Gabriele Salerno, in arte T Kode, è uno dei tanti giovani protagonisti della scena techno italiana che hanno scelto Berlino come luogo dove provare a coltivare i propri sogni. Studente di conservatorio e grande collezionista di dischi, si appassiona, come tanti coetanei che frequentano i club tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila, ai groove vorticosi della techno di stampo napoletano e capitolino portandolo, col tempo e col crescere di esperienza e consapevolezza, alla ricerca di un’estetica tutta sua, oggi sintetizzata dalla sua label: Stratosphera Records.
Siamo lieti oggi di presentarvelo sulle nostre pagine e di farvi ascoltare il prossimo EP in uscita sulla sua etichetta, da titolo “Anima Mei”, impreziosito dai soliti, validissimi remix firmati da Mike Parker e Conrad Van Orton.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
“Theychx” a firma F.U.S.E: è ancora il futuro dopo quasi vent’anni dal suo rilascio, ciò continua a farmi “pensare e immaginare” ogni volta che l ascolto.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Ero in Australia, precisamente a Sydney, mi ero trasferito per un esperienza lavorativa e per esplorare altre realtà. Ho sempre preso parte a molti eventi sia in Italia che in Europa e nella stessa Sydney, non mi bastava più ascoltarla: volevo produrla. Così mi sono chiesto cosa stessi facendo così lontano e distaccato dalla cultura e dalla mentalità che amo, ovvero quella della techno europea. Così ho capito che questa è la mia strada!
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Sinceramente non credo di aver mai avuto una crisi vera e propria, forse quando da Roma mi sono trasferito a Berlino, ma proprio perché ripartire da zero non è mai facile. Ho dovuto reinventare la mia vita, ho dovuto (con estremo piacere) capire la mentalità e la cultura di un popolo non molto lontano dall’Italia ma differente in tutto e per tutto. Quindi i primi passi non sono stati facili, ma ora è tutto diverso.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente primo su tutti l esordio nel leggendario Tresor Club di Berlino; a seguire il primo showcase della mia etichetta Stratosphera Records. Poter mostrare al pubblico berlinese il concetto di questa label, poi farlo all OHM Club (circuito Kraftwerk, Tresor, Berlin Atonal) è motivo di grande soddisfazione personale pensare che mi sia stata data questa possibilità da persone per le quali la musica conta a differenza dei falsi miti.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Nel mio tempo libero vado in palestra, la quale mi da stabilita mentale e mi fa concentrare su me stesso. I quelle occasioni ho del tempo solo per me e ciò mi rilassa molto: è una valvola di sfogo alla quale non posso rinunciare. Amo l’arte in tutte le sue forme e cerco di andare a vedere mostre nuove. Purtroppo non riesco a dedicare troppo tempo a queste attività, ma quando ne ho la possibilità mi immergo a capofitto.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Musicalmente parlando non ho rimpianti, sono ancora troppo giovane per averne e solo all’inizio di una lunga carriera. In futuro si vedrà, spero sempre di prendere decisioni giuste in modo da non poter avere rimpianti.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Sicuramente un album che non può mancare è “Dimension Intrusion” di F.U.S.E, davvero qualcosa di speciale.
Un altro capolavoro stampo Pink Floyd è a mio parere “The Dark Side Of The Moon”: per quel periodo storico e musicale sicuramente un album che ha segnato il modo di vedere la musica e raccoglie dei temi molto importanti.
Uno dei dischi nella mia collezione a cui tengo molto è quello di Moby, “Come on Baby”: fine anni ’90, un pezzo d’antologia.
Altro album importante per me è quello dei Drexcya rilasciato sull’etichetta Tresor nel 1999 intitolato “Neptune’s Lair”. Ce ne sono molti belli e importanti, che segnano un era nella scena elettronica e non, tra questi vorrei citare anche il quinto X- Calibur “Higher”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
A me piacciono molto film di guerra o anche film gangster americani. Uno che amo – sarò banale! – è “American Gangster” con Denzel Washington.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Per il momento, tra i risultati di cui vado più orgoglioso, ci sono sicuramente l’esordio al Tresor di Berlino e la possibilità datami dall’OHM Club di poter presentare per la seconda volta la mia label Stratosphera Records.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
L’onnipotenza/onnimpresenza del web ormai fa parte della nostra vita, artistica e reale che sia. Secondo me è molto importante curare questo aspetto ma non è la chiave di tutto, dovrebbe parlare più la musica e le produzioni che sono la chiave per raccontare chi sei e cosa vuoi esprimere.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ho stretto rapporti e certi di questi si sono rafforzati ancora di più: Mattia e Simone del duo Beat Movement sono quelli con i quali condivido maggiormente idee, anche perché ci conosciamo ormai da cinque anni circa e abitando a Berlino tutti e tre ci frequentiamo molto. Sono felice di aver collaborato anche con Mike Parker e Conrad Van Orton in “Anima Mei” prossimo EP sulla lista Stratosphera Records.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Nei primi tempi che frequentavo i locali di Berlino molte volte sono incappato in situazioni strane e non consuete, non saprei come spiegarvele.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Quello che mi da più fastidio è che non credono nei giovani talenti, ma cercano sempre il grande nome estero che porti più gente possibile alle serate a costo di pagarlo cifre spropositate non dando spazio agli artisti locali, i quali, per esprimersi devono trovare degli escamotage. Eppure di talenti in Italia ce ne sono molti…
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Vado molto fiero della prossima uscita del mio EP “Anima Mei”: penso di aver dato ed espresso tutto quello che ho vissuto e recepito in questi due anni a Berlino, un progetto che racchiude varie sfaccettature del mio modo di vedere la musica elettronica e sono contento che artisti come Mike Parker e Conrad Van Orton abbiano lasciato la loro firma.
Un altro progetto di cui vado molto fiero è vedere la mi label in un locale come l OHM, la prossima il 27 Aprile e anche qui ci sara la sorpresa…
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
La musica è la voce che ho scelto per rappresentare quello che provo e che vivo, quello che ho dentro, quello che sono e quello che saró. Vi lascio con un disco bellissimo.