Finalmente anche Adam Beyer approda su Soundwall! Probabilmente all’età di 20 anni nessuno si aspetterebbe di fondare un’etichetta e di avere un successo così grande in futuro. Drumcode vi dice niente? Con quel piccolo passo ora il ‘vichingo’ si ritrova ad essere uno dei dj più rinomati, amati e conosciuti del globo e le sue label (compresa la Truesoul) hanno permesso a tanti altri artisti di trovare una “casa” dove poter esprimere il loro talento e tentare una carriera. Insieme a Joel Mull, Cari Lekebusch e Jesper Dahlback porta avanti l’orgoglio della techno svedese dagli anni ’90; grazie alle sue capacità, l’incondizionata passione per la musica e la sua voglia di farsi valere Adam vanta uno tra i miglior techno sound al mondo: i suoi kick e i suoi bassi parlano da soli e non ha intenzione di venderseli per nessuno! La sua passione per la musica inizia da giovanissimo e appena finisce la scuola inizia a lavorare alla Planet Rhythm Record, dopodiché un disco dopo l’altro ed ecco fuori il Master della techno!
Tanto per cominciare, raccontaci di come hai raggiunto il successo.
Iniziai a comprare musica fin da quando avevo 5-6 anni e poi iniziai a fare il dj intorno ai 20 anni. Con la produzione ho iniziato verso i 16 e a venti ho fondato la Drumcode. Così è da quando sono molto giovane che mi sono ritrovato sempre coinvolto con la musica iniziando a praticare il djing in scala ridotta e in piccoli parties in Svezia ogni cosa mi è venuta naturale con il passare del tempo.
Chi eri e cosa facevi prima di diventare uno dei migliori djs e producers in circolazione?
Decisi di iniziare questa carriera a 20 anni. Dissi a mia madre che era quello che volevo fare della mia vita e così da quel momento mi focalizzai sul successo e sul diventare un dj. Dopo aver finito scuola, per un periodo lavorai in un negozio di dischi ma non facevo che vendere dischi techno, dunque nella vita non ho fatto altro che essere un dj.
La produzione musicale è una nobile arte, molto difficile da capire e per attuarla si ha bisogno di un background culturale specifico. Hai imparato a produrre da solo o qualcuno ti ha dato una mano?
Veramente non feci tutto da solo. Con un gruppo di amici – Peter Benish, Jesper Dahlback e Joel Mull – condividemmo tutti insieme uno studio. Cari Lekebush, di tanto in tanto ci aiutò dandoci dei suggerimenti e svelandoci dei piccoli trucchi, ma all’epoca non ha prodotto niente con noi.
C’è qualcuno in particolare a cui devi qualcosa, che ti ha aiutato nell’ascesa verso la fama?
Solo i miei amici con i quali sono cresciuto. Non c’è stato nessun tipo di mentore nella mia vita professionale, anche se i ragazzi che che gestivano la scuola, quando avevo 15 anni, mi hanno “rimediato” svariate gigs a dei party studenteschi e praticamente ogni party dove ebbi modo di suonare, sempre col presupposto che non ero abbastanza grande da esibirmi nei club.
Quali sono gli artisti che hanno formato il tuo background musicale?
Da quando ho iniziato a collezionare musica… Molti di essi fanno musica elettronica, specialmente i pionieri come Jean Michel Jarre. Ma ce ne sono così tanti che è impossibile elencarli tutti.
La scena techno sta cambiando, è già cambiata e continuerà a farlo. Ne è la prova, per esempio, uno dei tuoi primi pezzi “Acid Code” (Drum Codes 1, 1995) e uno del 2011, “Simple Maze”. Parlaci dei pro e dei contro, secondo te, di questi cambiamenti.
I pro sono che di questi tempi si possono trovare dischi o tracce con un sound tutto rinnovato che non si era mai sentito prima e tutto ciò ha avuto un grande impatto con il cambiamento della scena. L’emozione di andare a cercare nuova musica era più grande di quello che è adesso, perché erano nati nuovi generi o stili di arrangiamento più belli di sempre. Era così difficile produrre musica, tutto era in MIDI, ma preferivo quella limitazione ed essere costretto ad imparare a conoscere quelle macchine davvero bene in modo da poterle sfruttare al massimo.
Pensando alle gigs penso che l’atmosfera e le vibrazioni che si percepivano nei club negli anni ’90 erano forse più emozionanti rispetto a quelli di oggi. Si ascoltava solo techno o anche dance music in club underground e non alla radio o altrove. Mi ricordo di aver ascoltato un 909 in uno spot televisivo di allora e tutti erano fuori di testa perché questi suoni non li potevi sentire da nessuna parte se non nella nostra musica. Quindi direi che la grande differenza tra ieri e oggi è che la percezione di quello che facciamo è molto più diffusa grazie a tutti i media e credo che in generale sia una cosa buona.
Drumcode rilascia ed espone solo il meglio. Da Alexi Delano a Joseph Capriati, da Dustin Zahn a Joel Mull, da Paul Ritch a Steve Lawler, fino ad arrivare a te! Che cosa significa veramente per te questa etichetta e quale collegamento ti unisce ad essa?
E’ sicuramente l’etichetta techno per i djs. E’ destinata al 99% alla musica per il dancefloor e si cerca di rimanere abbastanza modesti senza perdere la concentrazione e mantenendo la qualità molto elevata. Non ci sforziamo troppo di essere “fichi”, facciamo quello che facciamo e sappiamo di essere bravi a farlo. In sostanza, la label esterna tutto ciò che io suonerei nei club – e questo è un buon test per me. Ed è per questo che c’è una connessione tra l’energia e il sound che si ottiene da Drumcode 1 fino ad oggi, il che è abbastanza sorprendente: iniziare con un paio di idee nel 1996 e vedere che la stessa filosofia rimane viva anche 15 anni dopo.
Facebook, Twitter o Google Plus?
Avrei detto Facebook subito dopo l’aggiornamento della Timeline e di recente ho voluto provare anche Twitter, ma tutto sommato direi Facebook.
Cambieresti il tuo kick, il tuo basso e il tuo ritmo per guadagnare più soldi?
No. Compromessi e techno non vanno d’accordo.
La cosa più strana che ti sia capitata durante un set fu quando…
Ci fu una ragazza che andò in bagno sul dancefloor. Accadde in Germania durante gli anni ’90, non ricordo dove. Penso che probabilmente stava sotto qualche acido o qualcosa del genere, resta il fatto che fece i suoi bisogni nel ben mezzo della pista. Non fu bello…
Come ti comporti con tutti i demo e i promo che ti stressano durante la vita quotidiana?
Raccolgo le ciliege!
Qual è il tuo club e il tuo festival preferito?
Il club sarebbe il Berghain. Il festival l’Awakefest.
Tirare sempre fuori dal cilindro tracce “bomba”, essere sempre presenti nei migliori club e nei migliori festival esercita un certo peso sulla tua persona. Cosa significa essere Adam Beyer e come ti rapporti con il fatto di dare sempre il meglio di te a tutti i tuoi ascoltatori e alle tue etichette?
Penso che sia uno dei motivi per il quale io sono ciò che sono. Cerco sempre di dare il meglio, di lavorare duro sui miei set e di essere selettivo con la musica da pubblicare sulla label. A volte può essere molto difficile trovare il tempo per tutto ed essere sempre sulla cresta dell’onda, ma cerco di dare il meglio di me e comunque dopo un certo numero di anni ti si sviluppa un livello più alto.
Il tuo ultimo album risale al 2002 rilasciato sulla Truesoul, l’altra tua famosa etichetta. Hai intenzione di lavorare per rilasciarne uno nuovo? Da solo o magari con qualche collaborazione?
Al momento sto collezionando tracce in studio e avrei in progetto di preparare un album entro la fine del 2012, ma onestamente la risposta è che sarà pronto quando sarà pronto.
Grazie mille e a presto! E’ stato un piacere averti qua!
Lo stesso vale per me. Grazie per avermi invitato!
English Version:
Finally also Adam Beyer lands to Soundwall! Probably at twenty years no one expect to set up a label and to can do it in the future. Drumcode say anything to you? With that small step now the ‘Viking’ is one of the most renowned, known and loved djs around the world and its labels (including Truesoul) allow to so many other artists to find a “home” where they can express their talent and to try a career. Along with Joel Mull, Cari Lekebusch and Jesper Dahlback he carries the pride of the Swedish tecno from 90s; thanks to its capacity, the unconditional love for the music and his desire to assert himself Adam boasts one of the most techno sound in the world: his kick and bass don’t need presentations and he has no intention of sell them to anyone! His passion for the music start very young and just finished school he start work at Planet rhythm record and then, disc after another, here is out the Master of Techno!
To begin, tell us how you achieved success by starting from the beginning.
I began to buy music when i was five or six years old and then started to dj when I was around twelve. I started to produce when I was sixteen and I founded Drumcode when I was twenty. So from an early age I was always very into music and I started djing on a very small scale at youth parties in Sweden and then everything kind of came naturally after that.
Who were you and what were you doing before becoming one of the best djs and producers in cicrulation?
I decided to make a career of it when I was twelve. I told my Mother this is what I wanted to do with my life so since that age I was really focused to suceed and become a dj. I did work in a record store for a while when I finished school but that was selling techno records so I have not really done anything else other than be a dj.
Music production in a noble art, very difficult to understand and to be implemented and you need a specific cultural background. Did you learn to produce alone or someone has taught you?
I am not really self-taught. I had a group of friends – Peter Benisch, Jesper Dahlback and Joel Mull – and we leant together in a shared studio. Cari Lekebusch did help us with a few tips and tricks every now and again but he did not really produce with us back then.
Is there anyone who you owe something, some teaching that helped you in the ascent of fame?
Only my friends who I grew up around really. There wasn’t any kind of mentor in my professional life although the guys who ran the DJ School I attended when I was about fifteen did help me get some early gigs at student parties and basically any party that I could play, even though I wasn’t even old enough to get in the clubs.
Artists who have formed your musical background?
Since I started to collect music so early most of the music is electronic, especially pioneering artits like Jean Michel Jarre. But there are so many it is impossibile to list them all.
The Techno scene in changing, it has already changed and will continue to change. The proof is given for example by one of your first traks “Acid Code” (Drum Codes 1, 1995) and one of 2011, “Simple Maze”. Tell us pros and cons, in your opinion of these changes.
The pros of the early days would be that you often found records or tracks that were completly new with sounds you have not heard before and they had the impact of really changing the way the scene was going. So the excitement of finding new music back then was bigger than it is now because there were new genres or styles of arrangement being born all the time. It was so much harder to make music back then with it being all MIDI but I kinda of liked that limitation and being forced to learn those machines really well so that you can make the most of what they can do.
Thinking about the gigs I think the vibe you found in clubs in the 90’s was maybe more exciting than it is now. You only heard techno or even dance music in underground clubs, not on the radio or anything. I remember hearing a 909 in a TV commercial back then and everyone was freaking out because you did not hear those sounds anywhere other than in our music. So I would say the big difference between then and now is that the perception of what we do much more widespread across the media which I think overall is a good thing.
Drumcode releases and exposes only the best. From Alexi Delano to Joseph Capriati, from Dustin Zahn to Joel Mull, from Paul Ritch to Steve Lawler, until arriving you! What does really symbolize for you this label and which connection unites you with it?
The label is definetly a techno label for DJs. It is 99% aimed at music for the dancefloor and it is trying to be quite unprotencious without losing focus and keeping the quality very high. We don’t try too hard at being “cool”, we do what we do and we know we are good at. Essentially the label output is really all about music that I would play in the clubs – that is the test for me. And that is why there is a connection between the energy and the sound you get on Drumcode 1 right through to today which is quite amazing a sit all started from a few ideas in 1996 and that philosophy has remarne through the last 15 years.
Facebook, Twitter or Google Plus?
I would have said Facebook straight away the Timeline update and recently I have been enjoying Twitter but all things considered I would say Facebook.
Would you change your kick, your bass and your rhythm to earn much money?
No. Compromise and techno don’t go well together.
The strangest thing that happened to you during a set it whas when…
It would have to be this girl who went to the toilet on the dancefloor. It was in Germany in 90’s, I can’t remember where. I think she must have been on acid or something as she just sat down and went to the toilet in the middle of the dancefloor. Not nice…
How do you behave with all demos and promos that squeezed you in daily life?
I pick the cherries!
What is your club and favorite festival?
Club would be Berghain. Festival is Awakefest.
To embody you ie always pull out “bomb” tracks and to be present in the best clubs and festivals in the world; this exerts a certain weight on your person. What does mean to be Adam Beyer and how do you relate with the fact of always give the best of you to all your listeners and your labels?
I think it is part of why I am who I am. I always try to give my best and to work hard on my sets and being selective about what music to release on the label. Sometimes it can be very hard to have time for everything and be on top of everything but I just try to do my best and after all the years you develop a high lowest level.
Your last album dates back in 2002 on Truesoul, your other famous label. Do you have plan to work on a new one? By solo or maybe with some collaboration?
I am collecting tracks in the studio at the moment and it is the plan to have an album ready by the end of 2012 but the honest answer is that it will be ready when it is ready.
See you soon and thank you very much! It was a pleasure to have you here!
Likewise. Thank you for having me!