“L’improvvisazione è un elemento importante nel processo creativo”: una frase che di per sé non è strana o inusuale, ma che di solito se ci si muove nei mari dell’elettronica è adottata per lo più da chi opera sui territori più radicali e sperimentali. Bene: non è questo il caso di go-Dratta. Palermitano d’origine ma ormai europeo come raggio d’azione e residenza, è uno di quei producer sulla scia del primo Four Tet, di Gold Panda, di Tycho e alti esempi “alti” che opera in quella terra-di-mezzo dove non c’è la dittatura dell’alfabeto dance ma c’è, piuttosto, la voglia di contaminarsi in maniera avventurosa ed intelligente con schegge di folk, indie, jazz. Ci vuole coraggio e competenza per farlo; avere un background da musicista “tradizionale” (studi al Conservatorio, ma anche frequentazioni col jazz) aiuta eccome.
Per go-Dratta è così. Tra l’altro, si sta costruendo un profilo passo dopo passo, non è che arrivi dal nulla all’improvviso: attivo ormai dal 2012, release su label come Syntheke ed Elastica (con quest’ultima anche la possibilità di re-interpretare un classico dei grandi Almamegretta), un continuo lavorare sulla propria “voce” per renderla sempre più consistente, qualitativa, interessante. E’ così che “New Probe”, che abbiamo il piacere di presentarvi qui in anteprima, è davvero qualcosa di interessante.
“Un disco che ho composto in quattro, cinque mesi, partendo dalle tracce “Stay On” e “Tesura”. A me piace partire dalla mia istintività: mosso dalle emozioni, attraverso il processo dell’improvvisazione riesco poi a buttare giù la prima materia su cui poi lavorare di cesello. Ho suonato pianoforte per molti anni, ho approfondito in vari modi il repertorio anche più legato al jazz: grazie a tutto questo, credo di saper gestire abbastanza bene il flusso creativo, fino ad arrivare alla creazione di qualcosa che soddisfi i miei desideri e le mie esigenze e dia vita a qualcosa di solido e strutturato, pur partendo da una base appunto molto emozionale, molto istintiva”: così go-Dratta.
Parlando con lui, emerge anche una interessante visione sulla scena musicale italiana contemporanea, per quanto riguarda l’elettronica e non solo: “Se ci riferiamo alla scena elettronica italiana, non posso fare a meno di pensare a nomi come Bochum Welt, Lorenzo Senni, Clap! Clap! o Vaghe Stelle: italiani che non a caso sono riusciti a portare la propria musica e il proprio tocco personale anche al di là dei confini nazionali. In generale, se guardo a quello che succede oggi, ho l’impressione – da ascoltatore – che al di là dell’elettronica si stia davvero molto perdendo la qualità nelle produzioni e nei contenuti. Penso alla trap, o all’indie che va di moda adesso: spesso ad esempio per quanto riguarda il testo si procede solo attraverso ossimori o ritornelli infantili. Poi, per carità, c’è bisogno anche di quello… ma le mie esigenze sono diverse”.
“New Probe”, che merita assolutamente il vostro ascolto, esce ufficialmente il 7 giugno, sulla label Futurissima, ancora ai primi passi ma con tutti i mezzi e le competenze per diventare un bel punto di riferimento in Italia (e non solo) per le nuove sonorità e le visioni musicali più “avanzate”.