Ormai ne avrete sentito parlare. Nello stesso anno in cui i suoi Calibro 35 hanno mandato in orbita l’imperdibile “Decade”, Massimo Martellotta si è ritagliato un ampio, meritato spazio personale e ha portato avanti un progetto in cinque volumi – pubblicati a cadenza periodica da Cinedelic Records – che giunge finalmente a compimento, candidandosi a regalo sotto l’albero di Natale nella sua versione Complete Series Deluxe Box Set contenente cinque vinili, ciascuno di un colore diverso, abbelliti dalle grafiche di Luca Barcellona (c’è anche una sporta per portarseli comodamente appresso).
Realizzato in completa autarchia, suonando tutto in maniera autonoma e registrando le tracce nel proprio laboratorio di Milano, l’OneManStudio, tra improvvisazioni e vere e proprie composizioni, “One Man Sessions” si articola appunto in cinque lavori contrassegnati dall’utilizzo preponderante di un determinato strumento, a indicare la strada del rispettivo immaginario espressivo. Un’idea intrigante che ci ricorda un po’ quanto fatto nel 2011 dall’(ex) The Fiery Furnaces Matthew Friedberger, nella sua più estrema iniziativa solistica “Solos” (sei album, poi raccolti assieme, in cui veniva usata una sola tipologia di strumento alla volta).
Le “One Man Sessions” sono partite lo scorso maggio con “Sintesi”, dedicato ovviamente ai sintetizzatori, sia analogici sia digitali, con un occhio a maestri come Wendy Carlos e Brian Eno e l’altro volto alla contemporaneità di Nicolas Jaar e delle soundtrack carpenteriane di “Stranger Things”, per poi passare nei mesi successivi al piano (in)preparato con oggetti di uso comune di “Unprepared Piano”, a un’intera orchestra sinfonica nell’autoironico “One Man Orchestra”, alle chitarre di “Underwater” (così chiamato per via delle timbriche liquide delle sei corde, da library sottomarine) e approdare adesso al groove, ottenuto principalmente per mezzo di batteria e wurlitzer, del nuovo “Just Cooking”. Stavolta il titolo del disco fa riferimento alla passione per l’arte della cucina: scrivere o ascoltare musica e stare ai fornelli, un connubio perfetto. In scaletta ci sono quindi “Carbonara”, “Big Burger”, “Foie Gras”, “Pasticciotto” e altre quattro deliziose portate da mandar giù a suon cinematico di funk, jazz, afrobeat e psichedelia. Il multistrumentista romano, d’altronde, esibisce tanto una conoscenza straordinariamente vasta della musica quanto eccelse doti esecutive. In pratica, se ancora ci fosse bisogno di dimostrarlo, ha tutti gli ingredienti in pugno e la capacità di armonizzarli in ricette sonore gourmet. Buon appetito.