[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]Anthony Parasole può oggi essere considerato a buon ragione, come uno degli artisti che maggiormente ha contribuito al recente sviluppo e rinvigorimento della scena musicale elettronica newyorkese. Nato e cresciuto a Brooklyn, ricopre sin da giovane età qualsiasi ruolo gli permetta di rimanere vicino ad una consolle, vivendo sulla propria pelle l’esplosione di house e techno nella New York degli anni ’90 e coltivando quella passione per il djing che lo segnerà nei giorni a seguire. La musica e la dedizione ad essa, sono come un filo conduttore nelle successive esperienze come venditore da Halcyon (esperienza che avrà un impatto notevole sulla sua collezione di dischi), come promoter (ad esempio attraverso i party House-n-Home), nella creazione prima di Deconstruct assieme a Levon Vincent (2007) e poi di The Corner (2011) ed infine come produttore. Anthony Parasole è questo ma anche e soprattutto un grandissimo dj capace di dar voce attraverso la musica alla sua storia, alla sua passione, alla sua città.
Guardando indietro, con il 2014 si è chiuso un anno di grandi riconoscimenti e di notevoli soddisfazioni. La crescita della sempre più sostanziale The Corner, le tue produzioni personali, la possibilità di esprimersi regolarmente per alcune delle più belle realtà della club culture attuale, sono tutti traguardi raggiunti percorrendo una strada le cui origini risalgono a molti anni prima. Se ti chiedessi di indicarmi alcuni dei “punti”, che connessi tra loro ti han portato a questi risultati, su cosa punteresti?
La definirei come una scelta molto difficile ma dato il mio passato direi, in primis, che il lancio di Deconstruct insieme con Levon Vincent è stato il momento chiave più importante per la mia carriera. Ha creato molto fermento in giro per il mondo e da li a poco abbiamo iniziato anche a girare un po’ di locali. Oltre a questo, senza dubbio anche il 2011, quando iniziai a pensare di dar vita a The Corner, è stato un secondo momento chiave della mia carriera.
L’ultimo anno ha portato con sé anche cambiamenti notevoli da un punto di vista professionale e se non sbaglio hai lasciato quello che era il tuo lavoro “ufficiale” per dedicarti completamente alla musica ed ai vari progetti che porti avanti. Come sei arrivato a questa decisione? Era un obiettivo che ti eri prefissato o è semplicemente accaduto?
Non era veramente un mio obiettivo passare ad essere musicista a tempo pieno. Una simile eventualità me la sarei immaginata come uno sviluppo organico ed inoltre a completare l’anno più transitorio della mia vita, verso la fine del 2013 sono entrato a far parte di Ostgut Booking. Successivamente, pur mantenendo un programma di date abbastanza stabile, mi sono ritrovato a sbattere contro un muro, sia fisico che emotivo, col tempo quell’essere in viaggio si faceva sentire. All’epoca mantenevo ancora la mia occupazione settimanale, con 40 e passa ore di lavoro come soccorritore di emergenza in caso di fughe di gas a Manhattan, fino a quando un giorno di marzo, proprio quando stavo atterrando, un’esplosione ad Harlem provocò alcuni morti e feriti. Ricevetti molte chiamate e messaggi da amici e parenti che mi chiedevano della situazione, sapendo che mi sarei potuto trovare proprio in quel luogo o di turno a gestire altre chiamate. Quando tornai a lavoro il giorno dopo, sapevo non sarei stato in grado di portare avanti ancora entrambe le attività, la mia passione si trasformò nella decisione di lasciarmi alle spalle una carriera di quasi 10 anni di servizio. A ripensarci, è stata la miglior decisione che abbia mai preso!
La creazione della tua label The Corner risale al 2012 e nel corso di questi due anni ha saputo costruire un catalogo di notevolissima qualità, anche se non eccessivamente ampio. Quali caratteristiche, qualità deve avere la musica che proponi e a quale politica (A&R process) ti affidi per programmare le uscite?
La creazione delle mie etichette risale al 2007 con Deconstruct, fondata insieme a Levon e sviluppatasi nella mia nuova creazione, The Corner, nel 2011. Ho una grande passione ed attenzione nel curare queste labels. Penso sia un mio punto di forza, combinare la musica con gli aspetti estetici per ogni singola uscita è qualcosa che trovo divertente. Non sono necessariamente alla ricerca di qualcosa in particolare, ho solo la consapevolezza, come se mi scattasse una molla, quando trovo la musica che voglio.
E cosa ci puoi dire invece sugli artisti dietro le uscite su The Corner? Quanto è importante per te l’aver condiviso con loro esperienze, valori, idee? Possiamo dire che anche questo è un modo per ricreare quel concetto di “crew”, tipico della New York in cui sei cresciuto?
Non rilascio musica da artisti che non ho mai incontrato di persona, per cui l’avere con loro un rapporto è molto importante anche per la musica. E’ la qualità che valuto maggiormente e penso sia per questa ragione che questi artisti riescono più di altri a capire me e la mia label The Corner. Tutto ciò è come se avesse dato vita ad una voce forte ed univoca in quanto è qualcosa di organico non si tratta di artisti a caso che tentano di produrre una traccia per The Corner.
L’uscita numero 8 del catalogo di The Corner è firmata X-Crashed (anche conosciuto come Adam X) e contiene due tracce dal titolo “Where Were You In ‘92” e “Pre-Gentrified”. Quanto ti senti toccato da questi due argomenti?
Penso che riguardino semplicemente il punto di vista di Adam in quanto il ’92 è l’anno in cui diede vita, insieme a Jimmy Crash, al primo progetto X-Crash e credo che la genesi dietro “Where Were You In ‘92” derivi proprio da ciò. Per quanto riguarda il discorso sulla gentrificazione non voglio andare ad incartarmi in esso con le sue cause ed effetti. Sta accadendo ovunque, è parte dell’evoluzione con aspetti positivi e negativi. Ho sempre vissuto a Brooklyn e al giorno d’oggi la amo come non mai, adoro l’ambiente che mi circonda e il quartiere in cui vivo. “Crown Heights” è spettacolare.
Un altro capitolo importante della tua carriera è rappresentato dalle tue produzioni, nonostante mi sembra di aver capito che nel complesso, il processo produttivo non sia una tua grande passione. Come ti sei avvicinato e cosa ti guida durante l’attività di produzione?
La mia più grande passione è suonare, non produrre. Credo che il rapporto che si crea suonando e quel dialogo con il pubblico siano qualcosa di davvero unico… Il mio processo produttivo è molto veloce ma mi prende comunque molto tempo ed è questo il motivo per cui ci vuole sempre molto prima di rilasciare qualcosa. Riesco a mettere per iscritto le mie idee abbastanza velocemente ma è il processo di mixaggio e realizzazione di ogni traccia che prende molto tempo.
Il tuo debutto come produttore avviene nel 2009 con un remix prodotto in collaborazione con Fred P e pubblicato su Deconstruct, label fondata insieme a Levon Vincent e tuttavia silente da un po’ di tempo. Ci sono progetti futuri a proposito?
Deconstruct non è stata propriamente in silenzio nel 2014. Abbiamo ristampato praticamente tutto il catalogo e di per sé questa etichetta non è mai davvero inattiva – è appena accaduto tutto per cui chissà per future uscite – inoltre il remix di Party People Clap è stata la mia seconda uscita. La prima fu un remix uscito su Statra Records, un’etichetta di New York al tempo gestita da un amico.
Con il tempo hai sviluppato anche una forte connessione con Berlino, non solo grazie ai tuoi rinomati set al Berghain e al Panorama Bar ma anche attraverso il collegamento con Marcel Dettmann e la MDR records. Come si è sviluppato questo rapporto?
Domanda interessante. Penso, ma anche so di per certo di come il primo disco di Levon su Deconstruct fosse diventata una vera e propria hit al Berghain. “Invisible Bitchslap” rappresentò una sorta di inizio del matrimonio tra me e la scena techno di Berlino. Io e Marcel siamo sempre rimasti in contatto sin dalla prima volta che venne a New York per la sua prima esibizione. Abbiamo costruito davvero un bel rapporto, è una gran persona ed un caro amico ed è stato un onore poter pubblicare “Off The Grid” su MDR. Da quel momento è stato un percorso incredibile in cui ho avuto la possibilità di suonare svariate volte al Berghain/Panorama Bar costruendo al tempo stesso una forte sintonia con il pubblico. E ad oggi sono veramente orgoglioso di far parte della Ostgut Ton, è un qualcosa di surreale, un ragazzo di Brooklyn che si ritrova a suonare con regolarità in una delle capitali della techno. Ancora non ci credo.
Cosa ci puoi dire della tua collaborazione con Rane per la creazione del nuovo Rotary mixer MP 2015? Qual è il tuo punto di vista sul prodotto?
In passato mi è capitato di suonare a Seattle, città in cui Rane ha sede, nel periodo in cui il mixer era ancora in una fase iniziale di progettazione. Il promoter per il quale suonavo aveva una sponsorizzazione Rane e ricordo di aver chiesto per la mia prima esibizione di poter utilizzare il Rane Rotary 2016. Successivamente, suppongo quando il progetto si trovava in uno stadio più avanzato, la stessa Rane chiese a Cody alcuni suggerimenti appositamente per dj, feedback sulla struttura e su altri aspetti tecnici del mixer. E’ nato quindi tutto da lì… sono molto contento di come si presenti e del risultato finale, è stato decisamente piacevole essere parte di tutto ciò insieme agli altri incredibili djs coinvolti in questo progetto.
Per concludere, quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Gli obiettivi futuri sono quelli di continuare a far crescere The Corner, sperando da una parte di essere in grado di attenersi ad una sorta di programma per le uscite della label e dall’altra di continuare a scrivere la mia musica, il tutto continuando a dare il meglio di me ogni volta che mi troverò a suonare in giro per il mondo.[/tab]
[tab title=”English”]Anthony Parasole can be nowadays considered as one of the key artists that has contributed to the recent development and renewal of the New York electronic music scene. Born and raised in Brooklyn, he has taken on every kind of position making it possible for him to stay close to a console, living and witnessing the explosion of house and techno music in the New-York of the 1990’s and cultivating that passion for Djing he’ll stick with in the days to come. Music and dedication to it, have been like the guiding thread throughout his various experiences: first as a buyer at Halcyon (experience with a remarkable impact on his records collection), next as promoter (for example with House-n-Home parties), then through the creation of Deconstruct (2007) together with Levon Vincent followed by The Corner (2011) and last but not least as a producer. Anthony Parasole is all this but also and mostly a great Dj, able to give a voice, through his music, to his story, his passion and his city.
Looking back, 2014 has been a year full of big changes and considerable satisfactions. The development of the increasingly significant The Corner, your own productions, the opportunity to express yourself on a regular basis in the best places of the current club culture, are all accomplishments reached along a path whose origins date back to many years before. If I asked you to select some key-moments that connected together brought you to such achievements, which ones would you pick?
I would have to say this is a very hard choice but given my timeline I would have to say first deciding to launch Deconstruct with Levon Vincent was the most significant key moment in my career. It created tons of unexpected buzz worldwide and we then started to tour a little. Then without a doubt in 2011 when I started to put together the concept for The Corner that was the second biggest key moment in my career. This then launched my career singularly into my own voice and career, but I credit both combined as the driving force of what we love to do.
Last year brought you significant changes from a professional point of view and if I’m not wrong, you left your “official” job to fully concentrate yourself on music and the various projects you’re carrying forward. How did you get to that decision? Was it a preset goal or did it just happen?
It wasn’t really a goal of mine to transition to full time musician. I always wanted it to happen organically if this was to happen for me, and as it was one of my most transitional years of my life in late 2013 I joined Ostgut Bookings from Canopy. And even though I maintained a pretty steady tour schedule I hit a physical and emotional wall early this year as touring over time caught up to me. I was maintaining my 40+ hours a week career job at home as an emergency responder to gas leaks in Manhattan ‘til one day in March a building exploded in Harlem and left people dead and some injured as my plane was landing. I received tons of text messages from friends and family ‘bout the situation knowing I would most likely be either working that job or be on shift handling other calls. Once i got into work the next day I knew I couldn’t do both anymore and made my passion decision to leave my career behind of almost 10 years of service. Looking back it was the best decision I have ever made!
The creation of your label dates back to 2012 and over the past two years, you have been able to build a musical catalog of remarkable quality, although not overly wide. What kind of characteristics and qualities should have the music you offer and what kind of policy (A&R process) do you rely on to program the releases?
Well the creation of my labels started in 2007 with Deconstruct with Levon, then grew into my next venture of The Corner in 2011. I have a real passion and love for curating the labels. I think it’s a strength of mine, a lot of fun putting the music and aesthetic together to each release. There isn’t necessarily one particular thing I’m looking for, just know and it strikes a chord when I go thats the one.
What can you tell us about the artists behind the outputs on The Corner? How important is it to you to have shared experiences, values and ideas with them? Can it be said that such dynamics are a way to recreate the concept of “crew”, typical of New-York where you grew up?
I don’t put out any music from an artist I have never met in person, so the relationship factor is very important to the music. It’s my most valued quality and I think from that the artists understand me and my label The Corner better than most. This has created such a strong singular voice because it’s organic and not some random artist trying to make a track for The Corner.
The release number 8 of The Corner’s catalog is by X-Crashed (also known as Adam X) and contains two tracks with a particular title “Where Were You In ‘92” and “Pre-Gentrified”. How far do you feel touched by those topics?
I just think that’s Adam’s point of view because in ‘92 he started the first X-Crash project with Jimmy Crash and that’s the genesis behind “Where Were You In ’92” for me. I don’t get wrapped up in ‘gentrification’ and the causes and effects of it. It’s happening worldwide, it’s part of evolving good and bad in my case. I never moved from Brooklyn and I love it now more than ever, love my surroundings and the neighborhood I live in. Crown Heights is wonderful.
Your productions are another important chapter of your career even though I kind of understood that the production process is not your biggest passion. How did you first get in touch with production and what guides you during the process?
Productions is not my biggest passion. DJing is. I think the relationship of playing and a dialog with an audience is very unique… My production process is very fast but also slow, and this is why it takes so long to get stuff out. I write my ideas fairly quickly but it’s the mixing and finalization of that one song that takes me some time.
Your debut as a producer took place in 2009 with a remix produced in collaboration with Fred P and released on Deconstruct, a label founded with Levon Vincent but that has been quite silent for a while now. Are there any future projects regarding this label?
Deconstruct really hasn’t been silent in 2014. We repressed the entire catalog basically, and this label is never really dormant – it just happens so who knows on any future releases. So actually The Party People Clap remix was my second release. My first was a remix I did on Statra Records which is a NY based label, at the time ran by a friend.
Over time you have developed a strong connection with Berlin, not only thanks to your famous sets in Berghain and Panorama Bar but also through your relations with Marcel Dettmann and MDR Records. How did you develop those links?
Interesting question. I think and also know that Levon’s first record on Deconstruct was a complete hit at Berghain. “Invisible Bitchslap” sort of began that marriage between me and the Berlin techno scene. Marcel and myself have always kept in touch since the first time he came to NY for his first gig. We built a strong relationship, he is a great human and close friend, was quite an honor to have released “Off the Grid” on MDR. From there it’s been a wonderful ride to have played Berghain/Panorama Bar as many times as I have built a strong relationship with the crowd. And now I’m very proud to be part of Ostgut Ton today, kinda surreal to be a kid from Brooklyn finding himself playing often in one of the techno capitols of the world on a regular basis. I still pinch myself.
What can you tell us about your collaboration with Rane for the creation of the new Rotary mixer MP 2015? What is your opinion on the product?
I have played Seattle a few times which Rane is based in and the mixer was in it’s early stages and the promotor that I have played for has a Rane sponsorship. The first time I played there I requested the Rane rotary 2016. From then I guess when the mixer was in its infancy Rane asked Cody ‘bout some DJ suggestions to receive some feedback on layout and tech suggestion on the mixer. And so it went from there… Very happy with how it looks and the outcome was kinda cool, to be part of something like that along so many amazing DJs that were on board contributing.
In conclusion, what are your future goals?
Future goal is to keep building The Corner, hopefully be able to keep some sort of release schedule for the label and to continue writing my own music and keep giving crowds the best of myself every time I play all over the world![/tab]
[/tabgroup]