Senza girarci tanto attorno: da noi non hanno mai realmente attecchito i festival “invernali & alpini”, per intenderci quelle cose alla Polaris, Caprices e Snowbombing che quando il clubber italiano ci va si meraviglia e si esalta, ma all’idea che qualcosa del genere si possa fare dalle nostre parti gli passa l’amore e gli passa la fotta. Qualcuno ci aveva provato, qualcuno ci riproverà: e fa benissimo, perché è un formato veramente bello, dove la dimensione del clubbing assume una dimensione più intima e più “calda” (un bel paradosso, considerando che tutto attorno ci sono neve e/o temperature rigide).
In eventi di questo tipo i numeri giocoforza si riducono rispetto alle adunate estive: non foss’altro perché i luoghi di montagna sono più difficili da raggiungere, le strutture sono più difficili da montare, i club già presenti sono tarati sulle poche centinaia di persone come capienza, non sulle migliaia. Ma tutto questo, che potrebbe essere un limite, è in realtà una bellissima occasione per vivere l’esperienza “da club” in un modo diverso. Può piacere di più, può piacere di meno, ma l’idea dei quattro quarti (e dintorni) che ti “avvolgono” mentre lì fuori ci sono la neve e il freddo, mentre magari hai passato la mattinata sulle piste da sci (o a bere cordiali riscaldanti…), è assolutamente un toccasana.
Ralf On Snow, che abbiamo seguito dal primo anno, era partito come un esperimento: ok che Ralf è quasi irreale nel suo essere sempre amato e sempre consistente, sempre cioè capace di attirare folle, ma portare il “suo” clubbing in una Livigno che già di suo è lontana ma che in generale storicamente aveva un altro tipo di divertimento era un azzardo. Poteva venire fuori una cosa così così, spentina, mortina, con serate venute benino ma senza infamia, senza lode, senza troppa gente, e senza la gente giusta. Ecco, lezione numero uno: mai sottovalutare lo spessore di Ralf. Non solo quello musicale (che ogni tanto può anche scazzare qualche passaggio, ma in mano sua la musica da dancefloor è sempre e comunque materia incandescente, felicemente rischiosa); anche quello umano.
Quando lui inizia ad invitare persone a suonare in eventi che controlla direttamente – vedi ad esempio Ralf In Bikini, la “piccola Woodstock annuale” del clubbing italiano – si crea infatti una energia misteriosa che fa prendere tutti bene: sia chi sta in console a suonare, sia chi sta davanti a ballare. Anche a Livigno, fin dall’inizio, è andata così. La prima edizione gettò un seme che poi, in tutte le mosse successive, non ha fatto altro che crescere e maturare (…”infettando” felicemente anche Snowland, il festival-bandiera di Livigno, che da evento molto generalista com’era nelle prime edizioni l’anno scorso ha invece colpito veramente nel segno, con una offerta ampia e se si vuole anche commerciale, ok, ma anche con una intensità ed una presenza inedite e fortissime, grazie ad una “anima clubbing” molto più sentita e profonda rispetto al passato).
Già l’anno scorso Ralf On Snow fu contrassegnato da lunghe code per entrare nel neonato club creato sotto l’hotel Alpen Resort, il “cuore” del festival. Quest’anno si è arrivati praticamente al sold out in prevendita: notizia di ieri, sono rimaste giusto un pugno di camere (erano sei, ieri sera) per chi volesse all’ultimo farsi un lungo weekend in compagnia di Ralf e di un sacco di altri dj notevolissimi (tra “usual suspect” come Margherita D’Aguì e Fresco, che sono nella scuderia ralfiana Laterra, o amici storici di Ralf On Snow come Philipp & Cole, Cristian Rot o Federico Grazzini si aggiungono fra gli altri anche i nomi di Gerd Janson e Bawrut, quest’anno: scusate se è poco). Tutto questo nel weekend in arrivo: da venerdì 16 novembre a domenica 18 novembre.
Nel frattempo le strutture del Bivio Life, a partire dal già menzionato Alpen Resort, sono diventate bellissime (per chi dorme lì, c’è a disposizione una SPA semplicemente meravigliosa, una delle più belle che vi capiterà di vedere mai); ed è una azienda che non solo cura l’architettura delle proprie strutture, ma sceglie sempre meravigliosamente bene il proprio personale. Ti senti proprio bene: zero inutili formalismi ma gente simpatica, sgamata, professionale, bravissima a capire i clienti.
Non basta insomma fare una bella line up. Non basta nemmeno Ralf e il suo carisma, probabilmente. Ci vogliono queste due cose (magari con uno o più omologhi di Ralf), chiaro, non puoi farne senza, ma ci vuole al tempo stesso anche la cura nell’ospitalità, nelle strutture, nell’accoglienza. E bisogna essere capaci di offrire davvero una esperienza “totale”, come a Ralf On Snow sempre accade: arrivi lì ed hai un hotel che è tutto per te, hai la musica che ti circonda in ogni momento, ti sposti in varie location e ti senti sempre “a casa”.
Per chi c’è, ci si vede a Livigno tra un paio di giorni. Per tutti gli altri, per l’edizione 2023 muovetevi con buon anticipo. Merita. Anche perché fateci chiudere con una cosa che, chi a Ralf On Snow o a High Experience c’è già stato, sa: Ricky Le Roy – altra presenza immancabile, anzi, è lui il vero “pioniere” di Livigno – è (ancora oggi) un dj fortissimo ed è, anche, una persona eccezionale.