Nome, titolo ed etichetta fanno tutte capo al cognome dell’ideatore (ed owner, evidentemente) del progetto Mosso. Si tratta di Alejandro, musicista argentino che ha fatto di Berlino – ebbene sì, ancora lei! – il luogo ideale dove trasferisrsi e lavorare come musicista. Mosso naviga nel grande mondo della produzione da qualche anno ma è proprio nel 2013 che salta all’occhio degli appassionati grazie al lavoro svolto insieme ad Ilario Alicante per l’arcinota Cocoon Recordings, l’ultimo episodio di “Cocoon In The Mix”.
Ma veniamo all’EP in questione che, disponibile sia nella versione dodici pollici che in digitale, si presenta come un buon concentrato di stili e competenza tecnologica. Il risultato finale della fusione fredda di minimal, deep house e techno dubeggiante presenti in “Islote”, il B-side del disco, è molto valido. Ci sono questi tre loop che si rincorrono allegramente per tutta la durata del pezzo, abbracciandosi e sovrapponendosi, facendo capriole, superandosi e giocando a nascondino ma senza mai bloccarsi, o confondersi. Il groove, nonostante le numerose variazioni, risulta sempre pulito e asciutto. E’ questo quello che mi piace di più del pezzo. Risultato? Traccia molto orecchiabile, puntuale e mai banale. Ma vi dirò di più, potrebbe essere l’ottimo aperitivo di una bella serata coinvolgente, l’antipasto di un bel pranzetto cucinato da, che so, James Holden? Mi piace “Islote”, mi piace davvero.
Vorrei poter dire lo stesso di “Arrecife”, ma non me la sento. Le percussioni sono prevedibili come le solite scuse e la ritmica è un eterna apertura in attesa inesorabile di qualcos’altro che, lo sai bene, non arriverà. Non incalza, non frastorna e fondamentalmente non smuove di molto le mie budella elettroniche. Ma qualcosa di buono c’è: il richiamo di una terra lontana come l’Argentina che si fa sentire per tutta la traccia, come una specie di bolla di sudore incazzata, proprio come la pancia di una terra che ha sofferto e, inconsapevolmente, ripone parte del suo lamento nei lavori di Alejandro Mosso, ragazzo capace di raccontare con la sua musica cosa sia una vena dark, purtroppo male accompagnata in questo pezzo che forse è “solo” un perfetto lamento da after.