più nei canoni del duo – alla conta finale però ci è sembrata un’ottima esibizione. Della Kraviz qualcosa di più va detto: rispetto all’ultima volta che ci era capitato di sentirla, ha aumentato di brutto i bpm del suo set. La bella russa viaggia su una techno più con la “K” che con la “C”: durissima, freddissima, davvero pesante. A voler per forza far la differenza tra il prima e il dopo, preferiamo questa Nina quasi in formato rave dove ci sembra davvero a suo agio.
Lasciamo il Social Music City soddisfatti, l’evento è ormai tradizione sotto le guglie e ogni anno, seppur ormai vecchi per tutta questa confusione, alla fine ce ne andiamo divertiti e pronti per i festival estivi forse più maturi e più adatti alla nostra età. Agli amanti del Social Music City segnaliamo i prossimi appuntamenti: il 19 maggio torna a Milano il Circoloco, mentre il 9 giugno sarà la volta di un’altra istituzione iberica, il party Elrow di Barcellona. Si andrà avanti fino al trenta settembre e c’è da scommetterci per quanto visto lunedì il successo sarà assicurato.