Un risveglio veramente triste, nato come racconta Groove da un post del suo ultimo agente, Daniel Best: Michel Baumann, che molti di voi conoscerete come Soulphiction (o anche Jackmate, o Supatone), non è più tra noi. Una notizia che per certi versi non arriva del tutto inattesa, ma questo non la rende per nulla meno triste. Anche perché erano ormai anni che Michel si trascinava un problema di salute molto grave (che, tra le altre cose, gli ha anche impedito di avere la carriera che avrebbe meritato e che soprattutto avrebbe potuto avere), ma continuava a non mollare di un millimetro. Mai. Appena possibile continuava a suonare – ma senza uscire dalla natìa Germania, tendenzialmente – o anche a fare dischi, come il recente “24/7 Love Affair”. Sentite che classe:
La notizia si è diffusa presto in Italia perché qui da noi Baumann aveva veramente molti amici e molti contatti. Tutti nati con la sua bella umanità e la sua immensa classe musicale – classe che lo ha portato per uscire su etichette come Pampa ed Accidental, o ad entrare a far parte di quell All Star dell’elettronica di classe da dancefloor che è Sonar Kollektiv. Nativo di Stoccarda, inizia a fare il dj fin dalla fine degli anni ’80, inizialmente immerso nel mondo hip hop, funk, soul, boogie; nel momento in cui incrocia la musica house, innesta la sua sensibilità black – fatta anche di grande attenzione agli accenti afro – sulla battuta in quattro quarti, e lo fa davvero in modo magistrale (pure con la sua label personale, la Philpot).
Davvero: non ci fosse stata la malattia a frenarlo, e se il mondo del clubbing fosse più strettamente meritocratico e un po’ meno diciamo così “random”, Baumann avrebbe avuto molti più riconoscimenti e fama di quelli effettivamente avuti. Ma a lui non importava più di tanto: lui era innamorato della musica. Follemente. Ed innamorato anche della vita, perché non ha mai fatto pesare la sua sfortuna a nessuno, non ha mai fatto la vittima, ha sempre avuto un modo molto positivo di porsi. Stringe il cuore vedere il suo ultimo post sul sul profilo Facebook:
Come vedete: nessun lamento, nessun pianto, solo positività. Sarà dura non “…vederti più tardi“, Michel. E sarà anche dura riascoltare la tanta splendida musica che hai fatto senza farci venire un nodo alla gola. Ma lo faremo: perché siamo sicuri che sia il modo migliore di onorarti e, se sei da qualche parte, di strapparti un altro sorriso.