Se dici Minus, pensi subito all’etichetta discografica fondata da uno dei massimi interpreti della scena elettronica contemporanea, Richie Hawtin, attraverso il quale si è dato vita, a partire dai primi anni del nuovo millennio, alla nuova ondata del genere minimal: pochi suoni, battiti secchi, definiti e melodie ipnotiche. Definire in questi termini quest’etichetta discografica, costituisce una piccola parte della grande realtà che nasconde: diventata per molti una filosofia, o semplicemente un marchio di garanzia, da tempo ormai dietro alla musica che pubblica, troviamo un’intera città: Berlino, si sà, è ormai il centro nevralgico di una frangia della musica, quella elettronica per l’appunto, che, vuoi per lo spirito giovane, vuoi per la ricca cultura che permea l’aria, ha messo quì le radici. La capitale tedesca è ormai la meta di tutti i veri cultori di questo tipo di musica e sempre più spesso viene accostata a locali, mode e tendenze della night life, che ne sottolineano le qualità intrinseche. Già, ma dietro alle varie etichette, dietro gli sfondi del palcoscenico che vede sempre più spettatori, troviamo gli artisti, i veri protagonisti di questa rivoluzione. A dirla tutta, una definizione compiuta della Minus esiste nel momento in cui si vanno a raccontare compiutamente le storie ed i lavori svolti dai musicisti che ci lavorano: gli organizzatori del sempre più accreditato SOUND HAUS, osservatori esperti dell’evoluzione musicale, portano due dei più consolidati ambasciatori di quest’onda: Marc Houle e Hobo. Ai due non serve alcuna presentazione: semplicemente, due interpreti eccellenti.
Hund c/o People Club
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