Ehi. E’ un dispetto che non dovevi fare Claudio, sai. Ora come si fa? La persona più lucida, già da anni, nel capire come andasse preso questo mondo del clubbing eri tu. Un gigante. Una persona con cui era meraviglioso parlare, pieno di cultura, di eleganza, di capacità di ascolto com’eri, ma allo stesso tempo con delle opinioni fortissime che non facevano sconti a niente ed a nessuno. E questo per un motivo ben preciso: perché tu per primo sapevi quanto potevano essere ingannatori questi “sconti” (li avevi vissuti ed esercitati tu stesso), e tu per primo avevi capito che le cose andavano affrontate.
A costo di scegliere la strada più difficile, di passare per rompicazzo.
Avercene, di rompicazzo così. Così intelligenti. Così sensibili. E così pure maledettamente innamorati della musica, con una conoscenza enciclopedica ma una mente raffinatissima nell’elaborare questa conoscenza. Soprattutto negli ultimi anni, avevi raggiunto dei livelli di qualità, nel deejaying, che erano semplicemente strabilianti. Questo perché avevi detto già da anni ciao alle cazzate, all’ego, alla voglia di apparire vincente, di tirartela, di essere il numero uno, e avevi messo tutto il tuo spessore umano – ENORME – anche nel disegnare suoni e ritmi. Eri grande (sei diventato uno dei dj più conosciuti in Italia non per caso, non lo si diventa mai per caso), ma con gli anni stavi diventando grandissimo. Se solo ne avessi avuto voglia, potevi andare a spiegare musica praticamente a chiunque, delle star celebratissime. Ma, sorridendo, non ne avevi voglia, nell’ultimo decennio: avevi capito che le cose importanti erano altre. Era l’arte, era l’umanità. E questo, lo comunicavi in modo splendido a chiunque potesse interagire con te.
E’ stato bellissimo anche litigare con te. Scontrarsi con la tua permalosità, la permalosità delle persone generose che ci mettono il cuore e l’anima in quello che fanno, e sono pronte a difenderlo all’arma bianca; era bellissimo litigare, perché poi parlando senza filtri ci si chiariva, e si diventava più amici di prima.
…ok, ok, qua si sta scadendo nei ricordi personali. Magari non è il caso. E’ che troppo forte è la voglia di urlare con ogni esempio possibile quanto perderti sia una cosa atroce, ingiusta, terribile. Il vuoto che lasci. La leadership morale. L’intelligenza. Il gusto. L’educazione.
La scena musicale mondiale perde uno dei più grandi dj mai avuti nel campo della musica da dancefloor; la scena italiana perde un monumento, un esempio, uno che negli ultimi anni soprattutto ha dimostrato di essere davanti a tutti per visione, per suono, per capacità d’analisi. Uno che anche quando la malattia aveva iniziato ad intralciare troppo la strada non aveva ceduto di un millimetro, mai!, restando meravigliosamente ispirato e creativo e non tirandosi mai indietro quando c’era da lottare per la causa, quando c’era da mettere sul piatto idee costruttive, quando c’era da immaginare un mondo e un clubbing migliore, più sano, più consapevole, più adulto.
Ciao Claudio, anche se scrivendo “Ciao Claudio” per ora c’è solo una incredulità da “No, non è possibile”: cioè, una persona come te? Un animo generoso come il tuo? Ora? Adesso?
Allora facciamo così. Da adesso in avanti, cercheremo di prendere (più) esempio da te. Così almeno si capisce che non ti abbiamo fatto perdere tempo quando ti coinvolgevamo nelle riunioni, nelle tavole rotonde, negli incontri al vertice, nelle analisi della scena. Tanto tu eri – e sei – così maledettamente grande che come si fa a pensare che non ci sei più, non sei più qui per un consiglio illuminato, una visione saggia. Come si fa a pensare che non ci saranno più i tuoi set, le tue selezioni che avevano raggiunto una classe fotonica, una visione “futurista” della house che pescava con un equilibrio quasi lisergico tra radici e futuro, tra classici e derive bizzarre.
Facciamo allora che ci saranno. Che continueranno ad esserci. Che nel suo piccolo, chiunque ti abbia conosciuto – chiunque abbia avuto l’immensa fortuna di conoscerti – ora porti avanti un pezzo di te, di quello che sei, di quello che sognavi, di quello che volevi regalare agli altri.
Ciao, Claudio.
Ci si vede di là.
E scusa se ora stiamo piangendo un po’.
(Qui è una delle ultime volte che ci siamo visti ed abbracciati. E qui hai tirato fuori tutta la classe che hai – mostruosa, semplicemente mostruosa)