Il messaggio sul mio cellulare parlava chiaro: “Luca porta cinque amiche, mi servono rinforzi”.
I presupposti di una serata a base di chiacchiere e buona musica, però, hanno vacillato soltanto fino al momento in cui siamo giunti al ristorante, dove, al fianco di Luca Bacchetti, oltre ad un gruppo di amici del dj lucchese, abbiamo trovato Carola Pisaturo e Greg Oreck. Il ventaglio di opportunità e di temi trattabili durante la cena si sono moltiplicati in pochissimo tempo, regalandoci spunti tanto inattesi quanto preziosi. Carola (chiamata Nefertiti dal cameriere egiziano per tutta la sera), infatti, oltre ad essere una cara vecchia amica di tutta la banda presente a tavola, è una dj di primissimo livello, nonché label manager della Claque Musique, una delle etichette italiane più apprezzate degli ultimi tempi. Greg Oreck, invece, si è rivelato un personaggio tutto da scoprire: americano, ex frequentatore di salotti politici (in passato si è occupato di relazioni internazionali), membro del duo Thugfucker, dj e manager di successo, ci ha regalato gaffe in romanesco in quantità industriale.
Luca Bacchetti è uno di quegli artisti di cui l’Italia dovrebbe andar fiera ma che la nostra passione spasmodica per tutto ciò che giunge dall’estero non ci fa apprezzare come dovremmo. Luca è stampa regolarmente su Ovum (andatevi ad ascoltare l’ultima release, “It’s Jazz” è bella da far paura) e su Wagon Repair (“Night Over Kwazulu” contenuta in “Human EP” è certamente uno dei lavori di maggior spessore dell’etichetta di Mathew Jonson), è stato protagonista questa estate di un tour americano impressionante, è stato uno dei primi dj dell’ondata techno-minimale europea ad esibirsi a New York ed è stato uno dei pochi italiani a mettere le mani sulla consolle del Womb di Tokyo. Il suo curriculum, la sua musica e il suo modo di suonare, però, li conoscevo già. Ciò che mi mancava, e che mi premeva maggiormente conoscere, erano le sfumature del suo profilo e del suo essere artista.
La chiacchierata,vuoi per la numerosità della tavolata, vuoi per le curiosità più disparate che ci portavamo dietro, è stata caratterizzata da diversi temi. Primo su tutti la scelta di Barcellona, città in cui Luca vive da aprile e che è stata preferita all’ormai inflazionata Berlino grazie alla presenza del mare e del sole. Nella città catalana si è unito alla crew costituita da Davide Squillace, al quale ha offerto il suo tocco per la release di lancio della nuova label “HideOut Music” (vi consiglio vivamente di ascoltare “West Side Story”) e dagli Audiofly, duo costituito da Anthony Middleton e Luca Saporito che tanto bene sta facendo in terra iberica ma che sembra non godere di grande stima da parte dei promoter nostrani. Chiaramente Luca non può che spendere belle parole per i suoi colleghi, ma a sorprendermi è il dettaglio con cui analizza i lavori degli Audiofly, autori a suo dire di un’house mai scontata che ha saputo mantenere col passare delle release quel feeling elettronico che conferisce ad ogni disco freschezza e un mood accantivante. I discorsi, poi, si fanno meno tecnici (per quanto si possa parlare in modo tecnico con me) e il tempo inizia a scorrere più velocemente quando iniziano i racconti del suo tour americano di questa estate, della maratona di ferragosto al Guendalina, delle cene a base di sushi a Miami durante il Winter Music Conference, dove è assolutamente sconsigliato dare carta bianca ad Ali Dubfire.
Quello che ne esce fuori è un dj formato ma ancora curioso, che osserva le realtà e il modo di vivere la notte di tutte le città in cui si è trovato a suonare, un dj che ascolta e assorbe per poi riversare nella sua musica tutto il bagaglio di esperienze accumulate nel tempo. La cena è ormai giunta al termine e di lì a poco Luca salirà in consolle. Il set è grandioso, pieno di groove e di dischi di qualità, la pista è presissima nonostante in parecchi si aspettassero un sound più house. La differenza dalla sua ultima esibizione a Roma si è davvero sentita: l’atmosfera è quella giusta e già dai primi dischi (gli ultimi lavori di Guti, Ray Okpara e Guido Schneider hanno davvero un gran tiro) si capisce che piega prenderà la nottata. Si finisce in bellezza con un back to back con Stefano Testa, autore di un’ottima chiusura!
Potete riascoltare la performance di Luca direttamente sul nostro blog o sul sito ufficiale di Bizzarro, dove troverete anche tutti gli altri dj set della stagione.