Sicuramente uno dei più brillanti dj del momento è Alan Fitzpatrick, punta di diamante di molte etichette importanti come Drumcode, Figure, Bedrock, 8 Sided Dice, Sleaze e tante altre. Il suo nome appare sulle locandine dei club e dei festival più famosi al mondo. Le sue sonorità accarezzano la tech-house tanto quanto il suo inconfondibile stampo techno, il tutto sempre ben condito da un bel “bassone” alla Fitzpatrick e dai suoi loop-tormentoni che accompagnano le sue tracce. Il ragazzo di Southampton inizia a produrre da giovane, insieme a Dave Robertson (alias Reset Robot) fin quando Adam Beyer non si innamora di tutti i suoi pezzi, pubblicandoli e facendo esplodere Alan nel mondo della musica!
Ciao Alan e benvenuto su Soundwall! Raccontaci del tuo primo amore: la musica.
Il mio primo ricordo riguardante la musica risale a quando avevo circa 3 anni, durante una vacanza in Spagna con i miei genitori. La sera prima di partire andammo a cena fuori e mandavano una canzone di Stevie Wonder “I Just Called To Say I Love You”; ho un ricordo molto chiaro di quel momento. Da allora non sono riuscito a fermare la mia simpatia per le band e i djs e poi sono diventato io stesso un produttore. Ho passato molto del tempo a scuola senza fare niente e anzi, ascoltavo musica, il che al tempo non fu apprezzato dai miei insegnanti e dai miei genitori ma ora sembra aver dato i suoi frutti!
Come hai affrontato i primi anni in cui ti sei dilettato nella produzione musicale e nel djing?
Ho iniziato a produrre 10 anni fa, a casa, nella mia cameretta. Poi mi sono iscritto ad un corso di tecnologia della musica per un anno e ho comprato uno studio iniziando da lì. Ero veramente impaziente di iniziare, così sono riuscito ad ottenere un piccolo prestito e ho comprato tutte le attrezzature che potevo permettermi. Già allora producevo con Dave Robertson – eravamo sulla stessa linea, aveva senso lavorare insieme visto che avevamo pari conoscenze e avevamo appena iniziato entrambi. Al tempo usavo Cubase con i suoi VST (Virtual Studio Technology) e un vecchio Akai sampler, un grande mixer della Mackie e come monitor delle Yamaha NS10. Ben presto iniziai a usare Reason One.
Una giornata tipo nel tuo studio: tu, il tuo sequencer e i tuoi hardwares.
Registro musica nel mio studio ma anche in quello di Dave Robertson. Usiamo Reason 6 quando produciamo. In termini di “equipaggiamenti” preferiti uso sempre un APC40 midi controller in collaborazione con Ableton quando scrivo le mie tracce.
Quanto hai dovuto lavorare sodo e guadagnarti conoscenze per arrivare al tuo livello attuale?
Penso che come producer non si smette mai di imparare, soprattutto con le nuove tecnologie avanzate e i nuovi software inventati. Ho iniziato 10 anni fa a fare questo lavoro, ma credo di aver incominciato ad esser contento di quello che proponevo a partire dal 2008 e da lì ho sempre ottenuto il meglio del meglio ogni anno.
Gli ultimi minuti prima di salire sul set…
Non mi innervosisco più, ma rimane sempre un’esperienza molto eccitante, l’adrenalina sale. Poi mi metto a guardare come la folla reagisce alla musica. Penso che sia molto importante ottenere la giusta dose di energia e poi una volta che inizi a suonare diventa tutto molto naturale.
Il 25 febbraio hai suonato a Milano al Nika Music Store. Singolare come cosa: entrare in un negozio e trovarsi Alan Fitzpatrick che ti lancia i missili!
E’ stato molto divertente suonare in quel negozio e ho avuto l’opportunità di far ascoltare molti bei pezzi. Era la prima volta che vedevo un dj in una “discoteca silenziosa”, era da pazzi e la gente poteva sentire la musica solo tramite le cuffie. E’ stato sicuramente una delle esibizioni più strane, ma divertenti che abbia mai avuto.
Drumcode ha affermato senza dubbio il tuo successo nel mondo della techno. Come sei arrivato a una delle etichette techno più importanti e quanto ti ha aiutato ciò, nell’avvento del tuo nome? Quanto devi a questa label e ad Adam Beyer?
Adam stava suonando molti remix dei miei e si mise in contatto con me per chiedere se avevo tutto il materiale originale da mandare a Drumcode. Da allora c’è stato un grande rapporto con lui; ha voluto pubblicare quasi tutto quello che gli avevo fatto ascoltare, incluso il mio album di debutto. E’ stato grandioso per me come Drumcode è sempre stato un marchio influente nella mia vita ed è un piacere, ora, far parte di questo team.
Che fine hanno fatto la collaborazione iniziata con Dave Robertson, i Testube Babies?
Fu qualcosa che iniziò 10 anni fa, proprio all’inizio della mia carriera. E’ stata di breve durata anche se abbiamo scoperto abbastanza velocemente che il nostro stile era più house che tecnho.
Dopo “Shadows In The Dark” hai intenzione di sfornare altri album?
Ho intenzione di scrivere un nuovo album nel 2013 ma in realtà per ora voglio solo vedere cosa succede tra l’oggi e il domani. Mi sono veramente divertito a produrre il mio ultimo album, quindi sono molto ansioso di tornare in studio, ma credo che spetti ad Adam decidere se pubblicarne un altro.
Grazie mille! E’ stato veramente un piacere!
Lo stesso vale per me! Grazie per il vostro sostegno e non vedo l’ora di iniziare questa settimana il mio podcast dedicato a voi.
English Version:
Certainly one of the most brilliant djs of the moment is Alan Fitzpatrick, cutting edge of many major labels like Drumcode, Figure, Bedrock, 8 Sided Dice, Sleaza and many others. His name appears on the clubs and on the most famous festivals in the world. Its sounds caress tech-house and techno: everything well dressed with a nice “ultra-bass” like Fitzpatrick and with his smash-loops. The boy from Southampton start to produce as a youth with Dave Robertson (alias Reset Robot) not until Adam Beyer falls for all of his pieces, publishing it and blowing up in the world of music!
Hi Alan and welcome on Soundwall! Tell us about your first love: the music.
My first memory of music was being on holiday in Spain with my parents when I was about 3 years old. One night before we went out for dinner they were playing the Stevie Wonder record – “I Just Called To Say I Love You” and I have a very clear memory of that moment. Since then it has been non stop through me liking bands and eventfully DJs and becoming a producer myself. I spent a lot of time at school not working and instead listening to music, which was not appreciated at the time by my teachers or parents but it seems to have paid off now!
How did you approach the early years in which you delight in music production and in djing?
I started producing 10 years ago, at home in my bedroom. Then I enrolled on a music technology course for a year and bought a studio and started from there. I was really eager to get started so I took out a small loan and bought all the equipment I could afford. Even back then I was making music with Dave Robertson – he was on the same course as me so it made sense to work together as we were into the same things and started at the same time. Back then I was using Cubase with VST’s and an old Akai sampler, a big Mackie mixing desk and Yamaha NS10 monitors. Pretty soon after I started using Reason One.
A typical day in your studio: you, your sequencer and your hardwares.
I record music at my home studio but also in Dave Robertson’s (aka Reset Robot) studio. We use Reason 6 when we make music. In terms of favorite gear, I always use an APC40 midi controller in conjunction with Ableton when writing my tracks.
How long did you work hard and knowledgr to get to your current level?
I think as a producer you are always learning, especially with the way that technology advances all the time and new software and machines are invented. I started making music about 10 years but I guess I only started to be really happy with what I was making in 2008 and it has gotten better and better every year since.
The last few minutes before getting on the set…
I don’t really get nervous anymore but it is still a very exciting experience as the adrenaline gets going and I start to look at how the crowd are reacting to the music. I think it is very important to get the energy levels going and then once you are playing it becomes very natural.
On 25 February you played in Milan at Nika Music Store. Odd: go into a store and find Alan Fitzpatrick who launches missiles!
It was lots of fun to play in the shop and have the opportunity to listen to some records. It was the first time I had DJ’s at a ‘silent disco’, which was crazy as they could only hear you in their headphones. It was definitely one of the strangest but fun gigs I have ever played.
Drumcode affirms without doubt your success in techno world. How did you arrive to one of the most important techno label and how this helped you in the advent of your name? How do you owe it to this label and to Adam Beyer?
Adam was playing some remixes of mine and he got in touch to ask if I had any original material that I would like to send for Drumcode. Ever since then it has been a great working relationship with him, he has wanted to release almost everything I have set to him, including my debut album. It has been great for me as Drumcode was always an influential label in my life and it is a pleasure to now be part of the team.
What happened to the collaboration started with Dave Robertson, the Testube Babies?
This was something we started 10 years ago right at the start of my career. It was short-lived though as we found out pretty quickly we were more into house and techno than the harder house style.
After “Shadows In The Dark” did you intend to spawn more album?
I plan to start writing a new album in 2013 but really I want to see what happens between now and then. I really enjoyed writing my last album so I am keen to get back in to the studio but I guess it is up to Adam if he wants to release another album.
Thank you very much! It was really a pleasure!
Likewise! Thank you for your support and I am looking forward to starting my podcast mix for you this week.