L’annuncio dalla pagina Instagram ufficiale lo mettiamo qua sotto, un annuncio triste, preciso: Franchino non ce l’ha fatta, non è più tra noi. Fra gli amici, colleghi ed alcuni addetti ai lavori si sapeva che la situazione era diventata molto difficile, nelle ultime settimane; la speranza era che per l’ennesima volta Francesco Principato, in arte Franchino, si dimostrasse un highlander. Come già gli era successo più e più volte.
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Con lui se ne va un lato romantico, fanciullesco ma anche sfaccettato del clubbing italiano. Per certi versi lui era un anello di congiunzione tra il clubbing primi anni ‘90 e l’era psichedelica di uno o due decenni prima. Classe 1953, aveva iniziato a fare il dj per diletto fin da giovanissimo: qualche estate passata ad Ibiza a metà anni ’80, e soprattutto l’incontro con un fuoriclasse come Miki The Dolphin, lo aveva illuminato. Più ancora che sulla musica si concentra su un bizzarro e fantasioso ruolo di “cantastorie”, perché in fondo dargli del mero “vocalist” sarebbe riduttivo.
Ed è così che attraversa tre decenni di storia della musica dance italiana – spessissimo con i sodali ed amici Metempsicosi – diventando via via sempre più un’icona, per quanto bizzarra, per quanto sempre sul confine tra farsa, ironia ed autentica intensità. Certo: se si era devoti al clubbing “all’anglosassone” la sua presenza nelle serate e le sue declamazioni potevano apparire un po’ un retaggio del passato o una deriva un po’ naïf, ma il tempo ha dato ragione a Franchino, al suo modo di porsi, alla sua spontaneità, alla sua verrebbe da dire purezza – rispetto ai canoni del “suo” mondo.
Lui per primo si divertiva. Certo, negli ultimi anni la lunga vita molto frizzante nel mondo della notte aveva iniziato a richiedere i suoi tributi, ma lui non voleva assolutamente mollare il colpo ed era sempre molto legato a tutte le persone che lo venivano a sentire, che lo invocavano, che volevano comunicargli apprezzamento ed entusiasmo. Persone che col passare degli anni, in un twist quasi inatteso, sono tornate ad aumentare: Franchino è diventato un fenomeno anche per le generazioni più giovani, per quelli che non l’avevano mai visto e sentito all’opera negli anni in cui si è consacrato il gioioso culto attorno a lui (gli anni ’90 dell’Insomnia, per dire).
Era felice di esserci, per loro.
Con lui, se ne va un pezzo di storia. Con lui, se ne va un pezzo di storia che – contrariamente ad altri, nella storia della dance italiana – ha trovato modo di tornare ad essere rilevante, divertente ed appassionante anche per le generazioni attuali. Di sicuro, tutte le perone che lo hanno conosciuto, gli hanno voluto bene o anche solo lo hanno incrociato in qualche serata innamorandosi del suo spirito e della sua “magia” oggi sono molto, molto, molto tristi.
Lo vogliamo ricordare con una release dell’anno scorso, che per certi versi è un crepuscolo malinconico, poetico ed affascinante, non solo euforia, leggerezza e mani in aria: un manifesto perfetto e preciso, un ritratto a tutto tondo di una persona ed un artista con in realtà varie sfaccettature che ha lasciato un segno indelebile nel “nostro” mondo – e che, nei ricordi di più e più generazioni, continuerà a lasciarlo per sempre.
Grazie per la magia.