Siamo ai primi di agosto: come ogni anno Berlino si prepara ad accogliere lo storico Berlin Atonal e la sua line-up di artisti d’avanguardia. Tra questi, Alessandro Cortini, un nome ampiamente riconosciuto all’interno della scena industrial rock. Membro dei Nine Inch Nails dal 2004, tastierista, chitarrista, compositore, un italiano che negli anni ’80 ha deciso di lasciare la bella madrepatria per cercare di fare della musica il cardine della sua vita. Oggi, con un eclettico e multiforme catalogo di lavori da solista possiamo dire che ci è ampiamente riuscito. E’ propria di Alessandro Cortini la caratteristica di rendere un suono profondamente emotivo: la sua musica è ricca di una grande forza attrattiva, viscerale, istintiva, a tratti ipnotizzanti a tratti eterea ed intoccabile. Al Berlin Atonal 2015 presenterà la sua prima completa performance audio-visiva del progetto “Sonno” ed una versione estesa di “Risveglio”, LP realizzati entrambi a fianco della label newyorkese Hospital Productions.
Partiamo dall’inizio, prima dell’America. Nato a Bologna, cresciuto a Forlì. Cosa ascoltavi da ragazzo? E cosa ti ha spinto poi a lasciare tutto per studiare chitarra oltreoceano?
Voglia di fare musica e viverla in un paese dove è considerata un’esperienza part time e marginale è ciò che mi ha spinto ad emigrare, essenzialmente.
Quanto ha influito vivere nella Los Angeles di fine anni ’90 all’interno del tuo percorso come artista? Pensi abbia aiutato a definire la tua musica?
Certamente, ma è impossibile quantificarlo, in quanto non ho un percorso parallelo a cui paragonarlo.
Poi è arrivato il salto. Da chitarrista nella band The Mayfield Four, alle audizioni per entrare negli Nine Inch Nails. Che significato ha avuto ed ha per te l’esperienza come membro del gruppo degli Nine Inch Nails e il rapporto con Trent Reznor?
Un’esperienza che mi ha cambiato profondamente a 360 gradi, musicalmente: dal livello professionale a come ascolto e creo musica, per poi permettermi di sviluppare una voce ed un percorso mio.
Parlaci un po’, tra tutti i tuoi progetti da solista, di SONOIO.
SONOIO non è stato il mio primo progetto solista, in quanto Blindoldfreak è uscito 2 anni prima. SONOIO è un progetto ancora in discussione, ma al momento non c’è tempo ne voglia di finire un’album che è troppo difficile da finire. Magari l’anno prossimo!
Quando hai deciso di intraprendere la strada da solista, avevi già qualcosa in mente riguardo all’evoluzione del tuo suono o ti sei lasciato guidare dall’ispirazione?
Ispirazione unicamente. E’ un processo molto terapeutico. Cerco di non pensare troppo, e ascolto molto. Di norma i risultato è piacevole alle mie orecchie, e continuo in quella direzione.
Poi, successivamente arriva il progetto che porta il tuo nome, Alessandro Cortini, suoni pieni di fascino, suggestivi, distorti. Da SONOIO, come sei arrivato a “Forse” e a “Sonno”?
Non so. sinceramente non mi chiedo come arrivo a diverse tappe, ma le approccio come nuove avventure che si presentano o a causa di necessità o per fortuna/fato. Ho smesso di cercare di fare le cose che credo di volere, ed cedo più alla corrente che mi porta in nuove direzioni. L’essere passivo da quel punto di vista mi rende molto più attivo creativamente.
A detta della press release, alcuni tratti nello sviluppo di “Sonno”, il tuo primo album per Hospital Productions, sono frutto di registrazioni di suoni provenienti direttamente dall’ambiente esterno. Qual è stato il percorso che ti ha portato allo sviluppo di questo lavoro?
“Sonno” e’ stato registrato in camerini e camere di hotel durante l’ultimo Tour con i NIN. E’ la manifestazione di ninna nanne per adulti che non riescono a dormire, o giù di lì.
Il 27 di luglio è uscito “Risveglio”, il secondo dei tuoi LP, prodotto con Hospital Productions. Lavoro in cui hai sottolineato l’uso di un triplo kit Roland: TB303, MC-202 and TR606. Cosa ci aspetteremo da questo nuovo progetto?
Il seguito di “Sonno”, essenzialmente. Nasce dalle stesse sessioni, ma integra una strumentazione più amplia, sempre mantenendo lo stesso spirito, penso.
Sempre parlando di lavori da solista con l’alias di Skarn, hai prodotto risultati sotto certi aspetti affini con “Sonno” ma anche diversi, diciamo, più minimalisti, noise e sperimentali. Una grande affinità, quindi, con la dimensione sonora di Shifted. Parlaci del tuo rapporto con Avian e di come e perchè è nato questo progetto.
Ho conosciuto Shifted attraverso Dom Fernow, e ci siamo incontrati a Berlino. La proposta di fare uscire qualcosa su Avian si è manifestata con l’avvento dei primi lavori sotto il nome Skarn.
Quali saranno i prossimi progetti firmati Skarn?
A parte un paio di performance live, non ho idea. Cerco di non pianificare niente….
Questo agosto ti esibirai al Berlin Atonal 2015 per la prima volta. Cosa proporrai al tuo pubblico?
“Sonno” + “Risveglio” A/V show. Visual by Sean Curtis Patrick. Una nuova versione estesa con nuovi brani da “Risveglio” e nuove immagini.
Sappiamo che oltre all’audio la tua performance prevederà anche una parte visual. A tal proposito, qual è il tuo rapporto con la parte visiva della musica?
Dal punto di vista della performance e in particolare modo di musica strumentale, penso sia 50% del pacchetto finale, personalmente.
Dopo il Berlin Atonal, saranno previste altre date europee?
Londra 26 agosto (Cafe Oto), Verona 5 settembre (Path Festival). Altre in ottobre (Unsound in Polonia e Roma).
Infine una curiosità: cosa hai lasciato lungo la strada e cosa ancora porti con te del tuo background italiano?
Ho lasciato tutto tranne che la famiglia, gli amici e la piadina!