Fresco di pubblicazione di “Machine Learning”, il suo album d’esordio per Museek Records, Imaginary Part è il primo Giant Steps del nuovo anno. Davide Cuoghi – questo il suo nome di battesimo – è un giovane produttore modenese di stanza da qualche tempo a Manchester che con la sua ricerca e il suo lavoro svela tutta la sua passione per i lavori di alcuni dei mostri sacri dell’elettronica, come Jeff Mills, Juan Atkins e Aphex Twin. Il tutto però condito da una sana dose di curiosa razionalità, prerogativa che lo ha spinto prima a scegliere un moniker da matematico incallito e poi, proprio in “Machine Learning”, ad adottare soluzioni sonore innovative e virtuose.
Non vi resta che premere play e iniziare nel modo giusto la vostra settimana.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Il mio primo vero approccio alla musica elettronica, in particolare ai sintetizzatori, lo devo a mio padre. Ascoltava spesso “The Dark Side Of The Moon” e io rimanevo sempre estasiato dalla sequenza elettronica del Synthi in “On The Run”.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Il momento di svolta è stato la fine dei miei studi alle superiori. Studiavo chimica, anche se gli ultimi tre anni ho tirato a campare senza particolare interesse nella materia. Da qualche anno avevo comprato una mini consolle e passavo la maggior parte del tempo libero a suonare. Successivamente ho iniziato a suonare nelle seconde sale di alcuni locali della provincia modenese e a registrare i primi loop su Logic. Dopo aver ottenuto il diploma, ho deciso di prendere la musica più seriamente e quindi di trasferirmi a Milano per proseguire gli studi in electronic music production e sound design.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
L’inizio del mio percorso musicale, quando ho iniziato a registrare le prime tracce e a suonare i primi dj set. Le prime cose erano davvero terribili. Riuscire ad inquadrare il mio stile musicale, trovare il giusto approccio alla produzione e proporre la mia selezione musicale a dancefloor quasi deserti per anni è stato un po’ una sofferenza. Adesso però mi rendo conto che tutto questo ha influito positivamente nel portarmi dove sono ora, musicalmente e geograficamente parlando.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente la decisione di trasferirmi per studiare a Milano. Successivamente il proseguimento degli studi universitari in Inghilterra, cosa che mi ha permesso di conoscere e vivere in prima persona la scena musicale inglese. Infine, ottenere una residenza mensile con il mio show radiofonico su Reform Radio e il debutto alla console di Eastern Bloc a Manchester.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Il mio hobby preferito è lo snowboard, anche se purtroppo vivendo in Inghilterra non riesco a praticarlo spesso come vorrei. Mi piace cucinare, lo trovo molto rilassante. Per liberare la mente e uscire dai ritmi ossessivi della città vado a correre lungo il Rochdale e l’Ashton canal qui a Manchester, anche se ultimamente non ho molto tempo libero. Infine, anche se molto banale e scontato, dico viaggiare perché mi permette di vedere e provare cose nuove fuori dalla mia comfort zone, cosa che trovo molto utile anche in studio.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Probabilmente il fatto di non avere seguito nessuna formazione musicale fin da piccolo, anche se con il senno di poi questo ha contribuito ad avvicinarmi al genere che faccio ora.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Aphex Twin “Selected Ambient Works 85-92”
Autechre “Incunabula”
J Dilla “Donuts”
Caterina Barbieri “Patterns Of Consciousness”
Boards of Canada “Geogaddi”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Come libro “Il Paesaggio Sonoro” di Schäfer. Come film “Alien” di Ridley Scott, ma anche “Arrival” di Villeneuve, “Gravity” di Cuarón e “Blade Runner” di Scott, soprattutto per il lavoro di soundtrack e sound design che accompagna le immagini.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
L’ultima release su Museek, il mio album di debutto “Machine Learning”.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Personalmente il web mi ha aiutato tantissimo per quanto riguarda il networking, rimanere in contatto con famiglia, amici e colleghi musicali e soprattutto nell’arricchire il mio bagaglio sonoro e culturale. Fondamentalmente però credo che il web sia un’arma a doppio taglio. Troppo spesso, in particolare i social media possono illuderti di riuscire ad ottenere tutto quello che vuoi all’istante, senza minimo sforzo: tutto quello che si desidera sembra essere a portata di mano. Inoltre, ci si paragona spesso solamente con il successo di altre persone, sminuendo i propri traguardi, creando una percezione sproporzionata della realtà. Questo lato del web contribuisce negativamente sulla propria salute mentale. Ovviamente usato in un certo modo diventa un enorme vantaggio rispetto al passato, senza il web credo che non sarei dove sono ora.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque
condividere parole, progetti, obiettivi?
Alberto Bello (Paguro/Delhikate), Niccolò Bruni (Billy Bogus) e Francesco Cassino (Comakid), per il supporto e i preziosi consigli che mi hanno dato in questi anni. Albi prima, Nic e Cesco più tardi, sono stati fondamentali per muovere i primi passi nell’ambiente musicale.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Anni fa, un conoscente mi mise in contatto con una band rock locale, fuori Modena. Poche settimane dopo mi sono ritrovato nel loro studio, un po’ per caso e un po’ controvoglia: era un’occasione per vedere strumenti e musicisti in azione, sebbene non mi interessasse particolarmente nessuna delle precedenti. Dopo circa un’ora di registrazioni, sono inciampato goffamente sull’alimentazione del Tascam digitale su cui erano registrate (ma non salvate) le tracce della band. Il cantante, che inizialmente non si è accorto di nulla, ha cercato invano di recuperare i progetti per una mezz’ora buona, incolpando la scarsa qualità del Tascam. Successivamente ha notato la spina staccata e, palesemente alterati, la band ha ricominciato a registrare molto peggio rispetto alla prima sessione. Non ho mai avuto più notizie da allora.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
La mancanza di fiducia da parte di promoter e club verso i giovani artisti locali, quando a loro troppo spesso viene preferito l’artista di fama internazionale. Un altro grosso problema, relativo alla scena musicale modenese in particolare, è la carenza di club culture, la voglia di sperimentare e scoprire il nuovo, di valorizzare la qualità della musica, soprattuto per quanto riguarda le generazioni più giovani.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il prossimo obiettivo è quello di realizzare un vero e proprio live set, portando synth e drum machine fuori dallo studio, che è poi il motivo principale per cui ho prodotto “Machine Learning”. L’idea è quella di replicare il setup che uso in studio, lasciando spazio all’improvvisazione. In futuro mi piacerebbe lavorare anche ad un live audio/visivo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.