La scarsa visibilità, proverbialmente e scandalosamente tale, di cui godono alcuni dei più capaci e ispirati artisti nell’universo della house e techno sotterranea quanto estranea ai soliti schemi del marketing, soprattutto se vivono Oltreoceano, comporta a volte degli effetti paradossali. E’ il caso di Humberto Hernandez, 38enne dj e produttore detroitiano meglio conosciuto come Andrés, in attività da un paio di decenni, con un curriculum che l’ha visto al fianco di geni riconosciuti quali J Dilla e Moodymann, e che nell’ultimo periodo è stato finalmente notato dai media specializzati e da un pubblico più vasto prima per via un eclettico e acclamato lavoro come Andrés II – un caleidoscopico viaggio attraverso house music, hip hop e soul – e poi, durante lo scorso anno, grazie a una traccia dall’impareggiabile grazia come New For U, con i suoi archi dal gusto disco e il suo mood solare. Viene da pensare che sia proprio la poca abitudine ad aver a che fare con il rito dell’intervista ad aver determinato quel che leggerete: la trascrizione di una ventina di minuti di conversazione su Skype che in alcuni momenti, soprattutto nella parte iniziale, si risolve in risposte vaghe o notevolmente sintetiche. Un’esperienza frustrante per l’intervistatore (in quasi 30 anni di interviste, l’unico precedente che mi torna in mente è quello con J. Mascis dei Dinosaur jr, che infilò una serie di “Yeah”, “No” e “I don’t know” prima di rispondere a una domanda sulle sue passioni nel tempo libero con una dettagliatissima tirata sulle soap opera che seguiva con accanimento quando si ritirava nella sua casa di montagna…), soprattutto se si considera che il personaggio avrebbe molte cose da raccontare, se solo ne avesse voglia…
Innanzitutto vorrei chiederti dell’etichetta che hai inaugurato lo scorso anno, La Vida. La sua prima uscita ha ottenuto un notevole impatto: New For U si è rivelata un successo sui dancefloor più raffinati e ha conquistato gran parte della critica musicale. Pensavi che sarebbe accaduto qualcosa di così grande?
Ah… sì… Non avevo idea di ciò che sarebbe accaduto. E’ stata una sorpresa.
Con questa etichetta il tuo intento è di realizzare qualcosa in particolare nella tua musica?
Non credo che ci sia nulla di diverso rispetto alle altre cose che ho fatto uscire in termini musicali… E’ sempre lo stesso per me.
Hai prodotto musica per parecchi anni prima che una parte del tuo attuale pubblico e dei media che ora ti seguono se ne accorgessero. Ti senti più frustato rispetto al fatto che ti ignorassero prima o più felice che adesso si aprano più porte?
Ah… (lunga pausa) Beh, sono stato molto più impegnato ultimamente… In realtà non credo che la mia musica fosse ignorata. Semplicemente la gente non mi collegava a ciò che facevo. A volte accade.
Quanto è stato importante per te incontrare Kenny (Kenny Dixon Jnr., aka Moodymann)? Hai pubblicato la tua musica per le sue etichette, come KDJ e Mahogani, per un lungo periodo: sei ancora in buoni rapporti con lui?
Sì! Certo, abbiamo lavorato insieme e quindi siamo sempre stati in stretto contratto. (pausa) Stiamo ancora collaborando, è sempre lo stesso, non c’è nulla che sia cambiato, sai. Abbiamo avuto successo con alcuni progetti… (pausa) Sì, lavoriamo bene insieme.
C’è sempre stata molta grande musica proveniente da Detroit. Quando hai iniziato, eri già in contatto con i produttori che popolavano la scena locale della prima house e techno?
Oooohhhh…credo che le radici della dance music siano sempre state da queste parti. E’ qualcosa che ha finito per attirare l’attenzione sulla città e questo mi ha suggerito che avrei dovuto provarci anch’io. Ed è ciò che ho fatto. Ed eccoci qui, molti anni dopo, a fare questo genere di dischi, capisci?
So che non ti piace usare le categorie per la musica, e lo apprezzo. Hai lavorato con gente come gli Slum Village (come DJ Dez – fu introdotto al gruppo dall’amico comune J Dilla nel 2000) e immagino che quell’esperienza fu importante per te anche a tale riguardo.
Yeah…tanta musica, tanta musica e apertura a tutto. E’ stato bello. Ho imparato un sacco di cose con gli Slum Village. E’ stato naturale.
Quale musica ti piace e preferisci suonare come dj? A parte le tue stesse produzioni, cos’altro in particolare incontra il tuo gusto?
Oh, la buona musica! Buona musica. Non c’è un altro modo per dirlo. Puoi provare a confinarla e metterla in una scatola, ma è solo buona musica, capisci? Non importa quale genere, se è buona la suono. Deve essere musica di una certa qualità.
C’è un’esperienza particolare come dj che ti ha colpito ultimamente? Magari la reazione speciale del pubblico a qualcosa che hai suonato…
Hmmm…non faccio nulla di nuovo in realtà. Faccio quel che faccio. E il pubblico lo scopre, che gli piaccia o meno… Mi fa molto piacere vedere che il pubblico recepisce quel che sto facendo.
La tua musica sembra vivere in una dimensione senza tempo. Lasciando da parte definizioni come quelle di musica house o dance, alcuni degli elementi che tu utilizzi potrebbero tranquiillamente appartenere a dischi realizzati in qualsiasi degli ultimi quattro o cinque decenni. Credi che la tua opera, o quella di colleghi come Moodymann o Theo Parrish, sarà considerata in futuro come qualcosa di “classico” e ascoltata come tale negli anni a venire?
Penso che sia qualcosa che sta agli ascoltatori. Io faccio soltanto musica. Certo, credo nel concetto della musica per il presente, ma per me è anche importante se la mia musica ha una qualità e un sentimento con cui io possa sempre ritrovarmi, e non necessariamente idenficata con l’era degli anni ’90 o degli anni 2000. Sì, mi piace pensare che la mia musica possa essere considerata senza tempo.
Stai lavorando su materiale nuovo al momento? E c’è qualcosa in arrivo su cui puoi darci delle anticipazioni?
Sempre, uomo. Sempre…
Ok! Non vuoi dirci nulla…
Emmm… Non c’è granché da dire, molta roba è dietro l’angolo. Si rivelerà da sola, state per conoscerla, capisci? Un sacco di remix, sicuramente un altro album di mio materiale, altre uscite per La Vida. Sai…(ride)… non c’è motivco per cui io ne parli! Sono stato molto, molto, molto preso! Sono certo che i frutti del mio lavoro vedranno la luce molto presto. E lo saprai prima di me (ride).
Tutto questo includerà anche qualcosa di nuovo con Amp Fiddler, che ha collaborato con te sul tuo più recente EP Second Time Around?
Sì! Ho deciso di includerlo molto più frequentemente nelle mie tracce. Continuerò a lavorare con le persone che mi sono state vicino in questi anni. Sono i soliti sospetti, miei affiliati o parte della famiglia.
Continuerà anche la tua collaborazione con il collettivo Theo Parrish’s Rotating Assembly?
Non è un progetto con cui sono molto in confidenza, ma Theo è parte della nostra cerchia…tutto può essere, basta una telefonata. Lo stesso dicasi per gente come Carl Craig: se mi vuole per suonare sulle sue tracce, è sufficiente un colpo di telefono. Non è così per tutti, ma per certe persone sì.
L’occasione per ascoltarlo in una circostanza in cui si esprime sicuramente al suo meglio, cioè quella del dj set, la offre tra pochi giorni l’Echo Festival, che si svolgerà in Croazia, a Kenegra dal 6 al 9 giugno prossimi, in una line-up che comprende fra gli altri nomi come Redshape, Space Dimension Controller, Delano Smith, Kassem Mosse, Magda, John Roberts, Madteo, Nick Höppner, dBridge, Marcus Intalex, Petre Inspirescu e Davide Squillace.
English Version:
The typical and outrageous low visibility affecting some of the best and most inspired artists in the universe of underground house and techno, not belonging to the usual marketing schemes, and especially if they come from across the ocean, can sometimes cause some paradoxical effects. Such is the case of Detroit’s Humberto Hernandez, a 38-year-old dj and producer best knows as Andrés, who’s been active now for a couple of decades, with a cv which has already seen him working with exceptionally gifted artists such as J Dilla and Moodymann, and finally discovered by the specialized media and a wider audience in the last few years first thanks to the eclectic and acclaimed Andrés II -a kaleidoscopic trip through house music, hip hop and soul- and then in 2012 thanks to the incomparable grace of New For U, with its disco-flavoured strings and its radiant mood. You come to think that it’s because he’s unaccustomed to the practice of interviews: what you’re about to read is more or less the literal transcript of twenty minutes of Skype conversation which in some moments -especially during the first part – comes down to some vague or extremely synthetic answers. Surely a frustrating experience for the interviewer (in my own memory, over nearly 30 years of interviews, the most suitable comparison is with trying to interview J. Mascis of Dinosaur jr, who replied to anything with a series of “Yeah”, “No” and “I don’t know” before answering a question on his leisure time with a very detailed and passioned speech on soap operas he used to watch while staying in his mountain hut…), especially if you consider that the man could have a lot to tell us, if only he wanted to…
First of all, I’d like to ask you about the label you just started last year, La Vida. Its first release has become huge: New For U was a cool hit for discerning dancefloors and conquered many music critics. Did you think it would have become so big?
Uh… yeah… I didn’t have any idea about what was going to happen. It’s kinda come by surprise.
Is there something special you’re trying to do now in your music with this label?
I don’t think there’s anything different from the other stuff I put out in terms of the type of music… It’s always the same to me.
You’ve been doing music for a long time before some people and media who are now following you really took notice about it. Do you feel more frustrated about them ignoring you before or happier about more doors opening now?
Uh… (long pause) I mean, i’ve definitely been a lot busier lately… It’s one of those things, I don’t think my music was necessarily being ignored. It’s just that people didn’t make a connection, you know what I mean? It just kinda happens that way.
How important for you was it to meet Kenny (Kenny Dixon Jnr., aka Moodymann)? You’ve been releasing music on his labels, such as KDJ and Mahogani, for a long time: are you still in a good relationship with him?
Yeah! Yeah, we worked together so we were around each other pretty much. (pause) We still work together, it’s pretty much the same, nothing is really different, y’know. We had success with certain projects… (pause) Yeah, we work really well together.
There’s always been a lot of great music coming from Detroit. Back when you started, were you already in touch with other people which were doing early techno and house music there?
Awwww…I guess that the roots of dance music have always been around. It ended up being something that ultimately brought some attention and that told me I should have given it a try. That’s pretty much what I did. And there we are, years later, doin’ this kind of records, you know what I mean?
I understand you don’t like categorizing music, and I appreciate that. You’ve been working with people like Slum Village (as DJ Dez – he was introduced to the group by mutual friend J Dilla in 2000) and I guess that experience was also important for you in that respect.
Yeah…lots of music, lots of music and exposure to all that. It was nice. I learned a lot of things in the Slum Village camp. It was natural.
What music do you dig and you like playing as a dj? Apart from your own productions, what else is meeting your taste?
Oh, good music! Good music. There’s no other way to really put it. You may try to narrow it down and put it in a box, but it’s good music, you know what I’m sayin’? It doesn’t matter what genre, if it’s good I’m playing it. Has to be a certain quality of music.
Is there any particular experience as a dj which struck you lately? Maybe a special reaction from the audience as a response to something you played?
Ummm…I’m not necessarily doing anything new. I just kinda do what I do. As people discover it, if they enjoy it or not… I really enjoy watching people getting what I’m doing.
Your music seems to have a timeless quality to it. Let alone definitions such as house or dance music, some of the elements you’re using could have belonged to records from any decade over the last four or five. Do your believe that your work, or that of colleagues such as Moodymann or Theo Parrish, will be regarded in the future as “classic” and listened to in future years?
I think that’s up to listeners. I just make music. I’m into the concept of music for today and now, but it’s also important if my music has a quality and feel I always agree with, and not necessarily to be identified with the 90’s era or the 2000 era. Yeah, I like to think that my music will be regarded as timeless, you know?
Are you working on new material at the moment? Is there something coming out soon that you can anticipate to us?
All the time, man. All the time…
Ok! You don’t want to tell us much…
Errrmmm… There’s not really too much to say, a lot of stuff is right around the corner. It will reveal itself, you’re about to know about it, you know? A lot of remixes, definitely another album of my own music, some more releases on La Vida. You know…(laughs)…there’s not even any reason why I should mention it! I’ve been very, very, very busy! I’m sure the fruits of that labor will be out very soon. You might know before I do (laughs).
Will that include any new work with Amp Fiddler, as he’s been collaborating with you on your latest EP Second Time Around?
Yeah! I just decided to include him a lot more in my tracks. I’ll keep on working with people I’ve been with over the years. That’s kind of the usual suspects for me, in terms of affiliation or in-house family.
Is your collaboration with Theo Parrish’s Rotating Assembly collective still going on?
I’m not really familiar with that, but Theo is part of our circle, you know…so anything goes, it’s nothing but a phonecall. Same goes for people like Carl Craig: if he wants me to play on his stuff, it’s nothing but a phonecall. It’s not like that with everybody, but for certain people it is.
The occasion to listen to Andrés in a circumstance where he surely expresses himself at his best -through a dj set- will come in a few days at the Echo Festival, taking place in Croatia, at Kenegra from 6th to 9th June 2013, with a line-up also including amongst others the likes of Redshape, Space Dimension Controller, Delano Smith, Kassem Mosse, Magda, John Roberts, Madteo, Nick Höppner, dBridge, Marcus Intalex, Petre Inspirescu, and Davide Squillace.