“Una cosa un po’ diversa, da quella che è la normale visione della radio. Dove non esiste più la borsa dei dischi ma usiamo quella sorta di luogo metafisico che è il web, dove risiede la maggior parte della cultura contemporanea”.
Da sempre un punto di riferimento della radiofonia italiana e del mondo del djing si è sempre distinto per il suo sound sempre molto sperimentale e ricercato. Ci tiene a mantenere quella sorta di originalità che si manifesta in tutte le sue performance (che siano radiofoniche o in console) quel sound molto originale che ci avvicina ad un nuovo modo di intendere la musica. Alessio Bertallot non ha di certo bisogno di grandi presentazioni, un artista veramente a 360° , cantante, dj, speaker radiofonico. Un nuovo programma ci fa ancora parlare di lui. RaiTunes in onda dal lunedì al venerdì sulle frequenze di radio2 dalle 22.30 a 00.00, ci propone una sequenza veramente mista di suoni e melodie varie passando velocemente dal baseline, soul, funky, fino ad arrivare a sonorità sempre più ricercate come il breakbeat, dubstep, chill, drum & bass accompagnati dalla sua voce molto originale e calda introducendoci in un lungo viaggio all’insegna di sonorità particolari. La vera novità risiede nell’interagire direttamente con gli ascoltatori, il pubblico diventa dj, assumendo una posizione da protagonista. Gli ascoltatori possono mandare tracce e canzoni che preferiscono sulla pagina facebook di Alessio Bertallot e potrete ascoltare il vostro brano in diretta. Uno dei primi esperimenti in cui il semplice ascoltatore può diventare attore principale di un luogo misto fatto di tante idee e soprattutto dal buon sound. “Altri suoni”, così come viene definito Raitunes, un modo tutto nuovo di fare radio, creando quasi una sorta di community in cui gli ascoltatori interagiscono continuamente. Un nuovo modo di dialogare con il pubblico e una mole veramente ampia di generi musicali frutto di tanta cultura musicale. La voglia di intervistare colui che da anni porta avanti il progetto di fondere stili e culture musicali è stata veramente molto forte, Alessio Bertallot si è sottoposto ad alcune domande, guardate un po’ cosa ne è venuto fuori…stay tuned!!!
Benvenuto su Soundwall, è davvero un piacere per noi.
Grazie per ospitarmi in questo “luogo” metafisico. ce n’è bisogno, in questi tempi di cosiddetti reality…
Quando nasce l’idea di creare RaiTunes?
Maggio 2010. ma avevo già accantonato idee almeno da Novembre 2009. Ho aspettato che si verificassero le condizioni giuste per realizzare quello che avevo in mente di fare, e cioè un programma radio che fosse crossmediale, radio ma contemporaneamente web. RaiTunes è in diretta in radio e sul web, ma con contenuti diversi, contemporanei e complementari. Essere alla Rai , potrà sembrare strano, è un piccolo sogno realizzato.
E’ sempre molto importante interagire con il pubblico e tu lo fai veramente molto bene, pensi che sia il futuro della radio quello di rendere partecipe gli ascoltatori in modo da essere parte integrante del programma?
E’ solo uno dei modi in cui si potrebbe rinnovare la radio. L’interazione con il pubblico è particolarmente giusta perchè la radio ha da sempre un rapporto di confidenza con il suo pubblico, io l’ho solo trasportato sul nuovo medium. Mi affascina il grande potere che ha il web nel creare delle comunità: se l’avvento di internet ha polverizzato, frammentato i massimi sistemi, gli ordinamenti precedenti, oggi ne crea altri. Il futuro della radio? Non vedo nessun futuro. La radio è morta. O almeno, il vecchio modo di fare radio è morto. Come è morta la tv, e forse anche buona parte di questo paese. E’ stagnazione. Bisogna sperimentare e il web consente esperimenti.
Così come in B-Side, anche su Raitunes troviamo un sound molto sperimentale e ricercato, qual è il background con cui ti sei formato negli anni?
Il punk , all’inizio degli anni 80. Fu un calcio nelle balle al conformismo musicale e sociale precedente. E fu anche disincanto e amarezza. Il rap e la cultura dei dj, poco dopo: nuova musica nera, che veniva dalla strada. L’avvento della tecnologia elettronica ancora dopo: cambiò i suoni e il modo di pensare alla musica e inventò anche la musica dance. Ristabilì anche un conformismo e un manierismo, purtroppo. L’avvento delle contaminazioni fra i generi, dall’ Acid Jazz ai Chemical Brothers, dai Massive Attack a Trentemoller, più recentemente. E ancora va avanti…
Un inedito esperimento è stato far incontrare nello stesso tempo musica jazz accompagnata da bit underground come quelli della musica elettronica, il lavoro prende il nome di Jazzaposizioni, credi che questa continua contaminazioni di generi possa risultare positiva per il futuro?
Credo che sia l’unico modo in cui le cose si evolvono. ma non solo per la musica: per tutto. ” Nulla si crea , nulla si distrugge, tutto si trasfoma”, diceva Einstein. Il mio dovere è quello di spiegare gli orizzonti della musica ad un pubblico di non adetti ai lavori e Jazzapposizioni è un rudimentale ma efficace parlare per simboli: Fabrizio Bosso che improvvisa su Roni Size o Marcus Miller che improvvisa sul Dubstep sono gesti che dimostrano che la musica potrebbe essere molto più sorprendente di quanto potremmo immaginare.
E’ cessata la produzione del leggendario giradischi Technics SL 1200 (si dice che sia il più amato dai deejay), pensi che sia una normale evoluzione del mondo musicale o i dj e tutti gli appassionati di musica perdono veramente molto senza questo supporto?
Tutte e due. Da un lato è una perdita di un valore, di un fondamento, dall’altro è l’effetto dello stesso processo evolutivo che un giorno ha fatto gridare che si erano venduti più technics 1200 che chitarre elettriche Fender Stratocaster. Ora avremo una generazione di Dj che fanno mixare le tracce al computer e questo non sarebbe un male, se comunque qualcuno insegnasse loro la storia, la cultura di chi è venuto prima, come succede al Conservatorio o nei Licei. Perchè questo darebbe loro il vocabolario per inventare anche parole nuove, nuove tecniche (e technics…) ma non succederà, e si andrà avanti con il solito brodo primordiale, che sa di minestra riscaldata, come il revival degli anni 80, che dura più degli anni 80 stessi.
Sempre attento a generi e nuovi stili, ci fai 4 nomi di artisti emergenti che secondo te vale la pena seguire?
Jack Sparrow, per il Future Garage, James Blake, per la nuova elettronica, Floating Points (a che razza di genere appartenga non lo so…) e Fink, per il Blues del terzo millennio.
Oltre la radio attualmente stai coltivando qualche altro progetto parallello, siamo curiosi?
se la radio mi lasciasse del tempo, avrei una lista di progetti paralleli da qui al 2099. Per il momento punto a fare 4 giorni di snowboard di fila e una settimana di windsurf, prima o poi…
Grazie mille per la disponilità, a presto.