MNY
“Believe Me”
Garrincha Soundsystem
MNY è un nuovo progetto di musica elettronica nato all’ombra di quei colli che Cesare Cremonini amava tanto esplorare con la sua Vespa. Ginevra Lamborghini, Jacopo Latini e Alessandro Cerami hanno messo insieme un singolo gustosissimo che già dopo il primo ascolto, difficilmente esce dalla testa. L’incantevole voce di Ginevra ben si sposa con il ritmo caldo e groovoso della base. “Believe Me” è un lavoro ben riuscito, a metà tra il pop e l’house, i cui echi ricordano quella hit estiva che rispondeva al nome di “Jubel”. Il singolo precede l’uscita di qualcosa di più “ciccioso” (Ep o Lp ancora non è chiaro) prevista per settembre/ottobre sempre su Garrincha Soundsystem. Nell’attesa di scoprire il seguito, mettiamoci le cuffie e lasciamoci trasportare dal ritmo sognante di questo brano. 9
Costanza Antoniella
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Gaika
“Crown & Key”
Warp Records
Dopo una manciata di mixtape e due maxi EP per Warp Gaika annuncia il suo debut album “Basic Volume”, LP che tratterà temi politici, filosofici con riferimenti diretti alla discriminazione, da sempre filo conduttore dei suoi lavori. “Crown & Key”, primo estratto accompagnato da un video d’effetto girato tra armi e crocifissi, suona come un “classico” pezzo di Gaika tra (t)rap ed elettronica. Visti i feat annunciati di SOPHIE, Dutch E Germ, Dre Skull e DADRAS ci aspettavamo qualcosa di più originale. 7
Marco Del Sasso
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Oliver Coates
“A Church”
RVNG Intl.
Ok l’essere crossover ma cosa ci fa un violoncellista su Soundwall? “A Church” è il singolo che introduce “Shelley’s On Zenn-La” nuovo LP di Oliver Coates, pupillo di Thom Yorke e Mica Levi, primo violoncellista della London Contemporary Orchestra: non un producer qualunque! Il suo background e il suo vivere di musica si percepiscono in questa complessa ma soave nenia elettronica che riuscirà a conquistarvi. 7,5
Marco Del Sasso
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DJ SCM
“Introducing Tony Pianola In Luce Artificiale”
Wataj Recordings
Sembra un’altra uscita che appartiene a Periodica Records o a qualche vecchio produttore di obscure disco-funk e invece DJ SCM, all’anagrafe Maurizio Schirò, è giovanissimo, è di Palermo – ma sta a Berlino, e anche lui è affascinato dal mood eighties, che tanto va per la maggiore in questo periodo, e che pervade in lungo e in largo il suo mini album di sei tracce. Solo che qui c’è una cura maniacale e deliziosa per gli arrangiamenti e il modo in cui si sviluppano i brani, soprattutto in “Balla Super (Con Me)” e “Dream Of Mezzanotte” (dove ci sta un super aiuto di Pellegrino della famiglia Early Sounds). Lavoro promosso. 7
Ludovico Vassallo
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Manent
“Assioma”
Unità Psicofisica
Per adesso in Sicilia si sta vivendo un bellissimo e florido fermento artistico di giovani produttori che fanno ben parlare di sé un po’ dappertutto. L’ultima novità in ordine cronologico arriva da Palermo e si chiama Manent. “Assioma 1” e “Assioma 2” sono le due facce della stessa medaglia: entrambe ipnotiche ai massimi livelli, la prima è più incalzante e minimal a dispetto della seconda che è più cerebrale. Un plus di questa prima uscita lo danno i remix di Refracted e Mod21. Ah, e la release è masterizzata al bacio da Neel. 7
Ludovico Vassallo
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MGUN
“Axiom”
Don’t Be Afraid
House o techno? Meglio tutte e due nel nuovo lavoro di Manuel Gonzales AKA MGUN. Detroitiano dalla testa ai piedi, nonostante le sue uscite su Wild Oats e The Trilogy Tapes la sua indole musicale appartiene al cosmo Underground Resistance, dove è anche salito sul palco nella band Timeline. Con queste premesse in “Axiom” possiamo ascoltare veramente di tutto: in “You Inside Me” ci sono i campionamenti di fino, “Nichrome” ha dei groove di basso sporchissimi, “359” viaggia velocissima su delle stratificazioni musicali da capogiro, “Your Never Home” è purissima house distillata da Detroit. Questi sono alcuni esempi presi in considerazione ma tenete a mente che l’intero album ha dodici tracce, quindi c’è veramente tanto altro da ascoltare. Molto probabilmente sarà un disco che passerà sotto traccia ma per me, oggi, è uno degli album dell’anno. Watchout! 9
Ludovico Vassallo
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Laurel Halo
“Raw Silk Uncut Wood”
Latency
Arriverà il giorno in cui potremo agevolmente classificare/definire/interpretare la musica di Laurel Halo? Speriamo di no. Di certo quel giorno non è oggi: l’ultimo tassello della sua poliedrica discografia, fresco di announcement ufficiale, si svela come l’ennesima coraggiosa e imprevedibile declinazione del “corpus haloiano”. Messi da parte i collage futuristici dei suoi lavori targati Hyperdub, la musicista statunitense approda ad un inedito linguaggio minimalista e meditativo, di dichiarata ispirazione taoista (“Need little. Want less”), in un mini-album realizzato in collaborazione con Oliver Coates al violoncello ed Eli Kessler alle percussioni. “Raw Silk Uncut Wood” vedrà la luce il prossimo 13 luglio sulla parigina Latency, nell’attesa la title-track può già toglierci il fiato. 9
Viviana Gelardi
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Chromeo
“Head Over Heels”
Atlantic Recording
Va bene lo ammetto: mi piacevano i Chromeo, anzi devo dirla fino in fondo conosco i primi due album a memoria, ora non più. Senza stile, senza idee, un continuo riciclare quattro intuizioni portate avanti per dieci anni. Per carità passate avanti e dimenticateli come farò io. L’album? Non vale la pena nemmeno nominarlo. 2
Mirko Carera
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Ash Koosha
“Unnamed”
Self released
“Unnamed” è una collezione di inediti e una storia personale scritta al contrario: dalla consapevolezza dell’età adulta nel pezzo di apertura al momento della venuta al mondo in quello di chiusura. Un disco intimo, più godibile e facile del solito. Ricorda un po’ James Blake e un po’ Sohn. 8
Giulia Matteagi
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Fabio Monesi pres. Dj Protein
“Say My Name EP”
Protein
Nuova etichetta e nuovo alias per la nostra vecchia conoscenza di Giant Steps Fabio Monesi, che flirta coi suoni raw e lofi da ben prima che diventassero la moda del momento e che quindi è in grado di farlo con un talento e una sensibilità non comuni. Se la b-side è “solo” un ottimo pezzo di lofi house, però, la traccia sul lato A prende un sample classicissimo delle Destiny’s Child e lo trasforma in un’arma di distruzione di massa per i dancefloor. 7
Mattia Tommasone
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Neel & natural/electronic.system.
“Sinergia EP”
Tikita
Ambient techno? Forse meglio riferirsi a Voices From The Lake per individuare il movimento (più che il genere) in cui può collocarsi questo italianissimo lavoro a sei mani. Techno concepita per spazi aperti, in connessione (reale o immaginata) con la natura, piuttosto che in scenari post-industriali. Techno organica e ritualistica, techno che cresce e respira. Un sound celebrato dalla defunta Prologue (e oggi da label come Hypnus o Silent Season) e che trova nel Labyrinth la sua massima espressione in forma di festival. “Sinergia EP” è firmato da Neel (che ne cura anche il mastering) e dal duo natural/electronic.system., aka Valerio Gomez de Ayala e Antonio Giova, alla loro seconda uscita sulla marocchina Tikita. Quattro tracce per perdersi (e ritrovarsi) nel bosco. 8
Viviana Gelardi
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Matthew S
“First”
INRI/Metatron
C’è un po’ di Tiga, c’è un po’ di Deadmau5, c’è un po’ di Chainsmokers…insomma, una pluralità di generi davvero inusuale, che a volte può fare la fortuna di un disco, altre volte no. “First”, album di Matthew S, risulta quindi, nel suo insieme, troppo variegato e difficile da “incasellare” in un progetto unitario. Se presi singolarmente, però, i pezzi sono davvero ben riusciti, specie “Touch” e “Humor”. 6.5
Francesca Bortoluzzi
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Claptone
“Fantast”
Different Recordings
Un Claptone diverso, forse (troppo) commerciale. Alcune tracce portano con sè un sound fresco e curioso, come “In The Night”, altre annoiano. Nulla di troppo memorabile, specie per uno come Claptone. 5
Francesca Bortoluzzi
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Nicky Romero
“Duality”
Protocol Recordings
Se le precedenti produzioni di Protocol Recordings hanno cavalcato, finora, un’onda troppo comoda, ecco che arriva, nella normalità, una traccia ben fatta. Nicky Romero sale in cattedra, come un vero “big” dovrebbe fare, per mostrare “come si fa” e a dimostrare che la progressive non è morta. Perfetta per gli amanti dei drop solidi e dell’atmosfera “da festival”. 7
Francesca Bortoluzzi
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Fatima
“Caught In A Lie”
Eglo Records
Fatima conferma il suo status da voce r’n’b più elegante e potente d’Europa con questo nuovo singolo che anticipa l’attesissimo nuovo album “And Yet It’s All Love”. La produzione è come sempre affidata a Flako che fa un lavoro eccezionale cucendole di sopra un beat semplice che risalta le abilità melodiche della cantante. 10
Ludovico Vassallo
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Marshmello
Joytime II
Self Released
L’ultima trovata di Marshmello, che è sempre più immagine e poca sostanza, è ottimo esempio di come fare un disco davvero senza arte nè parte, senza passione alcuna e senza buon gusto. Sconsigliatissimo. 4
Francesca Bortoluzzi
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Martin Garrix feat. Khalid
Ocean
STMPD RCRDS
Martin Garrix senza i suoi drop? Ebbene sì, e va bene così. Va bene perché finalmente ci si apre a mondi nuovi, va bene perché si parla di un pezzo ben riuscito e calibrato, va bene perché il giovane olandese ha saputo dialogare alla pari con Khalid, che evidentemente ci ha messo molto del suo. 7
Francesca Bortoluzzi
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Martyn
“Voids”
Ostgut Ton
Fresco di uscita, l’ultima fatica di Martijn Deijkers è la summa della sua dottrina, un concentrato di bass UK, 2-step e techno futurismo. È un disco cupo, illuminato da improvvisi bagliori, è turbolento e conciliante al tempo stesso, è il riflesso del periodo in cui si riprendeva da un grave attacco di cuore (“explosive decompression” canta il loop di Voids Two), è la scelta urgente di dedicarsi alla musica che ha sempre amato. 8
Giulia Matteagi
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Pendulum
“The Reworks”
Earstorm
Ok, un album di remix è solo un aperitivo di quello che tutti i fan del gruppo australiano sperano di sentire da quando hanno annunciato la reunion, ma se le premesse sono queste l’aspettativa raggiunge livelli stellari. Praticamente ogni remix prende il tratto distintivo dell’originale e lo porta alle sue massime possibilità, facendo risaltare la versatilità originaria dei Pendulum: “Crush” è una traccia metal, dice Devin Townsend; “Watercolour” una da mani al cielo e abbraccioni, dicono Matrix & Futurebound; “Blood Sugar” un missile terra-aria di zarrìa infinita, ribadiscono gli stessi Pendulum con l’alias da autoscontri, Knife Party. Noi lo sapevamo già, ma sentirlo concretamente e vedere che perle sanno tirare fuori dal materiale originale pesi massimi come Noisia, Skrillex e Moby, non può che farci piacere. 8
Mattia Tommasone
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Benny Benassi feat. Sofi Tukker
“Everybody Needs A Kiss”
Ultra Records
Forte di una carriera strepitosa alle spalle e forti di un recente e notevole successo, Benny Benassi e Sofi Tukker hanno unito le forze per concepire un lavoro che riesce a coniugare bene le caratteristiche di entrambi. C’è la voce tagliente di Sophie, ma c’è anche l’house tipica del producer italiano. 6.5
Francesca Bortoluzzi
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Axwell /\ Ingrosso feat. RØMANS
“Dancing Alone”
Refune Music
Evidentemente non ci ha pensato solamente Nicky Romero, ma anche Axwell /\ Ingrosso: la progressive, molto vicina a come la conoscevamo qualche anno fa, sta tornando. Già collaudata sugli stage di molti festival, “Dancing Alone”, con un’iconica Paris Hilton in copertina, è un bel pezzo che rivede la progressive in un’ottica sempre più pop e dance. 7
Francesca Bortoluzzi
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Kharfi feat. Devonte
“Bye Bae”
Doner Music
Che Kharfi abbia sempre fatto fatica a staccarsi dal successo, enorme e inaspettato, ottenuto con “Hei Bye”, non è di certo un mistero. Con “Bye Bae”, però, il giovane produttore sembra voler chiudere e andare avanti. Apprezzabilissima l’idea comunque con cui è stato elaborato il sequel della “traccia madre”, con arpeggi che ricordano la fortuna ottenuta da quest’ultima. 7
Francesca Bortoluzzi
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Breathe Carolina feat. Sunstars
“Feel It”
Musical Freedom Label
Dopo la prima collaborazione insieme, “DYSYLM”, Breathe Carolina e Sunstars hanno dato vita a una nuova traccia, “Feel It”. Il pezzo nel complesso risulta buono, con drop davvero riuscitissimi. Forse c’è troppo a ricordare “Gecko” di Oliver Heldens. 6.5
Francesca Bortoluzzi
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Kido feat. Laura SIjn
“All We Have”
Nameless Records
Una delicatezza e una sensibilità senza pari, soprattutto se si pensa che a produrre è stato un ragazzo di quasi diciotto anni. Quattro minuti e venti secondi giocati sullo stesso giro, senza pazzie melodiche e senza, inutili, forzature. Aiutato dalla voce paradisiaca di Laura Sijn, Kido ci presenta la bellezza della semplicità. 7
Francesca Bortoluzzi
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I Am Sid
“The Dancing Plague”
Repost Network
I Am Sid è uno di quegli artisti a cui basta la propria creatività e la propria tecnica per emergere. “The Dancing Plague” è un EP dalle sfumature dark, in un crescendo di tonalità che vanno da Gesaffelstein a The Chemical Brothers. “The Dancing Plague” è la riconferma che I Am Sid ha molto da dire ed è la conferma che questo è uno degli artisti più eclettici ed interessanti del panorama italiano. 7.5
Francesca Bortoluzzi