Anche quest’anno dal 16 al ottobre Amsterdam si trasforma nel cuore pulsante della musica elettronica mondiale per cinque giorni di eventi, conferenze e incontri che fanno da specchio a un’industria un po’ spaesata e frammentata, ma a cui non manca l’energia creativa e la fame di novità. L’evento è cresciuto a dismisura nel corso degli anni, diventando il principale punto d’incontro (o di scontro) tra mainstream e underground, innovazione e nostalgia, creatività e logiche di mercato.
La line up dell’evento è una lista infinita di più di 3000 nomi, dai talenti emergenti agli artisti dai cachet stellari, incluso qualche italiano in missione a rappresentare il suono nostrano. Sicuramente uno showcase imponente del meglio che la musica elettronica (da ballo, ma non solo) ha da offrire, con l’impressione però che si strizzi l’occhio molto più ai numeri che alla qualità, scelta probabilmente forzata per rendere sostenibile e giustificabile l’intero evento. L’ADE è un grande palco internazionale dove si può trovare di tutto, ma proprio per questo si rischia un’abbuffata bulimica di cui diventa poi difficile ricordarne i sapori. L’avventore consumato sa che è meglio andare a eventi selezionati piuttosto che cercare di provare un po’ di tutto.
Quest’anno l’attenzione non poteva che non essere puntata sull’intelligenza artificiale, nel bene e nel male sempre più presente e rivoluzionaria nella produzione musicale. Sarà interessante vedere se il discorso riuscirà ad andare oltre il trito e ritrito umani contro macchine, ma affronterà anche questioni più controverse, specialmente nel campo del diritto d’autore, e porterà anche approcci innovativi nell’utilizzo di queste nuove tecnologie, di solito più interessanti quando si spingono oltre quello per cui erano state inizialmente pensate. L’ADE sarà il posto giusto per vedere da vicino come questi nuovi strumenti vengano già integrati nei live di artisti, come nel caso del live di Reinier Zonneveld.
Non solo futuro ma anche tanto revival, come la masterclass di Freddy K dedicata al culto del vinile nell’era digitale, e appuntamenti per addetti ai lavori, come il talk di Chris Stussy che racconterà la sua visione su come costruire una carriera solida senza scendere a compromessi. Sempre durante il programma ADE Pro si faranno riflessioni sulla salute mentale e la sostenibilità nell’industria musicale, argomento che ha toccato nel vivo tanti artisti del circuito negli anni passati, e anche sull’impatto che sottoculture underground hanno su moda e lifestyle in generale.
Con tutti i suoi pro e contro, l’ADE continua a essere un evento, se non “l’evento”, imprescindibile per chiunque voglia avere un’idea di dove sta andando la musica elettronica, specchio delle contraddizioni dell’industria musicale: universo in espansione, sempre più interconnesso e globalizzato, allo stesso tempo economicamente difficile da sostenere nella sua versione più purista, segno di una certa difficoltà nel sincronizzare il gusto pubblico con quello degli addetti ai lavori.
I biglietti sono ancora disponibili sul sito, per il resto non resta che augurare un buon ADE a tutti, ci vediamo là!
(Foto copertina di Enrique Meesters)