Cosa può chiedere una persona dalla propria vita oltre che fare il proprio lavoro preferito con a fianco i propri amici? Questo è lo spirito con cui nasce Apollonia, un trio di compagni di lunga data che decide di unire le forze per proporre al dancefloor la fusione delle rispettive radici musicali. Nati tutti all’ombra della Tour Eiffel, Dan Ghenacia, Dyed Soundorom e Shonky hanno potuto (tramite percorsi inizialmente perpendicolari e via via sempre più paralleli fra loro) convogliare un’esperienza fatta di anni di rave, afterhours ed esperienze internazionali. Il risultato è uno dei dj set più chiacchierati di questo 2012 che ha già toccato templi del clubbing come il celeberrimo Panorama Bar di Berlino e il Fabric di Londra e che a breve toccherà anche il Sud America per un tour che si preannuncia bollente. Ma i ragazzi non si sono accontentati e tramite l’omonima record label hanno voluto proseguire ciò che era terminato con la sfortunata dipartita dell’etichetta Freak’n’Chic, di cui Dan era proprietario e Dyed & Shonky due membri molto attivi. L’obbiettivo è quello di distribuire la musica che sentono più vicina ai loro gusti ma anche e soprattutto di ristampare vecchi vinili andati fuori produzione che sono rimasti particolarmente nel loro cuore (e nella loro borsa dei dischi) annettendoci alcuni gustosi remix.
La prima cosa che vi chiedo è in quale parte del globo si trova ciascuno di voi al momento?
Dan: Parigi
Dyed e Shonky: Berlino
Andando a ripercorrere i vostri primi passi nel mondo della musica si trovano spunti molto interessanti e grandi differenze fra di voi: quali sono state le vostre influenze e prime esperienze in questo ambiente?
Dan: Il mio primo passo nella musica house furono i primi rave a Parigi nei primi anni ’90 dopo di che mi sono trasferito in California dove ho scoperto la deep e la psychedelic house e quando sono tornato a Parigi ho fatto qualche giro di import/export di vinili tra le due località. Come artisti che mi hanno influenzato posso dire Francesco Farfa nei primi anni ’90 mentre Derrick May e Mark E Quark nel periodo a San Diego.
Dyed: Tutto è cominciato a Parigi, principalmente col Rex Club e il Batofar e a quei tempi le maggiori influenze arrivarono da persone come Laurent Garnier e Dan (Ghenacia, ndr).
Shonky: Ero solito andare al Les Bain Douches ogni settimana, era qualcosa di davvero diverso e speciale. E’ stato lì che ho conosciuto Dyed ed abbiamo iniziato ad andare insieme al Batofar per sentire Dan suonare.
Come si presentava la scena musicale parigina nei vostri primi anni di carriera e come è cambiata invece oggi?
Dan: La scena musicale quando ho iniziato ad uscire coincise con la rapida esplosione della scena rave in Francia ma con altrettanta rapidità iniziò a chiudere un sacco di posti ed il tutto si spostò negli attuali club. Parigi ha sempre funzionato a cicli: alcuni anni sono molto buoni e altri meno. Ora come ora sta avvenendo un ritorno della scena underground francese tramite un sacco di grandi festa come Concrète, Rex Club, Showcase, ecc… Parigi si sta destreggiando alla grande al momento.
Dyed: Iniziai ad uscire quando l’epoca dei rave era già conclusa perciò c’erano solo tipo cinque club in città. Ricordo che io e i miei amici ci lamentavamo sempre del fatto di andare sempre negli stessi posti. Ora non si parla più dei soliti club, c’è sempre qualche warehouse party in qualche nuova location. Ho anche la sensazione che ci sia maggior supporto da parte della scena house e techno nella sua interezza. Non si tratta più semplicemente di andare a sentire il tuo gruppo o i tuoi gusti di nicchia, la gente sembra essere più aperta nel recarsi in un sacco di party diversi fra loro, in questo modo si ottiene un bel mix di persone tra la gente che ci si trova di fronte.
Sicuramente il nome che più facilmente può convogliare la vostra crescita musicale è quello degli afterhour al Le Batofar a Parigi, dei quali tutti e tre siete stati parte. Com’era l’atmosfera che si viveva lì dentro e quanto questo luogo ha influito nel far nascere il rapporto sia di amicizia che lavorativo fra di voi?
C’erano sempre le stesse persone alle feste, a un certo punto tutti iniziarono a fare amicizia tra loro. La cosa più importante era la musica, era un gran periodo per il cosidetto “French Touch” a Parigi, grazie ad esempio ai Daft Punk, e noi non avevamo un posto in tutto questo. Fummo molto fortunati nel trovare il Batofar dove fare feste e afterhours. Si trattava di musica molto lenta e deep, il soundsystem era un JBL con degli ottimi bassi. Tutti a Parigi ci andavano, tutti quelli facenti parte della scena di andavano, 300-350 persone ma staccavamo più di 700 biglietti ogni domenica. Era l’ombelico del mondo per chi amava davvero la musica. La cosa più importante è stata quella di crescere lì dentro come dj e lo stiamo facendo ancora oggi seguendo la stessa musica con lo stesso seguito. Utilizziamo lo stesso spirito con cui Dan suonava al Batofar che è ancora oggi un’importante influenza musicale e gran parte dello spirito con cui suoniamo oggi proviene da quel party.
Il secondo legame è senza dubbio Freak‘n’Chic, la label di Dan sfortunatamente scomparsa nel 2010 dopo anni di grande successo. Quali sono stati i momenti migliori della vostra esperienza in questa grande famiglia?
Abbiamo avuto uno scontro di lavoro e l’etichetta non c’è più ma il 99% della crew è ancora a bordo tramite Apollonia e la Lola Ed Agency. Le persone conosciute allora sono ancora con noi quindi stiamo ancora vivendo i migliori momenti oggi.
E’ stato il vuoto lasciato dalla mancanza di quel tipo di ambiente familiare che vi ha portato a fondare Apollonia anche come etichetta discografica?
Dan: Apollonia è stata la naturale evoluzione perchè dovevamo creare qualcosa dopo Freak’n’Chic e volevo inserire i miei 2 migliori amici nell’equipaggio. Abbiamo deciso di diventare partners per portare avanti ciò che stavamo già facendo da più di dieci anni.
Che caratteristiche deve avere un artista per entrare a far parte di Apollonia? Su quali sonorità volete incentrare l’etichetta?
Buona musica. Tutto qua.
Ho letto che a breve inizierete una campagna di ricondizionamento di vecchi vinili con un tocco personale di alcuni remixers da voi scelti. Come è nata questa idea?
Solo per poter mostrare alla gente quelle che è stato il nostro percorso: chi siamo e da dove veniamo. Paragonato a Freak’n’Chic che era un’etichetta creata per formare un team questa volta vogliamo fare qualcosa di nuovo con Apollonia, inserendo artisti che rispettiamo prima di tutto ristampandone i dischi. Lo facciamo innanzitutto perchè ancora oggi continuiamo a suonarli, non hanno mai lasciato la nostra borsa. Ha senso farli uscire nuovamente aggiungendoci magari qualche remix.
La vostra duratura amicizia dopo anni di collaborazioni vi ha portati oggi a suonare in triplo back2back proprio col nome poi dato alla vostra etichetta come fatto di recente dai ragazzi di Visionquest coi quali avete tra l’altro condiviso la consolle del MacArena durante la settimana del Sònar. Come mai sempre più spesso diversi artisti di successo decidono di allearsi dietro un mixer e di suonare insieme?
Abbiamo suonato per anni insieme anche se non ufficialmente, ad esempio in molto after, ma dopo la chiusura di Freak’n’Chic abbiamo iniziato una nuova avventura. Apollonia ci permette di rilasciare musica insieme e di suonare insieme il più possibile. Uno dei motivi per cui amiamo suonare così è il fatto che una delle più grandi paure di un dj è quella di sentirsi solo e stanco durante un set. Viaggiare e suonare unito ai tuoi più cari amici ti permette di portare ulteriore energia nel set e credo che questo la gente che ci ascolta lo percepisca.
Tutti e tre da tempo siete ospiti graditi nel leggendario DC10 di Ibiza. Come è nato il vostro rapporto di collaborazione con il locale e che sensazioni provate quando suonate di fronte a una pista così calda?
Dan è stato resident al DC10 per dieci anni e nel 2009 ha chiesto agli organizzatori di chiamare Dyed per un back2back. Immediatamente diedero anche a lui la residency per l’anno seguente. Ora grazie ad Apollonia hanno chiesto anche a Shonky di unirsi a noi quindi direi che è stata una grande evoluzione per noi e per il club, siamo cresciuti insieme. Il DC10 è sicuramente una delle migliori piste al mondo, è sempre una sensazione esilarante poterci suonare.
Un altro locale che ha consacrato il vostro talento è stato senza dubbio il Berghain/Panorama Bar di Berlino, tempio esclusivo della Berlino danzereccia dove avete dato sfogo tramite dei lunghissimi set maratona a tutte le sfaccettature del vostro suono. Come descrivereste ciò che si vive là dentro?
Bè l’esperienza di un marathon set di 8-12 ore, quando a un certo punto non ti accorgi neanche più del tempo che passa, dove entri così tanto dentro nello spirito del club e il tutto diventa quasi una meditazione il che è la differenza tra un set lungo ed uno corto. La cosa bella è suonare con la dinamicità del loro soundsystem, è davvero potente.
Quali sono oltre a quelli citati i locali dove come trio avete vissuto le emozioni più intense e quali invece quelli dove vi piacerebbe portare il vostro progetto?
Il Fabric a Londra per il suo stupendo soundsystem (ci torneremo il 23 Febbraio, non vediamo l’ora). Inoltre siamo molto ansiosi per la nostra prima apparizione al BPM Festival a Playa del Carmen in Messico e per il resto del nostro tour sudamericano che includerà Perù e Brasile.
Quali sono le sonorità che prediligete durante i vostri set e con quale setup siete soliti suonare?
I suoni spaziano fra la deep house alla techno, cercando di merscolare il meglio del vecchio e del nuovo. Per quanto riguarda il setup utilizziamo piatti e CDJ.
Quali sono i progetti futuri sia come trio musicale che come etichetta discografica?
Per l’etichetta è in programma l’album di debutto dei pesi massimi dell’house Chris Carrier ed Hector Moralez che uscirà a breve. Il prossimo EP sarà curato esclusivamente da Dan e si chiamerà Trax on da Road, poi ci sarà un EP di Daze Maxim con un remix a cura di Dyed. E come già detto ristamperemo alcuni dei nostri vinili favoriti che sono andati fuori produzione, il primo sarà “Underwater” di Point G.
English Version:
What could ask a person from his life as well as doing his favorite work alongside with his favorite friends? This is the spirit withwitch Apollonia was born, a longtime mates’ triowho decided to join forces to propose to the dancefloor the fusion of their musical roots. All born in the shade of the Eiffel Tower, Dan Ghenacia, Dyed Soundorom and Shonky could (through paths initially perpendicular and gradually more and more parallel to each other) convey an experience of years of rave, afterhours and international experiences. The result is one of the most talked about dj sets of this 2012 that has already touched clubbing temples like the famous Panorama Bar in Berlin and Fabric in London and at short will also reach South America for a tour that promises to be hot. But for the boys this wasn’t enough and by the homonymous record label they want to continue what was done before with the unfortunate label Freak’n’Chic, gone out of business in 2010, of which Dan was the owner and Dyed and Shonky two very active members. Their goal is to distribute the music they feel closer to their tastes but also to reprint old vinyl went out of production that remained particularly in their hearts (and in their record bags) adding some tasty remixes from selected artists.
The first thing I want to ask is which part of the globe is located each of you at the moment?
Dan: Paris
Dyed & Shonky: Berlin
Retracing your first steps in the music business there are very interesting points and great differences among yourselves. Which were your influences and early experiences in this environment?
Dan: For me, the first step in house music, was the beginning of the raves at the beginning of the 90s in Paris, a while after I moved to California and discovered deep house and psychedelic house and when I came back to Paris, I did some vinyl business between Europe and California. Artist wise, I remember Francesco Farfa in the beginning of the 90s, Derrick May and Mark E Quark in San Diego.
Dyed: For me, everything started in Paris, it was mainly with Rex Club and Batofar and at that time it was people like Laurent Garnier and Dan (Ghenacia).
Shonky: I used to go to Les Bain Douches every week, it was something really different and special. It was there I met Dyed and we started to go to Batofar and see Dan play.
How was the music scene in Paris in the early years of your career and how has it changed today?
Dan: The music scene when I started to go out, was really the rave explosion in France, but very quickly, the police started to shut down a lot of things and everything moved to the actual clubs.
Paris has always been a cycle; some years are really good and some years really bad. Right now there is a real comeback of the French underground scene – a lot of very good parties – like Concrete, Rex Club, Showcase… Paris is moving really good at the moment.
Dyed: I started to go out when the rave parties were already over, so there were only about five clubs. I remember my friends and i complaining about going to the same places all the time… Now it’s not just about clubs anymore,there is always a new warehouse party in a new location. I feel like there’s also more support for the house and techno scene as a whole. It’s less about only going to see your crew or your niche taste, people seem more open to going to lots of different parties… so you get a nice mix amongst the crowd.
Shonky: In my early years, Paris was really into the French touch, even though I was already listening deep house and playing tracks from Kerri Chandler and Gemini. The Batofar afterparties with Dan as resident, showed me a sound that I think really changed my perception of electronic music… I’m still playing a lot of records from this period even now.
Certainly the first thing that has united your musical growth are the afterhours at Le Batofar in Paris of which all of you have been an important part. What was the atmosphere that lived there and how that place has influenced the birth of your friendship and collaboration?
It was always the same people at the parties, at one point everyone started to be friends together. The most important thing was, music wise, it was a big time for French touch in Paris – for Daft Punk etc – and we didn’t have a place, we were very lucky to have this place to do parties and after hours. It was more slow motion music and really deep music, the soundsystem was a JBL Soundsystem, where the base was really good. Everyone from Paris was going there, everyone from the scene was there – 300 – 350 people, but we sold more than 700 tickets every Sunday; it was the place to be – really for people who loved the music. The most important thing was that we developed there as DJs. We are still doing today, following the same music, the same continuation, we are using the musical style that Dan played, this is still a musical influence of today, the main spirit of our music of today is coming from that party.
The second link is undoubtedly Freak ‘n’ Chic, Dan’s label unfortunately passed away in 2010 after years of success. What were the best moments of your experience in this big family?
We had a business fight and the label is over, but 99% of the crew is onboard today with Apollonia and the Lola Ed agency, The people we met are still on board so we are still experiencing the best moments.
Was the emptiness left by the lack of that kind of home environment that led you to create Apollonia also as a record label?
Dan: Apollonia was the natural progression because we had to do something after Freak’n’Chic and I wanted to put my two best friends and djs on board with me, we decided to become partners to carry on what we were doing since more that ten years.
What characteristics should an artist have to become part of Apollonia? On which sound you want to focus on the label?
Good music. That’s it.
I read that in the short you will start a campaign of reconditioning of old classic vinyls with a personal touch of some remixer of your choice. How was this idea born?
Just to show people our roots; who we are, where we come from and compared to Freak’n’Chic, Fn’C was a platform label to create a crew and now we want to do something new with Apollonia, where we are coming from and putting on board artists we respect the most. We repress because we still play them – they never really left our record bags. It makes sense to put out again and some with remixes.
Your long-lasting friendship after years of collaboration has brought you today to play in triple back2back just under the name given afterwards to your label as recently done by the guys from Visionquest (with whom you have shared the console of the MacArena Beach during last Sònar week in Barcelona. Why increasingly several successful artists decide to join forces behind the decks and play together?
We have been playing for years togethjer just not officially, at the afterparties for example. But after the closure of Freak’N’Chic label we started a new adventure – Apollonia allows us to release music together and play together as much as possible. One reason for us why we love to play together is that the worst enemy of a dj is to be tired and to be alone. Travelling and playing with your closest friends means we can bring so much more energy to the dj set – and i think the crowd can feel that.
All three of you are often based in the summer at the legendary DC10 in Ibiza. How did this relationship raised in the last years? Which feelings you get playing in front of such a hot crowd like that?
Dan has been resident at DC10 for 10 years and in 2009 he asked the promoter to invite Dyed for a back2back set. They immediately gave Dyed a residency for the next season. Now with the Apollonia concept they have asked Shonky to join us, so it’s been a great evolution for us and the club, we have both grown together. DC10 is definately one of the best crowds in the world, its always an exhilarating feeling to play there!
Another place which enshrined your talent was without a doubt the Panorama Bar, Berlin’s exclusive dance temple in which through you marathon sets you have given vent to all facets of your sound. How would you describe what is lived there?
Well it’s the experience of an 8-12 hour marathon set, there comes a point when you don’t feel the time anymore, you get so into it, it almost becomes meditation, that’s the difference with the shorter sets. The amazing thing also is to play with the dynamic of the soundsystem, it’s very powerful.
Which are in addition to the ones mentioned the places where you have lived as a trio the most intense emotions and which are the ones where you’d like to bring your project?
Fabric London in June for its amazing soundsytem, and we’re back there on 23rd February 2013, really can’t wait!! Also looking forward to our 1st Apollonia performance at BPM Festival, Mexico and the rest of the South American tour including Peru and Brazil.
What are the sounds that you love to propose during your sets and what setup you usually play with?
Sounds – From deep house to techno, blending the best of the old with the new. Setup – vinyl and Cds.
What are the future plans both as a music trio and as a record label?
For the record label we have the debut album by house heavyweights Chris Carrier and Hector Moralez coming soon. The next EP comes from Dan for a solo release called ‘Trax On Da Road’ and then we have an EP from Daze Maxim with a remix by Dyed Soundorom. And we will also be repressing some of our favourite out-of-stock vinyl, first up ‘Underwater’ by Point G.