Per lavoro si passa molto tempo ad esplorare il web – o anche a parlare con addetti al settore di fiducia, resta sempre il metodo migliore – per capire cosa succede in giro, quali sono le realtà interessanti, quali sono le novità più particolari. E’ cosa buona e giusta farlo sempre; è cosa ancora più buona e giusta farlo ora, per “battere” la crisi di cui tanto si parla e che, numeri alla mano, c’è. Ma sinceramente, stiamo arrivando secondo noi all’inversione di tendenza. O almeno, di sicuro girando per l’Italia ci sono un sacco di realtà, vecchie e nuove, che portano avanti la bandiera del clubbing di un certo tipo e – la cosa più importante – sanno come far star bene le persone. Era da un po’ che After Caposile era nei nostri radar; finalmente siamo riusciti a farci una chiacchierata e il risultato è davvero molto interessante. A meno di ventiquattro ore dal primo appuntamento dell’anno nuovo, ecco qua un bel ritratto di una storia che merita di essere conosciuta, raccontata, apprezzata, diffusa.
Come nasce l’esperienza di After Caposile? Quale è stata la scintilla originaria?
L’idea After Caposile è nata grazie al nostro amore per la musica e alla nostra voglia di voler sempre conoscere ed esplorare nuove situazioni e locali. Al tempo organizzavamo già eventi nella nostra città, il D:fferent party al Prince di Chioggia e alcuni eventi in spiaggia in collaborazione con il Tag Club, ma da quando siamo andati a suonare all’after lì ci siamo innamorati del posto e abbiamo cominciato a chiedere informazioni. Il primo a suonarci come guest è stato Francesco Maddalena e successivamente i No Sense, che con l’aiuto del nostro terzo socio Bruno hanno iniziato subito ad animare per bene quel giardino. Parlando con i gestori del locale, abbiamo scoperto che nessuno stava in realtà gestendo i party perché avevano avuto dei problemi negli anni precedenti. Per questo, innamorati dal luogo, abbiamo deciso di metterci alla prova nonostante la location molto lontana da casa e piena di problemi da risolvere. Ai primi eventi non avevamo grosse aspettative, tanto che inizialmente volevamo anche affidarci ad altre organizzazioni della zona – ma nessuno aveva creduto in noi e nel progetto. Così il primo evento non è stato un grande successo, il secondo un super disastro (anche a causa della pioggia), ma dal terzo in poi, con ospiti i nostri fratelli Peoudly People, la festa ha cominciato a prendere piede e fare numeri sempre crescenti.
Prima che iniziasse il primo evento in assoluto, quali erano le vostre aspettative? In cosa sono state confermate, in cosa superate, in cosa eventualmente deluse?
Il nostro punto di forza sono i nostri amici che ci seguono e supportano; il legame che festa dopo festa si crea tra di noi è il nostro stimolo per andare sempre avanti e migliorarsi giorno dopo giorno. Grazie al gruppo creato e alla famiglia Ribaudo, i proprietari del country house che ci hanno sempre trattato come dei figli e ci hanno appoggiato in ogni nostra scelta, abbiamo capito che li c’era molto potenziale per far diventare quel luogo un vero club dove poter ballare ed ascoltare grande musica in una location difficile da trovare. Ci abbiamo creduto insomma e non ci siamo mai arresi alle piccole difficoltà, facendo le cose un po’ alla volta ma soprattutto con tanta passione. Oggi, con l’evoluzione della nuova sala invernale, si potrebbe dire che ci siamo anche superati: a volte stentiamo a credere a cosa siamo riusciti a creare dal nulla. Piccole delusioni ci sono state durante il percorso, certo: una festa andata male, un guest deludente, ma non ci siamo mai abbattuti ed abbiamo sempre portato avanti il nostro “sogno”.
Così il primo evento non è stato un grande successo, il secondo un super disastro (anche a causa della pioggia), ma dal terzo in poi…
Ad oggi quali sono stati gli appuntamenti che ricordate con più piacere? E quali gli artisti ospiti con cui umanamente vi siete trovati meglio?
Gli appuntamenti che ricordiamo con piacere sono diversi. Di sicuro il primo a fine settembre del 2015, dove senza nessun guest abbiamo portato ad 80 km da casa nostra il nostro concetto di ”festa” con un risultato comunque al di sopra delle aspettative. L’anno successivo è da considerarsi la prima vera stagione, ed è stato nell’agosto del 2016 che abbiamo ospitato il primo vero guest firmato FUSE London: ci sembrava una cosa quasi impossibile avere con noi Rossko! Successivamente, esattamente a giugno 2017, ricordiamo un set magico di John Dimas in una giornata piovosa supportato dai nostri amici Re-UP che hanno saputo ricreare il famoso ”mood” perfetto. Nella stagione 2018 invece abbiamo conosciuto Traumer: era Pasqua e lui ci ha fatto volare, in primis con il suo set di tre ore e successivamente suonando in b2b con tutti i dj resident restando in console circa nove ore facendosi amare da noi tutti. Se pensiamo sempre a quell’anno, di sicuro è da ricordare il set di Praslea a luglio in una festa in collaborazione con Tag Club. Quella giornata è stata incredibile: non avevamo mai visto nessun altro muoversi in quel modo in console, un mix di eleganza e tecnica che ti coinvolge completamente. Arriviamo alla stagione appena passata, e tra i tanti guest credo che tINI abbia lasciato il segno più profondo: ha suonato quattro ore con il sorriso stampato in faccia ed era un emozione unica solo vederla in azione. La nostra forza comunque è la location immersa nella natura e, come dicevamo, il gruppo formatosi nel tempo assieme ai nostri dj resident. Una squadra di dieci componenti provenienti da ogni provincia veneta, ognuno con il suo stile, storia musicale e background differente. Quasi tutti, occhio, conosciutisi proprio nel giardino. Siamo noi e loro la vera anima della festa che ci ha permesso di riuscire a crescere ed essere ciò che siamo ora e soprattutto di instaurare degli ottimi rapporti con i guest che vengono a trovarci. Sicuramente tra gli artisti a cui siamo più legati bisogna citare i Proudly People, che sono nostri ospiti già dal party D:fferent a Chioggia, con i quali siamo cresciuti insieme: sia noi con loro che loro con noi, e non c’è stagione che si possa fare senza di loro. Anche Traumer è riuscito a catturare i nostri cuori, e ci piace pensare che sarà presente in ogni nostra stagione.
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Ci sono altre realtà in italia, in qualche modo simili alla vostra, che seguite ed ammirate?
Una situazione simile alla nostra era il Tag Club di Mestre con cui abbiamo collaborato per quattro anni, fino alla chiusura dell’anno scorso. Siamo cresciuti con gli stessi ideali, puntando sulla qualità musicale e sul gruppo che unisce dj, pr, collaboratori e tutto lo staff del locale. È questo che ha fatto in modo che queste due realtà potessero mettersi in comunicazione e far nascere progetti insieme. Il punto di riferimento è Ricky, con il quale collaboriamo ancora oggi con il concept Monkeys all’Area City e lui collabora con noi in qualche evento nel nostro magico giardino.
Quali sono le specificità di un after? Come vanno gestite? Per andare dritti al punto: per molti l’after resta ancora il posto dove andare a “distruggersi” definitivamente…
Noi nasciamo come after con apertura alle 6 del mattino e chiusura al primo pomeriggio, ma poi le cose un po’ alla volta sono cambiate. La gente entrava sempre più tardi e posticipavamo sempre di più l’orario di chiusura, fino ad arrivare a quello che siamo ora, una festa che va dalle 7 del mattino fino le 23\24. Gli ospiti si esibiscono quasi sempre nel primo pomeriggio e per una durata maggiore del classico sabato sera, in modo tale che chi è in afte riesce ad ascoltarli e chi arriva invece fresco da casa li sente tra i primi della giornata. Ognuno si vive la nostra festa come meglio crede, e quindi si può dire che la festa ha tre fasi: mattino, pomeriggio e sera, ognuna delle quali ha il suo fascino e le sue caratteristiche. Questa tipologia di festa piace ad un pubblico più adulto rispetto la media delle notti in discoteca, e noi ne andiamo molto fieri.
Le persone non hanno mai smesso di fare chilometri per divertirsi ma soprattutto per ascoltare buona musica
Come vi ponete voi nei confronti della “crisi del clubbing” di cui tanto si parla nell’ultimo paio d’anni?
Di sicuro non basta aprire le porte del locale e la gente arriva da sola, zero. Bisogna studiare bene il calendario e fare una buona programmazione, fatta da big della scena ma anche artisti emergenti per cui abbiamo un occhio di riguardo. Programmazione che non sia troppo selettiva, ma che tocchi le varie sfumature del nostro genere, qualcosa che vada dalla minimal più profonda ad un genere tech house piu’ spinto. Non a caso, non siamo aperti tutte le domeniche ma ne saltiamo qualcuna e scegliamo solo quelle che sul calendario ci sembrano migliori. Cerchiamo sempre di essere molto ospitali e fare in modo che la gente si sents a casa: un sorriso, un drink, a volte basta davvero poco per invogliare qualcuno a tornare! Nell’ultimo periodo abbiamo conosciuto ragazzi che arrivano da ovunque, dalla Croazia e dalla Slovenia se pensiamo al nord, ma ne arrivano anche da Parma, Milano, Roma e questo ci rende davvero orgogliosi, perché questo fa capire che le persone non hanno mai smesso di fare chilometri per divertirsi ma soprattutto per ascoltare buona musica.
Quali sono i vostri piani futuri?
Ad oggi abbiamo grosse novità per il giardino estivo: ci sarà un nuovo impianto luci anche all’esterno, che ci è stato proposto da un professionista e visionario del settore, lo stesso che che ci ha studiato e montato quelle della sala interna. Ristrutturiamo completamente il bar e la console, ed anche per quanto riguarda la programmazione ci saranno moltissime novità con nomi molto importanti della scena undeground e non solo. Inoltre dal 2020 è in progetto di aprire un’etichetta discografica targata After Caposile, sulla quale stiamo lavorando giorno dopo giorno. Insomma…il 2020 sarà un po’ la nostra rivalsa, l’anno della consacrazione del buon lavoro svolto in questi cinque anni.
Domanda finale: dovendo scegliere una traccia che rappresenti al meglio l’atmosfera che si respira ai vostri eventi, quale scegliereste?
Ci siamo consultati con il gruppo dei nostri dj resident, come facciamo quasi sempre per ogni nostra scelta o decisione, ed abbiamo estratto dal cilindro questa traccia di Archie Hamilton, un grande artista che è stato con noi e che verrà a ritrovarci di nuovo nella prossima stagione. Un mix di groove e chord deep, perché in fondo è questo After Caposile: suoni leggeri e deep al mattino, fino ad arrivare ai groove pesanti e coinvolgenti della sera.