Era già stato accolto dalle nostre pagine Luca Longobardi, qualche anno fa, ed è un piacere riaccoglierlo. Un piacere perché è uno di quegli artisti che procede sereno per la propria strada, gestendosi anche comunicazione e promozione a modo suo (…e pure l’attività live: i suoi particolari “house concerts” stanno diventando un piccolo culto che attira anche pubblico non residente a Roma, che è la città dove si svolgono). In tempi in cui tutto è tanto ma tanto prevedibile, vedere un artista che prende in mano il suo stesso destino e se lo gioca a piacimento (ma con sicurezza e competenza) non può che fare piacere.
Il prossimo 20 dicembre esce il suo nuovo lavoro, “Impermanenza”, che come suggerisce già il titolo gioca sul concetto e sull’attitudine della “presa diretta”: si tratta di musica registrata non affidandosi alle solito workstation digitali ma puntando tutto su TP-7 e TX-6 targati Teenage Engineering. Ai nerd il gusto di analizzare al microscopio questa scelta; a tutti gli altri la spiegazione di come questo spinga a non lavorare di post-produzione, ma a fidarsi (e affidarsi a) su tutto ciò che è “attimo”, che è qui&ora nell’esecuzione. A questo, aggiungere il fatto che il mix in Dolby Atmos spazializzato è progettato per mettere l’ascoltatore proprio “al centro” dell’esecuzione.
Abbiamo il piacere di presentare in anteprima il primo brano-con-video estratto da questo lavoro, e ovviamente a conferma di quanto dicevamo poco più sopra anche le immagini sono state pensate, impostate e create dall’artista, non solo la musica. Subito la parola a suoni e immagini allora, e poi sotto alcune parole dello stesso Longobardi che “guidano” in questa “Entropia”.
“Il video che accompagna Entropia rappresenta un raffinato intreccio di tecniche avanzate di intelligenza artificiale e un editing mobile meticolosamente calibrato. Le immagini sono state generate tramite Midjourney, sfruttando al massimo l’ultima versione del modello e gli avanzati mezzi di personalizzazione di stile per evocare un immaginario ispirato al mondo onirico e simbolico di Hieronymus Bosch. Quest’influenza rinascimentale permea l’estetica del video, dando vita a composizioni sovraccariche di dettagli fantastici, quasi visionarie, che trasportano lo spettatore in un universo enigmatico”.
“Le animazioni sono state realizzate con Luma Dream Machine, strumento tra tanti che ho preferito per la qualità del movimento fluido e quasi cinematografico, che mi ha permesso di riecheggiare la sensibilità dei film espressionisti di Fritz Lang e Murnau. La narrazione visiva è costruita come una sequenza di tableaux vibranti, saturi di chiaroscuri e inquadrature drammatiche, che richiamano le atmosfere cariche di tensione dei classici del cinema muto.
Il processo di post-produzione è stato interamente finalizzato su iPhone, utilizzando LumaFusion per un editing accurato e dinamico. Ho optato per un equilibrio tra scene in cui le dinamiche tipiche dell’AI sono enfatizzate e altre in cui prevale un approccio più sobrio e minimalista, volto a sostenere il mood intimo e contemplativo del brano”.
“L’insieme di queste scelte stilistiche e tecniche ha permesso di fondere l’avanguardia tecnologica dell’intelligenza artificiale con un’estetica profondamente radicata nella tradizione artistica, creando un’opera che dialoga con Bosch e l’espressionismo tedesco, sublimando AI e classicità in un linguaggio visivo che risulta familiare ma innovativo”.