Uno può – e deve – girovagare per l’Italia, perché come abbiamo provato a spiegare qualche giorno fa tra i nostri confini ci sono davvero tanti festival di musica di qualità (anche quelli che riescono a svolgersi nei giorni e nei modi di Dekmantel, colpendo comunque tanto nel segno), ed è un nostro dovere morale oltre che gran piacere personale far sentire il nostro appoggio, se vogliamo che il mondo, il nostro mondo sia un posto migliore. Perché quelli che si lamentano “Eh l’Italia…”, “Eh la scena musicale di casa nostra…”, “Eh i festival…” sono sempre più persone che evidentemente sono più brave a lamentarsi che ad andare in giro a cercare dei motivi per smettere di lamentarsi, e anche basta. Il lamento continuo lasciamolo pure ai legalisti e alla loro ipocrisia, a quelli che vorrebbero chiudere tutto e tutti, a quelli che vorrebbero una società sicurissima, così sicura da essere morta (o in mano a logiche da multinazionale).
Uno può girovagare, e deve farlo, anche perché girovagando troverà dei posti che rapiranno il cuore. E da quando l’abbiamo conosciuto, Fuck Normality è esattamente questo. Il classico evento che puoi essere davvero orgoglioso di consigliare agli amici, forse la definizione migliore è questa: perché è bello, perché è percorso da gente bella e presa bene, perché nasce “dal basso”, perché privilegia sempre il giudizio artistico (ed umano) alle mode ma nel farlo, beh, ha un giudizio artistico affilatissimo, in grado davvero di “disegnare” una mappa non scontata in quell’area che ha per vertici elettronica, raffinatezza, eleganza, impatto da dancefloor, suggestione atmosferica.
(2016, qui Populous in azione: il Fuck Normality inizia ad essere una cosa seria, con affluenza seria, per continuare a crescere edizione dopo edizione)
Fuck Normality nasce “dal basso” e fa ancora respirare questa atmosfera da “festa tra amici” in primis perché si svolge negli spazi esterni del Sudestudio (una cellula di creatività libera e qualità tecnologica&professionale applicata alla musica), il backstage tanto per intenderci sono le cucine e la veranda esterna dell’edificio e in generale troverete tutto costruito in maniera semplice, artigianale. Ma Fuck Normality è anche un evento che, con la sola forza della sua qualità, è diventato un appuntamento che attira un pubblico importante, una di quelle affluenze che se pensi di fare il furbo e di arrivare tardi rischi non solo di fare una gran coda ma proprio di restare e insomma, noi vi abbiamo avvisato.
Fuck Normality nasce in Salento, è profondamente salentino, ma è esattamente il Salento opposto rispetto a quello degli, ehm, “lanciatori di transenne”. E’ il Salento dei musicisti – è uno dei festival in cui abbiamo visto più musicisti fra il pubblico, gente che era lì per il piacere di esserci e non perché dovesse suonare – ed è il Salento che fugge, serafico, dai luoghi comuni estivi della zona, fregandosene di fare da contenitore pre-confezionato per vacanze tamarre e cercando invece buone vibrazioni e specificità. Il risultato è un’atmosfera davvero particolare, in cui corrono parallelamente un senso di tranquillanza, informalità, rilassatezza e al tempo stesso la consapevolezza che se si è lì, si è lì perché si cerca qualcosa di ben preciso, particolare. Si cerca la qualità. Della musica. Della vita. Delle relazioni. E senza tirarsela.
…se queste parole vi paiono troppo, è semplicemente perché a Fuck Normality non ci siete ancora stati. Bene: in tal caso potete riparare in questo 2019 esattamente in data 16 agosto. Tutte le info le trovate qui. Non ci dilungheremo nemmeno troppo sulla line up in sé, non perché non valga (tutt’altro!) ma perché più che fissarsi sui singoli nomi e sul loro tasso di fama il concetto fondamentale da comprendere è l’attitudine. Tiger & Woods, Lamusa II, Bambonou (un trio che già da solo vale il viaggio in Salento apposta, messi lì tutti in una sera); e per quanto riguarda gli italiani Capibara (uno dei più sottovalutati in assoluto: è bravissimo), Nava, Bonbooze, Marco Erroi, a dimostrare come dalle nostre parti l’elettronica è ancora ricerca, sa farsi pop, sa farsi dancefloor, sa farsi scrittura ricercata, sa farsi sorpresa (…che poi, a dirla tutta, pure Tiger & Woods sono italiani, italianissimi: è divertente come di primo acchito uno non ci pensi).
Vorremmo però chiudere sottolineando una cosa: non solo musica. Fuck Normality è una esperienza totale, e appagante in quanto tale. Perché anche occhio e pensiero vogliono la propria parte – e pure quest’anno sarà così.
Insomma: anche quest’anno se volete un Salento migliore e un’estate migliore, Fuck Normality è pronto ad accogliervi. Nel miglior modo possibile. Regalategli la parte migliore di voi. Se la merita, sa come curarla.