Un mio amico e grande intenditore di musica elettronica dice che la Crosstown gli ha rotto le scatole. Il mood è sempre quello, dice, ormai tende al commerciale e via discorrendo. Okay, la Crosstown Rebels si distingue per quel basso molto housy con spruzzatina tech e il bit viaggia costantemente a 125, lo sappiamo; qualche vocina qui e là e l’ambientazione finto techno che fa molto club berlinese con ingresso da venticinque euro. Insomma, siamo sempre là, in quel triangolo ampiamente prevedibile di tracce techouse da sei minuti. Però bisogna dirlo, le uscite prodotte e promosse da Mr. Lazarus, comunque un pioniere elettronico, hanno un pregio: sono fighe. Prese una ad una, e spulciate per bene, ti accorgi che stanno sempre nell’onda giusta, nel mood che trascina in quel preciso momento storico (ricordiamo che la label ha dieci anni), perfettamente a tempo (quasi in sync…) con tutto ciò che domina la scena dance in quel preciso istante.
Ovviamente la cosa ai più appassionati non sempre va a genio. Personalmente influisce molto come scendo dal letto. E allora mi spiace per il mio amico ma questa sera io sono per il sì! Quindi che dire se non “bravo, Amirali”, che con la sua “Melancholia” ricalca perfettamente ciò che è l’idea musicale della casa madre. Oggi. Ritmo, vaghi controtempi intergalattici e un master impeccabile sono i distintivi della versione dell’ultimo talento di casa Crosstown Rebels.
Ma veniamo ai remix, firmati Deetron. Il “Main Mix” è piuttosto ipnotico, un loop di sette minuti tenuto insieme da una serie di fili appena spinati (come la birra) che fanno capolino con un nodo ad ogni pausa, ad ogni sedicesimo, una cosa che sembra di dieci anni fa, con le voci a dare ordini e inserti minimali e promessse dinamitarde che non scoppiano praticamente mai. E’ un cubo di luci al neon in mezzo al buio. Un pezzo per il quale Deetron non si è sporcato troppo le mani a mio parere, preferendo rimanere in un’incubatrice sensuale e stranamente cerebrale, uguale all’ “Instrumental Mix” ma senza voce ovviamente, che però include i lunghi sospiri prepartenza e un mastering che sa fin troppo di Berlucchi, anche per il me stesso di questa sera, quello più frizzante.
Saluti, devo chiamare il mio amico.