Non vorremo spendere troppe altre parole: le cose fondamentali da dire le abbiamo già dette qui. Aggiungiamo giusto per dovere di cronaca una coda polemica, da parte di uno degli esponenti dell’amministrazione comunale padovana, che sarebbe esilarante se non fosse tragica. Riproponiamo pari pari le parole del nuovo comunicato degli organizzatori di Radar Festival non perché noi si sia smaccatamente di parte, ma perché vengono fatte delle considerazioni che sono semplicemente oggettive:
“Nell’articolo uscito su “Il Mattino di Padova” nella data già indicata l’assessore ha riferito che “Mentre [i responsabili del Radar Festival] sabato sera incassavano soldi io giravo per gli appartamenti a verificare che le segnalazioni sul frastuono, provenienti da cittadini anziani e malati, fossero vere. Ho provato una forte rabbia e ho dovuto chiedere scusa ai cittadini come amministratore”.
Troviamo sconcertanti, diffamatorie e menzognere queste affermazioni, visto che sabato, a causa del violento nubifragio che ha reso impossibile il normale svolgimento all’aperto dei concerti, il Radar Festival per come era stato ideato è stato giocoforza interrotto, con l’annullamento di metà dei concerti in scaletta, e le sole esibizioni delle band internazionali (i riformati ZU, gli australiani The Drones, la cantante americana Joan As Police Woman e i berlinesi Lali Puna) sono state recuperate all’interno del circolo MAME, come potranno testimoniare tutti quelli che hanno assistito agli spettacoli.
Il Parco delle Mura era – proprio come vuole l’Assessore – deserto e, contro la nostra volontà, silente.”
Lo stesso assessore, sempre nell’articolo in questione, dichiara che gli organizzatori di Radar Festival sono, testuale, “Gentaglia che deve andare ad organizzare concerti nel deserto”. Si fosse al suo livello, gli si risponderebbe a tono (e peraltro i cittadini padovani nel loro insieme dovrebbero cominciare a porsi delle domande riguardo a quali persone si sono affidati: amministratori pubblici o attaccabrighe da bar?). La risposta del Radar Festival è stata questa, noterete una lieve differenza di toni e di civiltà:
“A proposito del termine “gentaglia” usato dall’assessore per definirci in un altro passaggio dell’articolo, riteniamo, da cittadini e professionisti che seppur giovani operano ormai da anni nel settore, che avere un differente punto di vista sugli accadimenti della settimana scorsa non implichi la possibilità di offendere apertamente l’altra parte chiamata in causa, e che di una simile scelta l’Assessore ne risponderà.”