Negli ultimi otto mesi, forse anche un anno, l’Italia e gli italiani hanno avuto occasione di accorgersi meglio della presenza nel Mediterraneo di Malta. Non che prima ignorassero l’esistenza di questa isola poco distante dalla Sicilia, ma il buon flusso di turismo verso le sue coste, il suo mare e una nazionale di calcio che da squadra materasso è passata a fastidio serio per la nostra trasandata nazionale hanno certo contribuito ad aumentarne la popolarità. La ribalta – se così possiamo chiamarla – è arrivata con l’importante flusso migratorio fatto di barconi di disperati che alla ricerca di un futuro accettabile – attenzione: abbiamo detto accettabile – sfidano sorte, onde e morte, a bordo di carrette del mare che partono dalle coste africane verso il sogno chiamato Europa.
Non sono queste le pagine per una posizione politica, non metteremo bandiere arcobaleno né faremo proclami, per chi scrive è tanto questione se schierarsi o meno a favore o contro il nostro Ministro degli Interni: fatti, immagini, numeri e dichiarazioni parlano da soli. Non servono proclami per capire che: A) l’Italia non può girarsi dall’altra parte davanti a questa tragedia B) l’Italia non può continuare ad essere il buco del culo d’Europa nelle valutazioni degli altri stati membri C) per il numero di abitanti e per l’estensione del territorio, Malta può giusto ospitare per obbligo, gli occupanti di un pedalò. Infine D) il sistema accoglienza va rivisto radicalmente e associato d’obbligo alla parola integrazione. Non serve a nulla accogliere tutti e dimenticarsene subito dopo, lasciando disperati per le città senza nessuna assistenza.
Fatto questo preambolo, è facile capire perché quando in redazione è arrivato l’invito da parte del Tourism Board di Malta alla Mtv Music Week non ci abbiamo pensato un attimo, e abbiamo subito fatto i bagagli. Nell’accettare l’invito non ci hanno convinto solo le ragioni geopolitiche: Malta ha ottime spiagge, buon cibo e da anni è meta conclamata di viaggi studio estivi. Diciamo che questa serie di combinazioni, oltre che l’dea di scoprire come funzionano i party in questa piccola isola del Mediterraneo, ci hanno invogliato molto.
Quella che abbiamo trovato è un’isola bellissima, antica, orgogliosa; per alcuni versi molto somigliante al nord della Puglia, al Gargano per intenderci. A Malta si trovano culture millenarie, storie di battaglie, conquiste e riconquiste, borghi medioevali, architettura moderna e palazzi residenziali mai finiti e abbandonati a metà. Il governo in carica ha puntato molto sul turismo, fonte primaria dell’economia maltese. L’isola – come detto – è un incrocio di popoli, culture e religioni, girandoci e vivendola si scopre come la confusionaria matrice di vita mediterranea si incroci perfettamente con abitudini nord europee.
Il turismo, perché quello siamo andati ad osservare, segue un flusso continuo proveniente in gran parte dal Regno Unito e dal nord Europa e si divide in tre parti: il turismo di chi è nell’isola per il mare e le spiagge; il turismo di enormi scolaresche che vengono nell’isola per le tante, tantissime scuole Ef; e infine il turismo di chi viene a Malta per il divertimento notturno e non solo, quello fatto di alcool, party, alcool e pub. La Mtv Music Week si inserisce, come era prevedibile, nell’ultima delle tre, proponendo una settimana di feste nei vari club dell’isola a buon prezzo e alla portata di tutti. Tutto bello? Tutto giusto? Purtroppo non tutto, per ragioni che già prima di partire ci sembravano chiare e che a fine viaggio ci sono sembrate ovvie.
Nulla da dire sull’isola, che è piccola ma bellissima. Nulla da dire sui suoi club, alcuni piccoli altri enormi: il Cafè del Mar ad esempio ci ha davvero sorpreso per grandezza e bellezza. Molto moltissimo da dire sull’associazione Malta + Mtv.
Mtv è ormai, non solo in Italia, una tv generalista fatta di tanti “programmini e programmetti” e zero musica. Lontano il grido di allarme di Justin Timberlake agli Mtv Music Awards in cui implorava il canale, post premiazione, di occuparsi di musica e lasciar perdere i Simpson e le serie tv. Certo, prima la musica “liquida” e l’avvento di YouTube e dei servizi di streaming non hanno contribuito e non sono stati avversari facili per Mtv, indubbio; ma il canale nel corso di questo lungo tempo ci ha messo comunque del suo. Parliamoci chiaro: Mtv sono più anni che non propone mezzo contenuto di qualità, dal punto di vista musicale (delegandoli magari al canale VH1, stesso gruppo). Finiti i tempi in cui su Brand New scoprivi gli Scuola Furano (al tempo un duo) o gli Audio Bullys per far due nomi, scavando nella biografia personale. Non vogliamo essere duri ma la sensazione è quella di un canale una volta musicale (sebbene sotto forma commerciale) che ha rinunciato alla sua missione originaria. Per fare di peggio.
Jersey Shore, The Grind, Geordie Shore, o in Italia Riccanza per dirne uno, sono contenuti che non fanno altro che confermare come la musica su Mtv sia morta da tempo (e si preferisca puntare ad altro, come coordinate… coordinate anche di un certo tipo, evidentemente). È forse inevitabile, quindi, che se un’isola come Malta va a collaborare con Mtv facendoci insieme la settimana della musica, allora non potrà fare a meno di catalizzare un determinato tipo di pubblico e un determinato tipo musica. No? Normale, cioè, che se divulghi contenuti tipo Jersey Shore ti troverai ad affrontare un certo tipo di pubblico; sarà insomma del tutto normale vedere una rissa in cui un ragazzo inglese picchia due ragazze inglesi che a sua volta avevano tirato un drink in faccia al ragazzo inglese; sarà del tutto normale avere a che fare con ragazzine sguaiate e urlanti e armadi che nel club proprio non riescono a stare senza intonare un coro della propria squadra, tra un drink e l’altro, in un delirio di auto-abbronzanti, vestiti fluo, pelli scottate e vodka e Red Bull per mantenere alta l’adrenalina. Non vogliamo fingere di non aver visto nulla del genere dalle nostre parti, sia chiaro; ma è giusto capire bene il tipo di party frequentati, quelli dove facilmente ignoranza, eccesso e maleducazione la fanno da padrona. Investire sul turismo giovane mettendo i drink al club a tre euro e cinquanta e la birra a due non è per forza una soluzione che risolve tutto. Anzi, può essere al contrario una complicazione.
Se ci addentriamo in un discorso prettamente musicale, le cose non migliorano. Chi vi scrive non ama molto l’EDM, ma una certa idea sul genere se l’è fatta, frequentando qualche festival e ascoltando i consigli di chi ne sa di più. Esiste una “buona” EDM in continua evoluzione, così come esiste la robaccia. Quella che per tre giorni abbiamo ascoltato grazie a Mtv non era banger risuonati quattro volte in una serata, “More Than You Know” ormai in giro dall’anno scorso suonata a ripetizione, per intenderci. Set fatti solo di grandi successi, già sentiti in ogni forma durante i festival degli ultimi anni, riproposti con poche varianti. Anche l’associazione con il Pacha di Ibiza ci è sembrata poco entusiasmante: più volte durante quel party ci siamo chiesti se davvero il Pacha porti in giro per il mondo questa roba e con quale idea di divulgazione.
Certo non ci aspettavamo techno autarchica, che comunque abbiamo trovato un sabato notte in un party segnalato da RA e frequentato solo da locali, dove abbiamo sentito ottima musica e ci siamo divertiti un mondo; non ci aspettavamo nemmeno festival da far concorrenza al Tomorrowland. Ma certo quanto abbiamo visto e sentito ci ha deluso. Malta, ci teniamo a ripeterlo, per mille altre cose ci è piaciuta molto: i due quadri di Caravaggio ad esempio, ospitati nella bellissima cattedrale di San Giovanni Battista a La Valletta, valgono da soli il viaggio. Ma in generale il fascino non manca, come dicevamo.
A nostro avviso quello che l’isola deve chiedersi è se questa partnership con Mtv può portare qualità e alzare il livello d’interesse verso di essa. Di nostro la risposta ci sembra di averla appena data. Partnership possibili ce ne sono a bizzeffe: si potrebbe decidere di puntare comunque sul Regno Unito e associarsi ad Annie Mac o a Rinse Fm, sono ipotesi fantasiose chiaramente, e in realtà senza andare di fantasia basta notare come negli ultimi anni il numero di festival, a Malta, si sia moltiplicato, con eventi anche dalla line up inappuntabile. Nulla di strano: bel posto, costi di produzione contenuti, comunque una predisposizione alla festa che è nei turisti, in parte nei residenti e – a occhio – evidentemente anche in parte nelle istituzioni, che di sicuro non ostacolano tutto questo (come in Italia siamo maestri spesso a fare, invece).
E’ che non serve Mtv, ovvero “questa” Mtv e questo tipo di impostazione artistica crassa, per spiegare in modo chiaro come un’isola bellissima, fatta di spiagge da perderci la testa, con una grande storia e buon cibo, possa e debba assolutamente puntare ad un salto di qualità alla sua portata. E’ controproducente.