Quanto abbiamo bisogno dei live. Soprattutto: quanto abbiamo bisogno dei bei live. Quelli che fanno la differenza cioè, quelli che sono veramente una esperienza che ti lascia a bocca aperta. E sotto questo punto di vista, fidatevi, gli Elektro Guzzi sono una delle emozioni più belle che possiate vivere. Un culto. Sono sotto certi punti di vista ancora una specie di best kept secret per la loro atipicità: sono un tradizionalissimo trio basso-chitarra-batteria, sì, ma suonano techno. Davvero, eh, non per dire: se chiudi gli occhi ciò che senti è un set di minimal-trance-techno di alto, altissimo livello. Questo perché hanno un approccio allo strumento che è veramente assurdo. “Pensano” proprio in modo diverso, in primis nel costruire le strutture delle tracce, nel giocare sulle dinamiche (ricalcando i passaggi che si fanno via mixer quando si è dj veramente bravi).
Vederli dal vivo è uno spettacolo, e ogni volta una sorpresa. Non al caso negli anni festival come Sónar, Melt, Mutek, Extrema, Sziget li hanno voluti con sé, esattamente come club quali Fabric e Berghain, giusto per nominarne un paio di discreta fama. Poi chiaro: non sono superstar (né vogliono esserlo); non hanno la mistica carismatica del dj “solo al comando” con la bella gente in console a far festa e far mostra di sé; per chi è appassionato di (post) rock sono forse troppo “techno” nella struttura dei pezzi. Quindi, in qualche maniera, sfuggono da ormai oltre dieci anni – il loro esordio infatti è datato 2010, sulla splendida label Macro di Stefan Goldmann – alla macchina dell’hype. Troppo irregolari per finirci dentro.
Se però li vedi dal vivo, non ci credi. E te ne innamori. Tanto. E allora, per annunciare il fatto che l’8 giugno 2021 è in arrivo un loro nuovo album, “Trip” (e non vediamo l’ora: nella loro nutrita discografia non hanno mai deluso), in accordo direttamente con la band abbiamo deciso di farci e farvi un regalo: ospitare la ripresa ancora inedita di uno degli ultimi loro concerti (dove c’è anche un assaggio del nuovo materiale). Appena un attimo prima del lockdown pandemico. Era infatti il 24 gennaio 2020, a Linz, alla Stadtwerkstatt: grazie alle riprese di Eyup Kus davvero ci si immerge nella magia ricreata da Berhnhard Breuer alla batteria, Bernhard Hammer alla chitarra e Jakob Schneidewind al basso. Eccolo qui (e poi, aggiungeremo qualche riga a margine):
Una magia, quella degli Elektro Guzzi, che racconta e spiega come anche nella musica da dancefloor di matrice techno e house un live, un vero live, possa essere qualcosa che fa la differenza: qualcosa che ti porta “altrove” e che al tempo stesso ti fa respirare coi sensi la fisicità del suono uscendo per una volta dalla immaterialità dei software, dei plug in, dei cursori che si muovono. Racconta e spiega però anche di come la presenza “reale”, essere attorniati cioè dall’energia umana ed emotiva delle persone, sia qualcosa che nessuna visione in stream ti potrà regalare al cento per cento.
Questo non significa che gli stream non vadano bene o non siano un’arte da valorizzare ed implementare (…perché accidenti se siamo contenti di ospitare questo stream in anteprima!), è che bisogna proprio ricordarsi che sono sport diversi. E se uno dei due è stato messo in stop per doverosi e difficili motivi sanitari, non per questo va dimenticato e considerato inattuale, residuale… Lunga vita ai live!