Esiste una persona che è un po’ un patrimonio dell’umanità (perché è smodatamente simpatico, se lo incontri) ma è anche un patrimonio della musica (perché ne sa tantissimo, in primis da ascoltatore ed appassionato ma in realtà anche da musicista, vedi le sortite con Rainbow Island) e del web. Sì, perché in quest’ultima veste spesso e volentieri ti fa scoprire delle perle nascoste. Stiamo parlando, diamogli un nome e cognome, di Marco Caizzi. L’ultima perla risale ad una settimana fa, quando pascolando per internet è riuscito a trovare una gemma abbastanza assurda. Cioè, questa cosa qui:
Se pensate sia un parto isolato, vi sbagliate: l’autore di questa nippo-reinterpretazione si è preso la briga di sottoporre tutto “Nero a metà” di Pino Daniele allo stesso trattamento. Qui trovate l’intera playlist. Ma, en passant, date un occhio a tutto il canale YouTube dell’autore. Bizzarro, bislacco.
Ora: tutto questo potrebbe essere derubricato a mero divertissement da internet, cosa che puoi segnalare con divertimento ma di cui puoi anche fare a meno (o farti una risata, e passare avanti). In realtà tutto ciò sta avendo una “coda” per certi versi significativa ed interessante. Ascoltate qui (a parlare è l’autore di “Miku A Metà”, questo il titolo del rifacimento dell’album danieliano in chiave haiku):
…torniamo ad un problema che ci accompagna ormai da decenni, ma che evidentemente non è ancora risolto: fino a che punto arriva la proprietà intellettuale? E fino a che punto va regolamentata la creatività spontanea su internet? In realtà, una domanda cruciale un po’ tutti dovrebbero farsi – a partire da Alex Daniele, il figlio di Pino sul piede di guerra – è “Fino a che punto ‘Miku A Metà’ danneggia l’originale? E quanto invece può spingere a (ri)scoprirlo e (ri)valutarlo, cosa sempre buona e giusta?” Tanto più che oggi le economie si giocano sugli stream, quindi sono in qualche modo più “leggere” (insomma: un “Miku A Metà” fa danno relativo, non toglie copie vendute a “Nero A Metà”, semmai ne incoraggia l’ascolto).
Nel dubbio, riascoltatevi l’originale. Che va sempre bene, che fa sempre bene.