L’avevamo presentata qualche settimana fa, la coppia d’appuntamenti a nome Nuove Forme pensata e voluta da Club Nation per un luogo bello e prestigioso come il giardino della Triennale di Milano, uno dei luoghi più interessanti della città. Avevamo poi approfondito la cosa con una lunga e bella intervista a Vladimir Ivkovic che, fra le mille cose interessanti raccontate, aveva spiegato come giorni ancora prima del set stava studiano la venue, la sua storia, in quale modo poteva sincronizzarsi (o, al contrario, “sfidare”) le sue caratteristiche.
Ecco. In una fase storica pre-pandemia in cui i dj dal respiro internazionale erano diventate sempre più delle macchinette sforna-set, aereo-hotel-venue-hotel-aereo, senza porsi troppo il problema di dove si era, davanti a chi si suonava e perché lo si faceva, perché tanto l’importante (per sé e per la propria agenzia di booking) era intascare il cash, questa posizione di Ivkovic era una autentica boccata d’ossigeno.
Boccata d’ossigeno che poi si è confermata dal vivo. Il dj serbo residente in Germania ha offerto due ore di magia pura. Chi c’era è rimasto letteralmente incantato. Non si è ballato. Si è rimasti seduti. Non c’era l’atmosfera da grande festa. Ma il viaggio mentale ed emozionale è stato pazzesco, davvero, una delle cose più belle a cui abbiamo assistito da tempo a questa parte. E’ stata la dimostrazione che sì, è possibile: anche con le restrizioni, anche con l’obbligo di stare seduti, il deejaying e la cultura che sta dietro al clubbing – che è il background di Ivkovic – può offrire emozioni intense. Abbiamo speso millemila articoli per parlare dell’ipocrisia delle istituzioni sul divieto del ballo, purtroppo il sentore è che altre ne spenderemo (o saranno le varienti del Covid a zittirci), ma forse non si è detto abbastanza che nel frattempo le emozioni e i sogni, grazie alla musica e alla “mescolanza” di suoni, riferimenti ed idee, ce li possiamo comunque regalare. Eccome.
Se invece restiamo fermi con la convinzione che solo i “soliti” nomi nelle “solite” situazioni festaiole e danzerebbe possono darci la felicità, forse stiamo facendo un errore molto grande. Il primo appuntamento di Nuove Forme ce l’ha ricordato; il secondo, è per certi versi un test ancora più interessante. Perché volendo John Talabot è un “solito” nome, è insomma nella compagnia di giro dei dj-che-funzionano: ma domani 9 luglio arriva a Milano anche lui con l’idea di fare un set speciale, da gustarsi seduti, e tra l’altro in questa maniera potrebbe anche riportare in auge quella portata “psichedelica” che lo ha reso grande all’inizio e che, diciamolo, ha progressivamente abbandonato per andare più sul sicuro, visto che sempre più era circuitato nel solito giro del “clubbing di successo” (ci siamo capiti, no?). Lo attendiamo al varco, in questo secondo appuntamento, e lo stesso per il talentuoso, sghembo ed imprevedibile Lamusa II che suonerà prima di lui (qui i biglietti). Il primo appuntamento con Ivkovic, lo ripetiamo, è stato magico. Talabot sarà all’altezza della sfida?