Nella storia di Soundwall, una delle premiere che numeri alla mano destò maggior interesse ed apprezzamento fu stranamente – e questi sono i casi belli della vita – non qualcosa fatto da un dj/producer di area danceflooriana, ma l’incrocio delle armi creative tra il grande Arto Lindsay e l’italiano Giorgio Li Calzi, uno dei trombettisti jazz di casa nostra di maggior sensibilità ed anche creatività nell’espandere i confini del jazz intersecandolo sui terreni più accidentati, ma senza mai perdere nulla in lirismo e poesia. Anzi, a dirla tutta non era nemmeno una premiere, il video era già edito, ma era una creatura artistica talmente bella che la trattammo come se fosse un’anteprima di pregio. E se lo meritava tutto: perché prendere un mostro sacro come “Enjoy The Silence” dei Depeche e scarnificarla/stravolgerla mantenendone il fascino è impresa da pochi. Infatti, avete apprezzato parecchio. Ed è bello che due musicisti (avant) jazz abbiano rapito i cuori e l’attenzione del pubblico di un sito, come il nostro, che parte da un background legato al clubbing ed all’elettronica – quindi in teoria da tutt’altre sponde.
Ma appunto: Li Calzi ha davvero una visione rara ed illuminata. E quando collabora si sceglie sempre delle strade non scontate, invece di fare il compitino jazz, è avido insomma di fuoriuscite dalla comfort zone (…ma occhio: che di jazz ne sappia, lo dimostrano i suoi fantastici anni da direttore del Torino Jazz Festival, esperienza terminata in modo un po’ così con l’inizio della nuova gestione culturale della giunta ora insediata, sì, proprio quella che sta inanellando danni su danni; ma vabbé, non divaghiamo, stiamo alla musica, che è meglio).
Siamo molto selettivi con le premiere, e tra l’altro molto raramente diamo uno spazio “da premiere” allo stesso artista (gli uffici stampa che bussano alle nostre porte lo sanno bene). Quindi quando ci è arrivata la nuova fatica di Giorgio – stavolta coll’abrasivo trio torinese Prank – eravamo sì pronti ad ascoltare, ma anche a dire “Bello, però stavolta niente spazio sul sito”. Invece nulla: Li Calzi ci ha “fregato” ancora una volta.
Ecco qua video e canzone, per la vostra visione ed ascolto, e poi più sotto qualche info e considerazione necessaria:
Molti l’avranno riconosciuta: la traccia è una cover di un brano dei Suicide uscito nel 1977. E già misurarsi coi Suicide non è facile: infatti il brano parte molto essenziale – del resto l’essenzialità rabbiosa è la chiava della musica suicidiana – ma ha un bellissimo modo di riempirsi piano piano fino a toccare dimensioni e profondità inedite, oltre ad essere eseguito con gusto, misura, creatività. I Prank sono formti da Enrico Degani alla chitarra, Federico Marchesano al basso, Dario Bruna alla batteria; negli anni insieme o singolarmente hanno avuto a che fare con musicisti del calibro di Wolfgang Flür (sì, quello dei Kraftwerk), Han Bennink, Mary Halvorson, Louis Sclavis, Julia Kent ed altri ancora; soprattutto, hanno un interessante approccio che li porta a rimettere in pista le vibrazioni della Torino anni ’80, tra hardcore e suggestioni/inquietudini industriali. Una Torino che non c’è più, spazzata via da mille cose e per mille motivi, ma il cui spirito cova ancora sotto le braci (…e dà quel twist particolare alla parte più interessante della scena musicale cittadina, da sempre).
Con Li Calzi il rapporto è consolidato, la traccia tra l’altro è estratta da un sapidissimo album uscito qualche mese fa per Machiavelli Music, ma il video – creato e diretto dal collettivo Plastikwombat (Silvia Vaulà e Paolo Grinza, più Luca Swanz Andriolo) – dà ulteriore valore aggiunto: dal setting, quel Nautilus che è veramente un posto assurdo, uno stravagante tempio del collezionismo, fino alle varie citazioni cinematografiche presenti. Il “Ghost Rider” marveliano (ri)pensato dai Suicide qui prende nuova vita ancora. E per quanto ci riguarda, colpisce davvero nel segno.