Ci sono dj che iniziano a produrre e produttori che iniziano a mixare. Alcuni producono per girare il mondo, altri girano il mondo perché producono. Poi c’è qualcuno che produce e basta, e tutto quello che gli interessa è vedere come reagirà la pista a quella produzione, a quel suono, per poi correre in studio a farne altri, di suoni. Alex Tepper è uno di questi, e a noi di Soundwall ha voluto spiegare perchè la musica elettronica è condivisione, perchè i clubbers del futuro possono dormire sonni tranquilli e perchè bisognerebbe frequentare di più gli skate parks.
Ciao Alex! Iniziamo con qualcosa di semplice… Quando e dove è cominciato il tuo percorso musicale? Quando hai deciso di fare il dj e quando hai iniziato a produrre la tua musica?
Ciao Soundwall! Beh… sin da quando avevo 7/8 anni e vivevo a Baltimora, negli States, ho preso lezioni di piano e chitarra ma non avevo molta voglia di seguire le lezioni, preferivo andare ad orecchio e suonare quello che ascoltavo alla radio o su MTV. Da ragazzino andavo anche in roller skate ed è stato allora che sono rimasto affascinato dal dj che metteva i dischi allo skate park, prendendo i 7” che aveva appesi al muro e suonandoli uno per uno. E’ in quel momento che è “scattata la molla” del djing! Contemporaneamente mi sono appassionato agli strumenti elettronici, synths, drum machines… I miei mi regalarono una piccola tastiera Casio da cui non riuscivo a staccarmi. Cercavo ogni volta di tirarci fuori qualcosa di nuovo, anche se era una piccola e ovviamente limitata! Per tutta la mia adolescenza sono stato combattuto tra il desiderio di suonare uno strumento, e quello di suonare i dischi. Pensa, da teenager avevo un impianto mobile e suonavo alle feste di compleanno dei miei amici, o ai boyscout! La svolta però c’è stata quando ho conosciuto Phil Dockerty e Adam Presdee, che allora si facevano chiamare The Commission e facevano un sacco di megamix e remix per il DMC: grazie a loro mi sono appassionato alla musica house ed ho iniziato a produrla. Insieme abbiamo poi fondato la Urban Hero Record, nei primi anni ’90. Nel frattempo lavoraro in uno studio di registrazione per gruppi rock o reggae, è stato dopo, quando abbiamo messo su il progetto Futureshock insieme a Phil, che è ufficialmente cominciata l’avventura del djing.
Parlaci delle tue influenze musicali. C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare?
I principali responsabili della mia voglia di produrre musica sono stati Prince e Trevor Horn. Ho ascoltato all’infinito gli album prodotti da Trevor e dal suo team, cercando di capire come fosse arrivato a quel tipo di suono, come lo avesse registrato. Stessa cosa vale per Prince: ero sempre meravigliato da come suonassero le sue produzioni. Dopo, quando ho scoperto l’house e la techno, le mie principali fonti di ispirazione venivano dalla New York e dalla Chicago dei primi anni ’90 o dalla scena storica di Detroit: Todd Terry, Masters at Work, Maurice Joshua, The Guys at Shelter, Mood II Swing, Frankie Knuckles, ma anche Kevin Saunderson, Carl Craig e Juan Atkins… L’America di quegli anni spaccava! Quanto alle collaborazioni, beh, recentemente sono in contatto con dei vocalist, ma al momento non c’è nulla di definito e preferisco tenere tutto al gran segreto… Non vorrei portarmi sfortuna. In generale, ho collaborato con così tanti artisti quando ho prodotto per altri, che, per le mie produzioni, apprezzo molto il tempo che passo in studio da solo!
Quasi 20 anni di produzioni e almeno 5 monikers differenti… chi è Alex Tepper? Dacci una definizione della tua musica.
Vorrei saperlo anch’io. Amo la techno e l’house, ma ci sono talmente tanti sottogeneri in questo genere musicale… Amo la semplicità, per me un disco funziona se ha un buon impatto sul dancefloor e sulla gente, che detto così sembra facile, ma in realtà richiede un sacco di tempo e di impegno… Io stesso mi ritrovo a scoprire ancora oggi nuove cose in studio! In generale i miei stimoli vengono dalle mie influenze, dalle mie origini: amo un suono un pò grezzo e diretto, quel suono old school tipico delle produzioni arrangiate dal vivo. Il suono pulito e raffinato tipico delle produzioni di oggi mi annoia, e poi è troppo facile da ottenere con tutti quei pacchetti di loop pre-masterizzati che ti rendono il lavoro troppo comodo. Amo i suoni dei vecchi dischi e delle attrezzature analogiche, con le imperfezioni che danno al suono un gusto unico ogni volta.
Ti senti più un dj o un produttore? Parlaci del tuo setup in studio e nei tuoi set.
Per me il segreto sta nel giusto equilibrio tra le due cose… E io lo sto ancora cercando, questo equilibrio. Ci sono stati dei momenti in cui il djing rubava tutto il tempo alle produzioni, mentre ora, per esempio, è l’esatto contrario, sono concentrato quasi esclusivamente nel produrre la mia musica e la musica degli altri. In ogni caso, nel nostro mondo, le due cose vanno di pari passo: hai bisogno di provare la musica che produci suonandola nei tuoi sets, e non c’è niente di meglio che vedere la pista esplodere con la tua stessa musica. D’altronde è proprio quello il posto in cui va suonata. Certo, se producessi musica pop non mi preoccuperei troppo, ma questa è la musica che amo e che sempre amerò produrre, così come amo quel senso di unione che il giusto pezzo, suonato al giusto momento, riesce a regalare. In studio usavo Logic, ma ora uso perlopiù Ableton, più intuitivo e divertente da usare. Ableton mi ha semplificato le cose, prima registravo in live e poi arrangiavo in Logic. Come synth ho un Nord Modulader e un Korg MS20, ma ho anche una ottima collezione di sampler Akai: un s950, un s3000xl e un MPC2000XL, con una collezione di samples vecchia più di 20 anni.
La domanda più difficile per un dj: qual è il tuo disco preferito? E poi una domanda un pò più facile: qual è il tuo disco preferito al momento?
Ce ne sono così tanti fra cui scegliere… Di sicuro uno dei miei preferiti è T-Connection “Do What You Wanna Do”, un sacco di percussioni e synths ipnotici. L’ipnotismo per me è fondamentale nella disco music. E quindi ovviamente “I Feel Love” di Donna Summer è un altro valido concorrente per il primo posto… Qualche anno fa invece Dave Lee aka Joey Negro, dopo un mio remix per la sua traccia Raven Maze, mi ha regalato un cd dei suoi rarissimi vinili tutto da campionare, e su questo cd c’è una traccia incredibile dei Crown Heights Affair che si chiama “Far Out”. Lo ascolto ancora regolarmente, grazie Dave! Anche per quanto riguarda la mia attuale traccia preferita, non è facile la scelta… Una traccia che mi ha colpito particolarmente è “Set It Off” di Boris Werner, uscita su Soweso Records. Nel pezzo c’è uno splendido giro di synth e un sacco di melodia, elementi rari nella techno e nell’house di oggi, anche se credo si stia ritornando, nelle produzioni, a concentrarsi sui synth, sulla melodia, piuttosto che limitarsi ad uno sterile loop di percussioni. E questo è ovviamente un bene, perché da alle produzioni una loro identità.
Considerando l’importanza della musica elettronica e la sua centralità nel mercato musicale, qual è secondo te il futuro del clubbing?
Beh per me il clubbing è l’unica costante in questo ‘business’ dove, proprio come per i generi musicali, i media e i format sono in continua evoluzione. La voglia delle persone di uscire ed andare a divertirsi non cambia, quello che cambia è la musica con cui si divertono. E’ vero, pero, è un momento davvero emozionante per la club music, è molto più facile per i djs e i produttori realizzare un disco partendo da una loro propria ‘visione musicale’, e questo ha permesso la creazione di nuovi generi e la rielaborazione dei vecchi generi. Dal punto di vista del dj invece, si traduce nel doversi impegnare di più a ricercare, ad ascoltare, per scovare la traccia giusta, quella che non vedi l’ora di suonare. Sono convinto che l’house e la techno abbiano ancora molta strada da percorre.
Chi è per te la “next big thing” della musica elettronica?
Non mi entusiasma il concetto di next big thing per la nostra musica, preferisco vedere molte più persone che producono per conto loro, che non una persona sola che con la musica cerca la fama e il successo personale. In questa musica c’è una vera comunità di artisti, che fanno quello che fanno per la passione e la voglia di stare insieme, questo è l’underground per me. Quindi preferisco una eventuale next little thing, sarebbe molto più stimolante.
Finiamo con un classico, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ovviamente produrre, per me è per gli altri, che è sempre qualcosa che amo genuinamente fare. Ho un pò di roba in uscita: un remix per Smash TV su Get Physical, Doll’s Delirium è uscita pochi giorni fa su Saved e poi ho in serbo un paio di bootlegs/reworks che ho gia’ fatto girare via mail ad un po’ di amici, con ottimi feedback, uno uscirà in download gratuito sulla mia pagina Facebook e l’altro uscirà sotto No Hit Wonders, l’etichetta di bootleg creata da Robert Dietz, su vinile a tiratura limitata! E ovviamente cercherò di ricavarmi il tempo per esibirmi in giro… Che dire, tutto come al solito, ma sempre di più!
English Version:
There djs who start to produce, and producers who start djing. Some of them produce just to travel the world, some others travel the world because of their productions. But then there’s somebody who just produces, and all he cares about is to see how the crowd on the dance floor will react to that production, to that sound, so he can run into the studio and make more and more of that sound. Alex Tepper is one of them, and he explained us why electronic music is about togetherness, why the coming clubbers should sleep easy and why we should go skating more.
Hello Alex! Let’s start the easy way. Where and when did your musical journey start? When did you decide to become a dj, and when a producer?
Hello Soundwall! Well, since I was 7 or 8 years old living in Baltimore in the USA I was learning to play piano and messing around on the guitar, neither of them I stuck with as far as lessons go as I preferred playing by ear, learning songs I heard on the radio or saw on MTV and when I used to go roller skating as a kid I was fascinated by the DJ there, he used to have all his 7” singles hanging up on the wall and would pick them out one by one and play them. That’s when the idea of becoming a DJ started. At the same time I became really interested in electronic instruments, synthesizers and drum machines. My parents bought me a small Casio keyboard when I was 7 or 8 and I couldn’t put it down. Was always trying to get something new out of it, see if I could get ‘under the bonnet’ with it as well and discover new things it could do. Was a limited little keyboard though but I tried! All throughout my childhood and teenage years I switched between focusing on wanting to play instruments and wanting to play records. When I was a teenager I had a mobile disco and would play at friend’s birthday parties and occasionally for the boy scouts! Ha. But It was when I discovered House music properly after having had a bit of experience making music in the studio and I hooked up with Phil Dockerty & Adam Presdee who were called The Comission in those days, they were doing loads of megamixes and remixes for DMC which was something else I was really interested in at the time. We formed Urban Hero Records together back in the early 90’s… That’s when I really wanted to DJ professionally and started having a passion for how House Music was made in the studio. So I think they both have always been a big part of me from a very early age but professionally I started working at studios engineering for rock and reggae bands in Birmingham before I started to DJ. Apart from playing at small parties and some bars it wasn’t until I became Futureshock with Phil that the DJ side of things really started to happen.
Tell us about your personal musical influences and, if there were one, a musical artist you would like to collaborate with.
As far as production goes the main influences responsible for me wanting to get in the studio were Trevor Horn and Prince, I used to listen to the albums Trevor Horn and his team produced endlessly. Wondering constantly how he would get certain sounds and dynamics in his productions. Same with Prince, constantly amazed at how his records sounded. And then when I discovered House and Techno my main inspirations came mostly from New York and Chicago in the early 90s, through the music Todd Terry, Masters at Work, Maurice Joshua, The guys at Shelter, Mood II Swing, Frankie Knuckles etc. were making back then. And the legendary nights at the Sound Factory club and bar. Also Detroit guys as well like Kevin Saunderson, Carl Craig, and Juan Atkins etc. America was killing it back in those days. A truly inspirational time for House and Techno in my eyes. Collaboration wise that’s a tough one, I’m in touch with more vocalist these days and some of them have been inspiring for me back in the time of House music I just talked about. I don’t want to say who yet as it might jinx the project though! Other than that I can’t think of anyone in particular. There are some collaboration ideas being planned with other producers as well right now but again too early to mention whom they are with. I collaborate of sorts with people all the time when I produce for others so it’s nice sometimes to be on my own!
Almost 20 years of production and at least 5 official monikers… Who is Alex Tepper? Give us a definition of your music!
I also wonder about this! I love House and Techno, there are so many different styles within these genres as well but for me simplicity is the key, I constantly try to produce records that have a nice impact on the dance floor, hook people in and sound great but with very simple ingredients. It’s a really tough thing to achieve and I still try all the time and learn every time I go into the studio. What excites me musically is allot to do with where my influences come from where the beats would usually be quite raw sounding and simple, back in the days when people did arrangements on the fly and you can hear that in the track, that sounds good to me. I get bored of club music that sounds too polished and clean and these days with the technology it’s quite easy to do that. Especially with all the loop packs available where each sound and loop has been mastered to a degree so you don’t have to work very hard. I like sourcing sounds from old Vinyl and analogue equipment where imperfections are the key to sounding unique and keeping it interesting If I do use a loop from a pack I need to mess it up somehow, pitch it or use filtering or effects of some kind to make it different.
Do you feel more like a producer or a dj? Tell us about your personal studio set up and dj set up.
It’s about finding the right balance for me and I’m still trying, there have been times when DJ-‐ing has taken over from producing because I’ve been constantly on the road and no time to be in the studio, right now it’s the other way around I’m constantly in the studio either making my own music or helping others out with theirs but essentially I think the two go hand in hand when you make this kind of music. In order to know how to make something work on the dancefloor you need to be able to see first hand what’s making it work so well. Also there’s nothing more rewarding then to be up they’re playing your own music and seeing a good reaction on the dance floor. Where it’s meant to be heard. If I was making pop music then I wouldn’t be concerned so much but this is the music I love to make, always have and always will. I love the sense of togetherness that can come about with the right tracks in the right situation, a crowd of people locked into one groove, it’s a big buzz. In the studio I use mostly ableton now, I switched from logic a few years ago as I find ableton a lot more instant and fun. I used ableton since it started but before a few years ago I would only make the groove in live and then render the tracks to load up in logic and continue with the melodies and arrange on that. I also use a little bit of outboard gear, the Nord Modular and my Korg MS20. I also have akai samplers, an s950 and s3000xl and an MPC2000xl with my collection of samples that goes back almost 20 years!
The hardest question for a dj: what is your favorite (disco) song of all time? And now something easier: what is your favourite track at the moment?
So many to choose from! Off the top of my head one of my favorites is T-‐Connection “Do what you wanna do”. It’s got some crazy trippy synths and percussion going on, the more synths and Trippiness in disco the better for me. Obviously Donna Summer’s “I feel love” is a huge contender as well because of that. Years ago Dave Lee (Joey Negro) burnt me a CD of some of his rare disco vinyl to sample after we (Futureshock) did a remix on his Raven Maze track. One of the tracks on there is incredible by Crown Heights Affair called “Far Out”. Still something I love listening to on a regular basis, Thanks Dave! Today it’s also very difficult to pick a favorite track, as there are so many tracks and different producers and labels around now. One track that still gets me even though it’s maybe 6 months old or so is Boris Werner “Set It Off” on Soweso Records, love the synths and melodies in this. It’s not so common to find these kind of melodies in House and Techno these days on a record and that still rocks the dance floor, although I feel it’s coming back, more and more producer’s these days are reaching for the synths rather than just drum loops which is cool I think. It gives them a sense of identity and means the shelf life is longer.
In your opinion, what is the future of clubbing, considering the importance of electronic music in the world of music nowadays?
Well I think clubbing is the one constant in this business where as the music styles, media and format is ever developing. People will always want to dance and go out and enjoy themselves; it’s just what they dance to that is ever changing. Generally it’s quite an exciting time for club music, it’s easier now for DJ’s and producers just starting out to make their musical visions into finished records which means there are some very exciting records being made, new styles as well as old styles being reinvented all the time. From a dj point of view though it also means you have to search harder for those standout tracks that you can’t wait to play. I definitely think House and Techno still have a long and interesting road ahead.
Who is for you the next big thing in the electronic music?
I don’t really buy into “the next big thing” I prefer to see many people doing their own thing and do well at it and more importantly enjoy what they do rather than anyone who sets out to be big and famous through this music. I don’t think this kind of music is meant for the next big thing. It’s more a community vibe. A group of people doing what they do for the passion and love of it and the sense of togetherness. It’s the underground for me. The next small but exciting and interesting thing for me please!
Let’s finish with a classic: what are your future plans?
My plans are to make more original productions this year as well as continue the work I do with others in the studio, it’s something I genuinely enjoy doing. I’ve got a few bits coming out, a remix for Smash TV on Get Physical Music, Doll’s Delirium is out right now on Saved, and I have two bootleg/reworks coming, one of them will be given away free on my Facebook page and has already been mailed to a few friends with a great response and the other is coming out on a bootleg label started by Robert Dietz called No Hit Wonders, it’ll be limited addition vinyl only! I hope to find more time to be on the road playing out this year as well and lots more productions in the pipeline. All in all more of the same but a bit more finely tuned!