Avevamo seguito la storia, ci eravamo appassionati. Qui e qui le puntate precedenti, per chi le volesse recuperare. Visto però appunto che avevamo ben coperto la faccenda, è corretto a questo punto andare a dire come è andata a finire: e una storia nata tutta un po’ sbagliata, la fine non poteva che essere di quelle che strappa un mezzo sorriso e, al tempo stesso, un sospiro un po’ estenuato.
Squilli di tromba, rullo di tamburi: tanto sbandierato bando del Comune per (ri)assegnare la gestione di ToDays, festival con storia decennale fatta di belle cose ma comunque sempre stato possibile grazie a un robustissimo investimento della Città di Torino, ha avuto il suo esito finale. Esito sancito da una commissione per cui, per almeno due persone su cinque, potremmo mettere abbastanza la mano sul fuoco (Jacopo Tomatis, ottimo giornalista e musicologo, e Nur Al Habash, che tra le mille cose valide che fa ha anche l’essere a capo della Milano Music Week – che amarezza per i torinesi chiamare qualcuno che fa cose a Milano a giudicare ciò che dovrebbero fare loro, che grande amarezza).
Gianluca Gozzi, storico creatore e deus ex machina di ToDays, dopo aver sollevato il caso di questo improvviso bando che metteva in forse una storia ormai decennale di ottimi risultati artistici e aver detto che no, a questo gioco non ci stava, e che chi operava in questo modo non capiva nulla di come funziona l’industria musicale oggi, alla fine però c’è stato – ed al bando ci ha partecipato.
Ovviamente però (ovviamente?), non ha vinto. A trionfare e a prendersi la patata boll… ehm, la bella cosa è stata la Fondazione Reverse, responsabile tra le varie attività di ciò che è il Sonic Park a Stupinigi. Ora, al netto della certificata professionalità di Fondazione Reverse che peraltro non è esattamente in continuità con la storia attitudinale di ToDays (ma volendo, ci può stare: i soldi li caccia per lo più il Comune, decide lui), quello che fa sorridere è che, come dire?, “a volte ritornano”: perché proprio la Fondazione Reverse doveva essere la “testa di ponte” del Comune di Torino per accaparrarsi la famigerata e fantomatica edizione italiana del Primavera Sound (…ricordate? Ne parlavamo diffusamente qui). Sortita chiaramente finita con un buco nell’acqua. Pure sgraziato.
Naturalmente sarà solo una curiosa coincidenza. Intanto, fellinianamente, consoliamoci con l’amarcord, con cioè un’immagine che arriva dalla sponda di chi il ToDays lo ha portato avanti fino ad oggi: