Ora: le situazioni in questi casi spesso non sono mai chiare, soprattutto se si vive a molti chilometri di distanza e ci si informa in maniera sommaria, molto sommaria della situazione politica locale; quella di ora ma anche il modo in cui si è sviluppata (o avviluppata) nei decenni. Chiaro. In più, alcune dichiarazioni che riducono tutto a lotta del Bene contro il Male – fatte da alcuni dei protagonisti in campo – ci lasciano, come sempre, per lo meno perplessi. Ma è un dato di fatto che a Tbilisi è successo, al di là di tutto, qualcosa di molto significativo. A cui dovremmo prestare tutti attenzione.
I fatti: in uno dei principali club cittadini, il Bassiani (scelto non a caso da Resident Advisor per il suo “giro del mondo”, a dimostrazione della sua rilevanza), la polizia ha fatto irruzione armata, arrestando anche svariate persone, tra cui alcuni dei proprietari. Azione intrapresa in seguito alla morte di cinque persone, per abuso di sostanze stupefacenti, nel giro di due settimane. Occhio, però: nessuna e sottolineiamo nessuna di queste morti è avvenuta all’interno del club.
Video: #Bassiani nightclub co-owner detained by police. #Tbilisi, #Georgia pic.twitter.com/oNxsRLkYQe
— DFWatch (@DFWatch) 11 maggio 2018
E quindi? Il punto è che sia dalla sua apertura, nel 2015, il club georgiano – che è anche un aggregatore di movimenti ed associazioni – si è distinto per le continue richieste per una politica e una società più aperta, più tollerante, più libera. Lo ha fatto dando visibilità alle battaglie LGBT, ad esempio. Ma anche solo il fatto di immaginare e propagandare un divertimento in qualche modo più “libero” è visto come fumo negli occhi da parte delle correnti più reazionarie della classe politica georgiana. Una classe politica che, fate attenzione, ha creato delle leggi per cui basta un milligrammo (un milligrammo!) di sostanza stupefacente per subire una condanna in carcere dagli otto ai vent’anni. Capito?
Ovviamente, una misura così draconiana non ha per nulla cancellato l’uso delle droghe in Georgia, guarda un po’. Anzi, le tragiche morti dell’ultima ventina di giorni dimostrano che il problema è più presente che mai. Un’irruzione armata è un controsenso a prescindere. Il sospetto poi che questa non sia una semplice azione di polizia amministrativa, per quanto sproporzionata, ma un più vasto modo per attaccare una concezione del clubbing e in generale della vita più liberi e aperti è qualcosa che deve mettere sul chi va là tutti noi.
Di sicuro ha messo sul chi va là moltissima gente a Tbilisi. Ecco la manifestazione spontanea davanti al Parlamento per protestare contro questa grave azione e, soprattutto, tutte le sue implicazioni.
Video: More #Tbilisi youth are gathering at #Bassiani nightclub to protest police raids. pic.twitter.com/5orNe6JA1E
— DFWatch (@DFWatch) 11 maggio 2018
Un mare di gente, come potete vedere.
E allora: al netto comunque di cosa veramente è successo e sta succedendo in Georgia nello specifico (non possiamo escludere in assoluto che anche il Bassiani abbia delle colpe o dei torti), forse ogni tanto è meglio ricordare che techno, house, clubbing, club culture sono qualcosa che hanno a che fare prima di tutto con la libertà. Libertà di orientamento sessuale, di gusti, di abitudini, di orari. Nel momento in cui questa libertà non lede nessuno nel concreto (e per questo “nel concreto” personalmente NON includiamo i reati contro la morale… categoria molto velenosa), e rispettando la libertà di scelta personale, non vediamo il motivo per tentare di limitarla. Anzi: amare un certo tipo di divertimento e di cultura, implica – o dovrebbe implicare – una precisa scelta di campo.
Quindi sì, Ibiza, Berghain, bomb, top, vola tutto, techno fiesta, eccetera eccetera; ma ricordatevi che andare a ballare in una certa maniera e con una certa musica è (anche) un atto profondamente politico, se uno guarda alle origini e al background di tutta questa faccenda.
A Tbilisi lo stanno provando sulla propria pelle.
Stiamo attenti che non arrivi mai a succedere da noi. Perché ecco, magari non ora, ma in futuro non si sa mai.