Questa è una storia molto, molto interessante. Alex Tripi e Nello Greco, ovvero The ReLOUD, erano solidi mestieranti del mondo dance, con un curriculum piuttosto solido – per essere una realtà italiana – coi loro dischi suonati e supportati da quella pletora di artisti & media famosi che pencola fra commerciale e clubbing più puro (forse più la prima che la seconda). Ad un certo punto si sono anche concessi una scelta che, chissà, poteva anche essere una svolta in positivo come fama ed esposizione, ma in realtà non ha fatto che rafforzare il marchio della, mmmh, “piacionaggine commerciale”: partecipare a “Top Dj”, facendolo anche puntando molto su una immagine ben definita, un po’ da “alta eleganza da baraccone a favore di telecamera”, ecco.
Dette così, non paiono parole di grande simpatia, no? In effetti il pregiudizio c’era, da parte di chi vi sta scrivendo qui. Eccome. E mica me ne sto pentendo. Poi però c’è sempre un fattore che può abbattere i pregiudizi: la realtà. Conoscere veramente le cose. L’occasione è arrivata con lo JägerMusic Lab, una iniziativa veramente di qualità (saltata quest’anno causa Covid, ma si torna l’anno prossimo), che vedeva proprio in Alex e Nello i due project leader. Ed è lì che ho potuto conoscere due persone serissime, di alta capacità professionale ed umana e soprattutto – oneste. Oneste pure nel fare l’analisi del loro cursus honorum passato; oneste nell’accettare una serie di critiche ed osservazioni; oneste nel fare seguire i fatti alle parole. In tanti infatti predicano bene e razzolano male.
Alex Tripi e Nello Greco, no. Oltre a portare avanti il lavoro davvero ottimo della MAT Academy (e, naturalmente, dello JägerMusic Lab), è già da tempo che si sono messi a lavorare ad una loro vera e propria “rinascita” artistica, con una forte cesura verso le loro scelte passate. Il frutto lo si vedrà il 26 giugno, con la release ufficiale dell’album “The Other Side”.
Sarà un frutto che vi sorprenderà, come ha sorpreso profondamente me. Un disco tutto tranne che “facile” e commerciale. Un disco complesso ed ambizioso (…e accidenti quanto è importante fare dischi complessi ed ambiziosi, in tempi in cui tutti rimasticano due, tre tracce per iniziare ad accaparrarsi date in giro, e fanno pure bene visto che è così che oggi funziona). Un disco tutt’altro che solo dance, anche se non mancano cavalcate che hanno il battito e il respiro del dancefloor. Ma lo fanno con un piglio che ricorda i momenti migliori degli ultimi Underworld – quell’orizzonte teso, sospeso, intenso.
Esageriamo? No. Abbiamo la prova provata. Abbiamo cioè il piacere di presentare, in anteprima, il secondo singolo estratto dall’album, “Sutra”, ufficialmente in circolazione da domani 12 giugno. Potete giudicare voi stessi, premendo play qui sotto. Potete giudicare, sì, abbandonandovi a un etereo vortice digitale costruito attorno ad una preghiera tradizionale indiana, e potete avere un antipasto di un disco che tra l’altro è ambizioso anche nella confezione e nel modo di comunicarsi (ogni brano sarà legato ad un video). Sarà poi il caso di riparlarne in un’intervista. Anche perché davvero, in questo momento, pochi artisti – non solo in Italia – provenienti dal milieu dance (commerciale o underground che sia) si sta mettendo così in gioco e sta puntando così in alto. Con, oggettivamente, l’indubbia competenza tecnica per farlo.