Qualche mese fa ci era stata proposta l’opportunità di prendere parte alla serata di chiusura dell’Hund di Vicenza e appena siamo venuti a conoscenza che l’ospite d’onore sarebbe stato nuovamente Carl Craig, abbiamo deciso finalmente di concretizzare realmente una collaborazione instaurata già diversi anni fa con i ragazzi vicentini. Stiamo parlando in particolar modo di Niko e Basty, che molti di voi già conoscono nelle vesti di Apparell. Sono loro i due volti che di fatto hanno creato tutto questo: da loro è partito tutto, coinvolgendo in primis amici fidati, diventati poi grandi collaboratori con cui confidarsi e confrontarsi apertamente per portare alla luce idee nuove e fresche al fine di migliorarsi sempre. Con loro abbiamo voluto approfondire il discorso e ripercorrere la loro ascesa come dj e promoter in una piacevole intervista, alla quale poi è seguita una nostra analisi della serata di chiusura.
Partiamo dal principio, dando il benvenuto ad Apparell. Come è nata la vostra amicizia prima e la vostra collaborazione poi.
Tutto si è svolto molto naturalmente. Inizialmente ci siamo trovati a collaborare per un locale della zona ricoprendo ruoli diversi. Poi come in tutte le cose si sviluppano relazioni più o meno positive sia in ambito lavorativo che personale. Di base c’è stato subito feeling di pensiero e vedute tra noi, soprattutto quando ci siamo trovati a parlare di futuro, di visione musicale, di clubbing.
Quali sono le qualità o le doti artistiche che ognuno ritrova nell’altro e che ha portato alla decisione di collaborare?
Niko: per quanto mi riguarda credo che Basty sia una persona molto “quadrata” una persona metodica che fa della precisione un punto fermo, un perfezionista. Tutto questo lo traduce poi nei vari ambiti in cui collaboriamo, dalle produzioni musicali all’organizzazione di Hund. Se ti accordi con lui sta sicuro che porterà a termine il tutto con il massimo risultato possibile e a volte mettendoci davvero del suo per estrapolare il massimo. Del resto si sà che i dettagli fanno la differenza.
Basty: Fin da subito quando suonavamo singolarmente la scelta musicale era simile per non dire la stessa, anche il setup in consolle e il modo di mixare erano presso che uguali. Poi pian piano continuando lavorare assieme capii che anche il modo di lavorare era similare andando però a compensarci seguendo ambiti diversi nello sviluppo delle cose. Niko cerca d’essere sempre diplomatico nel lavoro, cerca di capire il miglior modo per svolgere le cose, calcolando ogni dettaglio e questo è una caratteristica che ho sempre apprezzato e stimato.
I vostri nomi sono legati inevitabilmente ad Hund, un vero e proprio movimento che si è consolidato in questi anni e ormai diventato una delle realtà più floride nel panorama italiano. Cosa rappresenta per voi Hund?
Per noi Hund rappresenta la voglia innanzitutto di far conoscere ad una provincia come Vicenza un ambiente in cui venisse sviluppata una proposta di clubbing seria. Molto spesso si localizza la scena italiana in grandi città come Milano, Roma o Firenze che sicuramente influenzano la visione un pò di tutti in questo settore. Club come il Tenax sono punti di riferimento che non solo fanno serate e creano divertimento ma che a nostro parere danno un notevole contributo culturale alla città stessa portando artisti di rilevanza internazionale. Proporre con passione e perseveranza un prodotto in cui si crede cercando sempre di innovarsi, di renderlo attuale e di migliorarsi è per noi una sfida quotidiana. Spesso abbiamo incontrato difficoltà come il novembre scorso durante la data con Carl Craig quando hanno interrotto la serata per un controllo all’interno del locale ma non ci siamo fermati trovando sempre nuovi spunti di lavoro mossi anche dal supporto che lo stesso pubblico continua a darci. Siamo riusciti a creare un gruppo affiatato di persone che rispettandosi lavora per raggiungere un obiettivo comune e siamo davvero fieri di ciò e del rapporto lavorativo ed extralavorativo. Questo e’ ciò che cerchiamo di fare anche noi con Hund in una piccola provincia come Vicenza e questo è ciò che rappresenta per noi il nostro progetto: cultura, ricerca, passione.
Avete portato a Vicenza i nomi più gettonati della scena underground europea con largo anticipo e con grande spirito di osservazione. Quali sono state le esibizioni che vi hanno maggiormente colpito in questi anni?
Gli artisti che si sono succeduti nel corso delle varie date sono davvero tanti e crediamo che ognuno di questi si sia distinto in modo diverso rispetto agli altri. Non esiste un esibizione perfetta, un dj set universalmente riconosciuto come impeccabile a nostro parere. La musica secondo noi è uno scambio di informazioni, di sensazioni. Esiste una parte che manda queste informazioni suonando ed esibendosi appunto ed esiste poi un recettore; riteniamo che molte delle sensazioni che un dj set sia in grado di suscitare siano dovute a mille fattori di contorno che vanno appunto a modificare la percezione che ognuno di noi ha. Crediamo ad ogni modo che nell’ultimo periodo il dj set di Ilario Alicante si sia davvero distinto rispetto agli altri. In chiusura tutti avevano le mani in alto, tutto il locale ballava nessuno escluso. E’ stato anche per noi un momento davvero emozionante.
Pensando ai primi anni in cui è nato questo progetto, quali erano i vostri obiettivi? Pensate di averli raggiunti o ritenete sia possibile migliorare ancor di più tale realtà?
I primi anni sono stati sicuramente importantissimi. Si è costruito un gruppo, una linea artistica, una metodologia di lavoro che ci ha permesso di crescere in questi anni in modo costante. Inizialmente si guardava alle cose con meno lungimiranza valutando le cose un pò giorno per giorno cercando di proporre sempre risultato che in primis piacesse a noi. Il vero metro di misura che ci ha sempre accompagnato durante tutto il progetto è stato il feedback della gente in relazione ai party senza porsi troppe domande su ciò che sarebbe accaduto domani. Poi tutto è iniziato a crescere. Hund iniziava ad attirare l’interesse di molti, il supporto di tante persone e da li siamo riusciti a dare un impostazione più precisa al tutto ponendoci degli obiettivi. Attualmente continuiamo a lavorare con maggior serietà e con orizzonti temporali ovviamente più ampi cercando sempre di innovare la proposta che diamo. Nella maggior parte dei casi, moltissimi progetti hanno una fase ascendente repentina per poi arrivare altrettanto presto ad una fase di interesse ed attenzione da parte della gente discendente. Noi abbiamo sempre posto al centro della nostra filosofia la parola “innovazione”. Crediamo fermamente che la differenza tra successo ed insuccesso siano le idee, continue, nuove, possibilmente meno banali possibile cercando appunto di allontanare il più possibile questa fase discendente. Gli obiettivi ci sono e sono quindi davvero molti. Senza quelli non si potrebbe crescere e noi sicuramente non vogliamo accontentarci di ciò che siamo ora.
Passiamo all’aspetto un pò più tecnico. Parliamo delle vostre influenze musicali e della vostra crescita artistica. Quali sono gli artisti che vi hanno fatto avvicinare a questo tipo di musica e quali sono tutt’ora i vostri punti di riferimento?
Niko: Sinceramente non ho mai avuto un vero e proprio “guru” della consolle da imitare o comunque prendere come esempio. Sono sempre stato affascinato da varie figure in diverso modo e come tutte le persone che fanno musica o comunque la ascoltano ho avuto periodi in cui prediligevo lo stile di uno piuttosto che di un altro. Se dovessi descrivere ad oggi una persona che ammiro direi sicuramente Carl Craig in quanto lo vedo un artista completo nei vari ambiti musicali.
Basty: Musicalmente parlando punti di riferimento ne ho avuti piu di qualcuno, in passato Marco Carola era di sicuro uno degli artisti che apprezzavo maggiormente; il suo suono coinvolgente, pieno di bassline pesanti e groove marchiò abbastanza il mio stile musicale ma attualmente Tanzmann, DJ Sneak sono i nomi che a mio avviso fanno la differenza, sia sul palco che in studio.
Ora passiamo dall’altra parte, ovvero dai molti support ottenuti nel tempo (soprattutto da Marco Carola) grazie alle svariate uscite tra Autan, Paul’s Boutique, Etichetta Nera, senza scordare l’uscita in vinile con Aloe Music e con remixers di tutto rispetto come Idriss D, Daniel Sanchez & Cardace e Perazzini. Doveste dare una definizione alla vostra impronta musicale in fase di produzione e in fase di dj set cosa direste? Dopo questi anni di produzione, quali sono le uscite che più vi hanno dato soddisfazioni?
E’ davvero difficile e particolare il poter descrivere quello che musicalmente proponiamo e crediamo intanto andrebbe fatta una distinzione tra dj set e produzioni. Per quanto riguarda il dj set ovviamente siamo due teste distinte e nonostante ci sia secondo noi un ottima armonia le scelte che si fanno in termini di selezione sono sempre molto personali e mai condizionate l’uno dall’altro. Per questo abbiamo sempre preferito suonare con supporti separati in modo da poter avere un risultato equilibrato ma allo stesso tempo vario e poco monotono. In ambito di produzioni musicali invece l’intento è sempre quello di fondere al meglio la visione musicale di entrambi ed è più semplice non essendo un esibizione live. Si parla, ci si confronta lavorando spesso assieme e dando una visione d’insieme che ci accomuni.
Dopo aver girato gran parte dei club italiani, ottenendo grandi consensi avete allargato i vostri confini spingendovi anche oltre la penisola. Che sensazione vi dà suonare all’estero in eventi di grandissima portata e al fianco di ospiti internazionali super acclamati?
Essendo giovani e sicuramente pieni di ambizioni trovarci in palchi importanti ed al fianco di alcuni “mostri sacri” è sicuramente emozionante. La voglia di farsi conoscere ed esser all’altezza di ogni evento è una cosa che sicuramente ci spinge a cercar di dare il meglio. Viviamo ogni singolo evento con curiosità e la possibilità di poter esser a stretto contatto con determinati artisti ci permette di poter osservare ed imparare molto cercando di arricchirci.
Quali sono i vostri auspici per il futuro a livello di produzioni, date e organizzazione di eventi? Avete già qualcosa in serbo da poterci rivelare in esclusiva su Soundwall?
In studio stiamo lavorando cercando di innovarci e proporre qualcosa di nuovo che si discosti un po da ciò che abbiamo fatto fin ora arrivando ad una proposta nuova che sia vicina alla nostra attuale visione della musica. Per gli eventi il lavoro è sempre tanto e ora stiamo partendo con la fase estiva di Hund che si chiamerà appunto Hund Summer Experience. La scelta di questo nome non è affatto casuale in quanto la nostra estate sarà davvero un “esperienza” che si muoverà sia geograficamente che concettualmente durante il corso della stagione estiva. Le location, le collaborazioni, le scelte artistiche saranno varie ma legate da un unico filo conduttore che le unisce step by step spostandosi in un unica grande esperienza Hund. La data da salvare nel calendario è il 22 giugno, da qui partirà tutto. Una cosa che siamo davvero onorati e contenti di annunciare è la partnership di HUnd con il progetto estivo Cocoon On The Beach che si svolgerà ogni domenica a Riccione con ingresso totalmente gratuito. E’ davvero importante e significativo per noi che siamo una realtà giovane poter collaborare con identità di grande spessore come Cocoon.
Dopo queste parole, abbiamo avuto l’occasione di vivere un’intera serata a diretto contatto con loro ed elaborare le nostre personali idee già poche prime ore dell’evento, dal momento del soundcheck e al continuo susseguirsi dello staff nel creare un’atmosfera unica. Proprio da questi piccoli e apparentemente insignificanti dettagli, ci siamo resi conto di quanto facile sia poter parlare di ospiti e serate e quanto invece sia molto più complicato rendere tutto perfetto per mettere a proprio agio i frequentatori. Abbiamo avuto la fortuna di girare diverse realtà italiane, arricchendo le nostra esperienza di clubber e giornalisti, ma non esageriamo quindi se definiamo Hund una macchina perfettamente oliata, nella quale “re Carl” ha soltanto contribuito a porre l’ultima ciliegina di una torta super abbondante.
E allora, tasto rewind e andiamo a ripercorrere brevemente l’intera serata, cominciata già prima di aprire ufficialmente i battenti a tutti i paganti con il classico sopralluogo, dove nel frattempo l’attento manager si era premurosamente curato di gestire l’intero setup (quattro cjds 2000 gestiti via laptop-Traktor) con il quale poi la leggenda di Detroit poi si sarebbe esibita. Il sipario pian piano si alza e la gestione in console è affidata a uno degli storici resident Hund, Biana: buoni spunti, gestiti con coerenza in un crescendo per un’oretta abbondante prima di lasciare spazio agli Apparell. Prestazione di spessore la loro nel quale inevitabilmente viene fuori la loro impronta tech-house con buoni accenni vocali e ripartenze mirate ad esaltare una pista nel frattempo super affollata. Sarà per la voglia di divertirsi ma il tempo sembra passare molto velocemente fino a quando le lancette dell’orologio segnano le ore due: con calma olimpica, a tradire quelle emozioni che nonostante la carriera pluriventennale non pensiamo possa non avere ancora, Carl si appresta a skippare sul primo cdj alla ricerca del beat sincronizzato. Tempo giusto qualche secondo e via, prima traccia pronta e intro in sordina con grandissima umiltà e senza dare nell’occhio. Il cambiamento di ritmo avviene in maniera progressiva, dopo venti minuti nei quali sembra quasi studiare la situazione. Poi sale in cattedra con una lezione di pura techno old school, set drittissimo senza la minima sbavatura, un monologo tanto cruento quanto dolce ad un orecchio già allenato a tali sonorità. Il suo sguardo rimane impassibile lasciando però trasparire una giusta dose di coinvolgimento esposta con qualche applauso per scandire al meglio il tempo. La selezione è sublime, d’altra parte criticarlo per la sua scelta non ha il minimo senso visto che gran parte del suo set raccoglie tracce da lui stesso composte o remixate o, semplicemente, di proprietà della sua Planet E. La chiusura del set è memorabile e lascia spazio alla classica richiesta (“Ultimo! Ultimo!”) la quale però non si può ahinoi accogliere visto l’orario già sforato di qualche minuto. Appoggiate le cuffie al mixer, Carl dimostra la massima disponibilità ad ogni tipo supplica da parte di fan per la classica foto commemorativa e da parte di diversi djs accorsi per lasciare la copia di qualche vinile. Un finale epico che chiude il capitolo di una stagione gloriosa fatta di enorme soddisfazione e comprensibili sorrisi scambiati dietro la console. Resoconto più che positivo dunque, senza dimenticare che la macchina continuerà a girare con un motore potenziato da numerose iniziative di qualità in estate, stay Hund!