Di dj e produttori come Alex Under in giro ce ne sono pochi. Poliedrico e non identificabile in un singolo genere, nel corso degli anni i suoi set e le sue produzioni hanno spaziato come sonorità dalla minimal all’house, dalla techno all’acid, senza alcun limite o pregiudizio. Così l’ancor giovane talento spagnolo, a dispetto di un’esperienza che l’ha portato a uscire su etichette quali Plus8, Minus e ora in ultimo la Soma, è pronto a rimettersi in gioco col suo ultimo lavoro, ‘La Machina de Bolas’, che sembra tracciare nuovi orizzonti nello sviluppo della sua personale ricerca musicale; otto traccie, ermetiche come i titoli a loro assegnate (Bolas più un numero progressivo), che riportano, rinnovandole in una chiave più matura, alle atmosfere degli esordi di inizio millennio. Questa capacità di guardare al presente, non compiacendosi di ciò che è stato, è probabilmente la sua forza, la caratteristica che gli permette anche oggi di colpire chi pensa di conoscerlo e invece, ogni volta, rimane immancabilmente sorpreso.
Dalle tue traccie sembra emergere un sound non semplicemente orientato al dancefloor, quale processo segui per creare i suoni che usi poi nelle tue produzioni e cosa cerchi di trasmettere attraverso la tua musica?
Generalmente procedo remixando la base di quella che è la mia traccia ‘primaria’, mi piace procedere registrando lunghi live, tagliando le parti o gli effetti migliori, usando il tutto per costruire la traccia ‘finale’. Non tento di comunicare qualcosa in particolare con la musica, penso semplicemente mi piaccia far musica, immergermi nei suoni.
Artisticamente parlando ma non solo, quanto è stato importante il tuo incontro con Richie Hawtin, e in generale c’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare, o con cui hai collaborato in passato che ti ha colpito per qualche motivo particolare?
A dire la verità non ho collaborato con Richie, nel senso che non abbiamo realizzato nessun lavoro assieme; ho rilasciato varie traccie con la sua label, il che ovviamente è una cosa gratificante, ma non diversa dall’uscire con la Trapez, la Soma o da altre mie uscite. Affettivamente, anche se per motivi diversi, sono legato a ognuna delle tracce che ho realizzato.
Sentito anche il tuo ultimo lavoro, “El Alma del Tiempo”, si nota una virata verso atmosfere più deep e prettamente techno, possiamo considerarlo l’inizio di un nuovo sound che anticipa il tuo LP di prossima uscita?
Assolutamente no. ‘La Maquina de Bolas’ non penso possa esser introdotta o anticipata da nient’altro; l’effetto sorpresa che si può ottenere al primo ascolto è parte del suo valore. Ma una cosa è vera, ‘El Alma del Tiempo’ può esser considerato un punto di svolta tra quello che ho prodotto negli anni passati e il tipo di musica che ho in mente di realizzare nel prossimo futuro.
A tal proposito, riguardo la Soma Records, su cui è in uscita a fine Marzo il tuo album ‘La Maquina de Bolas’, com’è nata questa possibilità e come hai vissuto l’idea di un tale riconoscimento per il tuo lavoro?
Seguo la Soma Records da qualche anno ormai e nonostante fossi solo tredicenne quando hanno cominciato, li ho conosciuti pochi anni dopo. Ho incontrato Dave Clarke per la prima volta nel 2006, mi aveva contattato per uno dei loro party a Glasgow e subito ho capito il perché del loro successo; non è solo per la loro professionalità e preparazione di categoria superiore, ma anche e soprattutto per la passione che mettono nel loro lavoro, che non è mai cambiata. Onestamente non riesco a immaginare una label migliore su cui avrei potuto realizzare ‘La Maquina de Bolas’.
Cambiando un pò discorso, e riferendoci all’attività live, quali sono stati i club o i festival più belli in cui ti è capitato di suonare, o di cui conservi un ricordo particolare?
Questa è sempre una domanda difficile alla quale rispondere, ovviamente ho i miei posti preferiti, ma la lista è molto lunga; fortunatamente più lunga di quella dei posti che non mi sono piaciuti. Se dovessi comunque nominarne qualcuno, comincerei dal Mutek e dal Piknik di Montreal o dal Womb di Tokyo. Ho anche dei ricordi recenti molto piacevoli del Rock it Festival di Amsterdam nell’estate del 2010; è stato verso la fine del set, stavo suonando ‘El Alma del Tiempo’, l’intera folla si era accucciata durante il break, molto lungo, della traccia e quando è ripartito il possente kick della 808, l’intero dancefloor è saltato insieme per aria! Deve esserci anche un bel video su Youtube di quel momento.
Visto che più di una volta ti è capitato di suonare in Italia, e la tua CMYK ha prodotto in passato lo stesso Alessio Mereu, la domanda è d’obbligo: cosa pensi della scena elettronica italiana, c’è qualche artista di cui hai una stima particolare e che idea ti sei fatto del pubblico italiano?
L’Italia è sempre stata una miniera prolifica di buoni produttori techno, oggi come oggi mi piace molto la musica di Dino Sabatini e Claudio Prc, che escono su Prologue. E’ sempre divertente suonare in Italia, il mio party italiano preferito è senza dubbio l’Old River a Napoli. Ho veramente bei ricordi di quella festa, ma purtroppo il video è stato cancellato tempo fa da Youtube.
Sempre sulla tua CMYK, sono usciti in tempi non sospetti artisti del calibro dei Pan-Pot, adesso è un pò che non se ne sente parlare, è un progetto per il momento accantonato o dobbiamo aspettarci delle novità per il futuro?
E’ un progetto praticamente abbandonato ma non dimenticato, quindi potreste aspettarvi qualche novità tra non moltissimo. Anche perché niente nella mia carriera musicale mi ha dato più soddisfazione della CMYKmusik, così spero di poter rivivere questa soddisfazione facendo qualcos’altro di altrettanto interessante.
Come ti vedi tra qualche anno, ancora in giro per il mondo a suonare e in studio a produrre, oppure hai dei progetti a lunga scadenza di cui ci puoi rendere partecipi?
Non lo so e non voglio saperlo, recentemente ho imparato a vivere il momento presente, è qualcosa che le persone più vecchie ti dicono sempre quando sei bambino, ma in genere lo realizzi quando è già tardi, anche se non è mai troppo tardi. Comunque sarà un futuro positivo se sarò circondato dalla mia famiglia e immerso nella musica.
English Version:
Djs and producer like Alex Under there are a few around. Multifaceted and not identifiable in a single genre, over the years his sets and his productions have ranged from minimal to house, from techno to acid, without limitation or prejudice. So the still young Spanish talent, in spite of an experience that led him to go out on labels such Plus8, Minus and now finally the Soma, is ready to get back into the game with his latest work, ‘La Machina de Bolas’, which seems to draw new horizons in the development of his personal musical research; eight cryptic tracks, as the titles assigned to them (Bolas plus a sequential number), in which we found, renewed, his atmospheres of the millenium’s beginning. This ability to look at the present, without the pleasure in what has been, is probably his strenght, the characteristic that allows him to hit, even today, who think to know him and yet, every time, is invariably surprised.
From your tracks it seems to emerge a sound that is not simply dancefloor-oriented. Which technique do you adopt to create the sounds found in your productions? And what are you trying to communicate through your music?
I normally do remixes of my own “primary” tracks, i enjoy recording very long live tracks and cutting the best parts or effects, using them to build the final track. I dont try to communicate anything in particular, i guess i just like to make music, to get into the sound.
Artistically and personally speaking, how significant was for you to collaborate with Richie Hawtin? Are there any artists you would like to work with or with whom you already worked and that have impressed you?
I didnt collaborate with Richie, we didnt do any work together, i released some tracks in his label, which was of course very nice, but not different from releasing in Trapez, Soma or any of my own imprints. I can say every and each track i released has a spot in my heart, for different reasons.
When listening to your latest work, “El Alma del Tiempo”, it is possible to observe a turn to deeper and purely techno atmospheres. Can we consider this as the introduction of a new sound which anticipates the upcoming LP?
Not at all, “La Maquina De Bolas” couldnt be introduced by anything, it´s part of its value, the surprise factor when you get to the give it the first go. But its true “El Alma del Tiempo” can be considered as a turning point between what i did in the last years and the music im planning to release in the near future.
“La Maquina de Bolas” will come out at the end of March with “Soma Records”. How did you get this opportunity? And how do you live the idea of such appreciation for your work?
I’ve been a follower of soma records for some years now, although i was 13 years old when they started, i joined a few years later. I first met Dave Clarke in 2006, he booked me for one of their parties in Glasgow, i quickly understood why they got to do so well, not only because of the worldwide-top-class profesionality but also for the heart they put into the job, and that is what remains. I just cant imagine a better label to release “La Maquina de Bolas”.
Let’s talk about something else. Referring to your live shows, which were the most entertaining clubs or festivals you played in, or for which you preserve particular memories?
This is always a very hard question to answer, of course i have my favourites, but the list is so long, luckily is much bigger than the list of places i didnt like. But, if i had to name some, i would start from Mutek and Piknik in Montreal or the Womb in Tokyo. I had a very pleasant recent memory of Rock it Festival in Amsterdam, summer 2010, it was near the end of the set and i played “El Alma Del Tiempo”, the whole dancefloor sat down during the very long break of the track, and when the 808 massive kick came in, the whole at once jumped on! theres a good video on youtube of that moment.
You played in Italy several times and it is of public knowledge that your CMYK produced Alessio Mereu in the past. What do you think about the Italian electronic music scene? Is there any artist you particularly admire? And how do you find the italian public?
Italy has been always a very prolific mine of good techno producers, nowadays i enjoy very much the music of Dino Sabatini and Claudio Prc, releasing on prologue. Its always fun to play in italy, my favourite italian party is Old River in Napoli. I had some good memories from there too, but the video of that was deleted from youtube…
In the past, notable artists like Pan-Pot came out with CMYK. However, nowadays it is difficult to hear any news about this label. Do we have to consider this a dismissed project or shall we expect something new for the future?
Its quite abandoned, but not a forgotten project, i would expect something from it not very far. Nothing in my music career gave me more plesaure than CMYKmusik, so i hope i can give the pleasure back to it and make something interesting.
Where do you see yourself in a few years? Will you still be playing around the world and producing in your studio or do you have long-term project of which you can tell us about?
I dont know, and i dont wanna know, i have recently learned to live the moment of the present, its something that old people always tell you when you are a child, but you only acknowledge when it is already late, but never is too late. I will be great if im surrounded by my family and filled by the music.