Già l’anno scorso era stata la vera novità nel campo del clubbing più di qualità di casa nostra. Quelle cose che leggi e pensi “Ehi, ma com’è possibile?”. Che è la sensazione che avemmo quando nacquero Dancity prima e Fat Fat Fat poi, giusto per fare due esempi che rientrano un po’ nella stessa categoria, quella dei festival che sulla line up cercano un certo tipo di approccio ben mirato: com’è possibile che i meglio nomi – non necessariamente i più popolari, ma i meglio – possano finire nella provincia italiana, lì dove i bacini d’utenza sono così limitati? Dove non spira il vento hipster-intellettuale del cosmopolitismo da metropoli? E dove in generale fare le cose sembra più difficile? Come diavolo è possibile?
Ma Dancity sta portando avanti alla grande una storia più che decennale, Fat Fat Fat sta tirando fuori un’edizione sontuosa, e pure Sticker Mule Festival non solo quest’anno ritorna, dimostrando che il sorprendente “mettersi sulla mappa” dell’anno scorso non era un fuoco di paglia, ma addirittura alza di molto l’asticella. Segno che si hanno le idee chiare e le spalle larghe. E i mezzi e la professionalità per andare avanti. L’appuntamento quest’anno cambia location (ci si sposta proprio sul mare, al Village & Camping Pineto Beach) e weekend di riferimento (le date da segnare in calendario sono 29 giugno, 30 giugno, 1 luglio).
Partiamo dagli headliner: Apparat, in primis. Non c’è bisogno di molte presentazioni. C’è bisogno invece di non dare per scontata la sua capacità di parlare ad un pubblico trasversale e di farlo senza mai svendersi in nessun modo, mantenendo sempre il suo “romanticismo tecnologico” che, da dj, che è la veste in cui sarà presente in Abruzzo, si arricchisce anche di un sacco di riferimenti alla scena berlinese storica degli anni ’90, a quegli anni che hanno “costruito” l’anima techno di Berlino ben prima di “Berlin Calling” e degli Easyjet ravers, mettendo insieme il rigore etico stile Basic Channel e l’adrenalina visionaria di certe scenari più duri e hardcore. Una ricetta che Apparat riesce a rendere fluida, emozionante, comunicativa. Ad accompagnarlo, nella serata d’apertura del festival, ci saranno una garanzia in console come Dave DK e un grande, un grandissimo: Dj Koze. Una delle menti più profonde, affilate, creative in campo tech-house, da sempre.
Se il primo giorno è abbastanza a trazione tedesca, il secondo invece mette in campo mostri sacri: Derrick May pure lui ha bisogno di presentazioni zero e lo stesso vale anche per Lil Louis (mica male vederli assieme nella stessa sera, vero? Fra i pionieri assoluti di techno e house sono quelli probabilmente più in forma, più battaglieri, più carismatici ancora oggi). Ma mostro sacro, prendete nota, è pure Don Carlos, altro nome in scaletta. Questo è un “recupero” davvero bello da parte di Sticker Mule Festival, perché mette in line up un artista italiano che è considerato uno dei campioni assoluti del genere deep house, da chi ne sa. Giusto (ri)dargli il giusto ruolo, inserendolo in un festival di questo spessore.
La giornata finale del festival sfodera Ellen Allien (che, occhio, ultimamente è davvero in forma: tira fuori dei set davvero di altissimo livello da un paio d’anni a questa parte), quella leggenda vivente per chiunque ami la disco più “spaziale” e visionaria che è Hans Peter Lindrstrøm (uno che seleziona tantissimo le sue apparizioni in console), il coltissimo Young Marco (dancefloor intelligente + divertente = un suo set) e uno dei deus ex machina di Sticker Mule Festival, Arturo Capone, da anni infaticabile e battagliero agitatore culturale in grado di portare nelle sue terre artisti ed eventi dallo spessore altissimo (sì, quelli da classicissima reazione “Ma com’è possibile?”, esattamente loro, come si diceva all’inizio: ci vuole lucida follia, costanza, competenza, capacità di muoversi).
A legare il tutto, un bel lavoro di networking con realtà importanti: il già citato Dancity, il da noi amato Spring Attitude, tutto il progetto 180 gr., la crew napoletana Neuhm, il Gratis Club di Senigallia. Perché oltre a voler stupire con gli effetti speciali (leggi: una delle line up migliori di quest’anno nel suo equilibrio tra importanza, fama e qualità), in questa edizione si vuole rafforzare il legame con chi da anni cerca di omaggiare il clubbing e la musica in generale con un lavoro approfondito, “alto”, illuminato e al tempo stesso stracolmo di passione (e non di occhi esclusivamente rivolti ai fatturati e allo “sbocciare” in console).
Insomma: se l’anno scorso Sticker Mule Festival era stata una grande ed inaspettata novità, quest’anno l’idea di consolidamento transita attorno all’idea di farsi davvero uno degli eventi di riferimento in assoluto. L’anno scorso scrivevamo “Potrebbe essere l’inizio di una lunga, bella storia. E noi lo speriamo fortemente“: beh, questa edizione 2018 costruita così è la migliore delle risposte alle nostre speranze. Supporto convinto da parte nostra. Senza fare sconti, com’è giusto che sia, ma già un festival che resiste, insiste e s’accresce così è una notizia di cui possiamo essere tutti contenti e, massì, perfino orgogliosi. Bravi. Tutte le info le potete trovare qui. E iniziate già a pianificare di passare fine giugno e il primo luglio in Abruzzo – merita.