L’anno scorso era entrato nei nostri radar, quest’anno è una felice conferma: Somewhere è uno di quei festival che porta avanti il compito, fondamentale, di cesellare al meglio il modello ideale per un “festival dance/elettronico estivo all’italiana”: non mega-festival all’olandese o alla fiamminga, non ne abbiamo i mezzi, la cultura, il quadro legislativo-amministrativo. Tolta la felicissima eccezione del Kappa FuturFestival, per il resto il format a cui puntare è quello che valorizza il territorio, l’incredibile ricchezza storica e paesaggistica italiana, e invece di infarcirlo con concerti in piazza (e in playback) di sfiatata dinosauri sanremesi ed annaspanti meteore da talent, l’azzardo – che poi dovrebbe essere la normalità, se si fa cultura – è quello di utilizzare il più qualitativo linguaggio della contemporaneità, con scelte ben ponderate e fatte da chi davvero mastica la materia. Insomma: coniugare ricchezza locale e sguardo globale. La strada assolutamente ci pare quella giusta. Una strada che prima o poi, quando anche le istituzioni si sveglieranno, ci potrà far superare la Croazia giusto per fare un esempio concreto, facendo girare l’economia (e scusate il cinismo) ma al tempo stesso educando a una cultura viva e vibrante, non telecomandata da Maria De Filippi. Mettiamo quindi molto volentieri i nostri riflettori su Somewhere, in questa “intervista collettiva” dove ci hanno risposto Christian Russo, Antonio Castellano e Vincenzo Bilotti (aka Nicodemo), la “spina dorsale” del festival. Che si terrà, lo ricordiamo, dal 17 al 19 agosto in Calabria, a Gizzeria.
Dopo la scorsa edizione, la terza, Somewhere Festival è pronto ad aprire nuovamente le danze. Quali sono le principali novità di quest’anno? Cosa dobbiamo attenderci?
La prima novità in realtà non è una novità… Ogni anno cerchiamo location diverse in Calabria: questa volta saremo un po’ meno irraggiungibili, visto che saremo a pochi chilometri dalla stazione dell’Alta Velocità e dall’aeroporto di Lamezia Terme. Di sicuro, aspettatevi tre giorni di divertimento, di mare e di Calabria, perché come sempre saremo comunque di fronte ad un panorama suggestivo. L’altra novità è sicuramente “l’allargamento” del team di produzione del festival. Infatti, da quest’anno Club Nation ha iniziato a collaborare con noi su diversi aspetti, inserendo nel gruppo un po’ di esperienza del settore dell’intrattenimento e presentando Somewhere a management di artisti internazionali di prima fascia. Quello che li attende, e vi attende, è un’esperienza unica fatta dei colori della Calabria, del suo mare e di un pubblico che ogni anno si dimostra sempre più attento alle novità artistiche che presentiamo.
La riscoperta e la valorizzazione di alcuni dei luoghi più suggestivi della Calabria rappresentano una delle mission principali di Somewhere Festival. Cosa può regalare la Calabria a un festival come il vostro?
La Calabria è una grande location in cerca di contenuti. In questa regione stiamo cercando di inserire un progetto culturale contemporaneo, aggiungendo alcuni temi rivolti soprattutto a giovani che hanno voglia di confrontarsi con nuovi linguaggi musicali. Questo luogo di suo è unico; per il cibo fantastico, la storia, la montagna e il suo mare. Il nostro obiettivo è quindi cercare, come altre realtà locali fanno da anni, di proporre un confronto attraverso il divertimento e la socializzazione. Solo facendoli con un determinato tipo di musica e di riferimenti culturali. Per noi Somewhere è infatti prima di tutto una continua sfida culturale per creare qualcosa di nuovo in questa terra, che si merita il meglio. La Calabria è sempre stata una regione ricca di cultura: questo per noi è un concetto fondamentale. La sfida è non essere da meno dei nostri antenati provando, contemporaneamente, a far conoscere le nostre bellezze a chi viene da fuori.
(Un’immagine della location 2017; continua sotto)
La line up ricercata, ma sempre orientata al divertimento del dancefloor, è una della chiavi della rassegna. In base a quali criteri vi orientate nella sua costruzione?
Ci sono tanti aspetti di cui tener presente quando si lavora alla line up di un evento come il nostro. Siamo molto sensibili alle nuove scene musicali contemporanee, questo ci permette, ogni anno di scegliere una serie di artisti che rappresentano “il nuovo” in campo internazionale, come è stato ad esempio per Mall Grab lo scorso anno. Anche in questa edizione proseguiremo in questa direzione. Inoltre, nella line up di quest’anno inseriremo alcuni guest internazionali che, per farvi capire, sono headliner in diverse manifestazioni continentali. Anche qui la scelta è stata comunque ponderatissima, cercando di interpretare al meglio le location dove produrremo Somewhere 2018. Per noi Somewhere è soprattutto: estate, mare e spensieratezza. Non ci dimentichiamo quindi di uno degli aspetti più importanti della nostra manifestazione: il divertimento, e anche del fatto che gli artisti che calcano il nostro palco devono soprattutto saper “tenere” il dancefloor e farci ballare fino all’alba! E’ importante anche considerare uno spazio notevole ai giovani artisti italiani che secondo noi possono ambire a palcoscenici internazionali.
Quali sono i ricordi più belli che vi legano alle passate edizioni?
I ricordi sono tanti e confusi, ma sicuramente ce n’è uno: quando finisce il festival andiamo a scaricare la tensione con un tuffo in mare all’alba o di notte, poco prima di cominciare le operazioni di disallestimento. E’ un momento bellissimo, che unisce tutto il team: dagli organizzatori alla squadra di volontari che lavora ogni anno. A volte anche qualche artista. E’ il bello di fare qualcosa che ambisce a diventare grande, ma che viene vissuto da noi ancora come un gruppo di amici che organizza un falò, con quel tocco di follia che ci ha portati fin qua.
Cosa, invece, vorreste migliorare assolutamente per far crescere ancora Somewhere?
La crescita di Somewhere in questi anni è stata costante. A noi interessa crescere con questa terra: la Calabria negli ultimi anni ha incrementato le presenze turistiche quasi del 30%, nel solo 2017 secondo i numeri del Sole 24 Ore ci sono stati nove milioni di turisti lo scorso anno in Calabria. Questo è dovuto al miglioramento dei servizi e della proposta culturale, che cerca di andare sempre più incontro ad un turismo giovane e connesso. Somewhere è sempre stato prodotto in piccoli paesi costieri, dunque a volte è difficile logisticamente, ma la sfida che abbiamo lanciato sappiamo che è importante ed in dolce salita. Insieme a Somewhere vorremmo quindi che crescesse la capacità della Calabria tutta di accogliere, promuovere, produrre e ospitare contenuti come il nostro: volani che potrebbero attirare turismo attivo e funzionale allo sviluppo della nostra terra.
Quale disco pensate racconti meglio le emozioni che Somewhere ha regalato al suo pubblico?
Rispondiamo direttamente con un paio di link presi dal web…
Perché ci rappresenta? Beh quei ragazzi potremmo essere noi del Somewhere e l’arpeggio con cui inizia il disco ci cala perfettamente nell’atmosfera che si respira al nostro Festival: un campione di Jean Luc Ponty, un violinista geniale.
Questo è invece il nostro album preferito del 2018. Un disco meticcio: come la nostra terra, come il nostro festival, come la musica che amiamo.