…e insomma, c’è evidentemente una maledizione che grava su Roma, almeno per quanto riguarda la programmazione di un certo tipo di clubbing (quello che, giocoforza, per background e per ragione sociale, noi qua a Soundwall sentiamo più vicino): quella che negli ultimi anni era stata la destinazione principale di un certo tipo di proposte – senza naturalmente voler sminuire le altre, di destinazioni – pone fine dopo tre anni e mezzo alla sua storia per diventare altro. Ora è ufficiale: l’Ex Dogana così come l’avete conosciuta finora non ci sarà più.
Cosa diventerà? Proprio l’Ex Dogana, sulla sua pagina Facebook, ha pubblicato questo post. Fatevi voi la vostra idea (sapendo che, al momento, la soluzione più probabile – data anzi praticamente per certa da molti – è quella che vuole la costruzione di un albergo della catena di hipster-lusso The Student Hotel).
Una cosa è certa: lo spazio è (era) di pregio, è (era) altamente suggestivo, è (era) multidimensionale, con la sua alternanza di spazi aperti e chiusi e di varie sale è (era) uno dei posti migliori d’Italia ma ci verrebbe anche da dire d’Europa come potenzialità logistica per essere un polo culturale di livello a indirizzo musicale e club culture di qualità. Certo, molto poteva essere fatto per migliorarlo, a partire dall’acustica e in generale dalla cura del luogo: ma evidentemente ci si è sempre sentiti “temporanei”, e chi aveva in gestione il luogo non ha voluto fare investimenti sul lungo termine. Col senno di poi, col senno che ora dopo tre anni e mezzo tocca passare la mano: come dare torto? Un cane che si morde la coda, un circolo virtuoso al contrario.
Le discussioni su chi ha fatto cosa, su cosa si poteva muovere e promuovere meglio sono relative, e riguardano (giustamente) gli stretti addetti ai lavori romani: ciò che è un dato di fatto oggettivo è però che, per l’ennesima volta, la Capitale perde nello spazio di pochi anni un luogo che si era dimostrato un hub di alto valore per la musica elettronica (e dintorni) di qualità. Si può vivere anche senza di esso, certo; ma per l’ennesima volta Roma negli ultimi anni perde dei treni per essere agganciata alla contemporaneità musicale europea, e li perde non per mancanza di idee e di operatori ma in primis per la difficoltà logistica di trovare delle “case” adeguate, organizzate, continuative, solide e – esageriamo – magari pure “protette” dalle istituzioni, che se fossero tali dovrebbero avere a cuore la necessità che la vita culturale della città sia, anche in musica, settata con le migliori tendenze contemporanee, e lo sia ogni fine settimana.
Per fortuna in città continuano a esserci ancora eccellenze e gente che lavora sodo e con belle idee. Non muore nessuno. Non è morto nessuno. Ma vedere come sia sempre tutto maledettamente difficile, in una delle città più belle (e vive) del mondo, dà fastidio, provoca stupore, deprime pure un po’.
(Nella foto in alto: Ellen Allien durante un’epica serata all’Ex Dogana: immagini che non rivedremo più)