Un’edizione che era stata un atto di coraggio: andare avanti anche in una situazione difficile. Ma poi tutto era precipitato e, responsabilmente, inevitabilmente, tutto è stato mandato per aria. Mesi e mesi di sforzi, anche economici, per presentare un’edizione all’altezza del blasone (riuscendoci) e poi tutto che va in fumo in un attimo.
C’è chi lascerebbe perdere, ma roBOt Festival ha la pelle dura ed è sopravvissuto a momenti anche ben peggiori. Soprattutto, è sopravvissuto lasciando inalterata la linea della qualità, dello sguardo attento, dell’offerta musicale di altissimo livello e della voglia di essere in scambio costante col tessuto socio-urbano di una città, Bologna, che è stata, è e resterà fondamentale nella geografia della musica italiana migliore.
Ad ogni modo: l’altro giorno c’è stato uno stringato annuncio che confermava che sì, roBOt c’è, e l’edizione 12 si svolge nel 2021, precisamente dal 18 al 20 giugno, sempre negli spazi di DumBo (sì, non via monitor, non via streaming: l’intenzione ferma è questa). Oggi, le conferme in line up: Senni, Dozzy (con Neel e Filippo Scorcucchi), Caterina Barbieri, Capofortuna, Godblesscomputers, un link “storico” e prezioso con l’era dei Mutoidi, Mai Mai Mai, Bruno Belissimo, Simona Faraone, e l’elenco non finisce qui. Lo controllate per bene andando su questa pagina.
Tanta roba. Tanta. Di grande gusto.
Poi chiaro: cosa sarà fra sessanta giorni il Covid, qui da noi, è difficile da prevedere. Una cosa è certa: a roBOt non faranno passi azzardati. Un’altra cosa è certa: chi non si arrende, chi programma per il futuro e non lo fa al ribasso, chi lavora per riportare la musica e la cultura di qualità in una Italia disastrata già di suo, ma molto di più dopo un anno e passa di pandemia, merita sostegno, supporto, applauso.