Lo sapete già tutti: Apple si è comprata la Beats. Sì, quella delle cuffie, quella di Dr. Dre e Johnny Iovine. E per soli 3 miliardi di dollari (a Dre pare siano andati dei miseri 750 milioni, che non gli permettono di coronare il sogno di ogni rapper di essere finalmente miliardario…). Ma alla Apple delle cuffie interessa poco (o forse niente).
Jobs aveva capito che la musica è un mercato con ampi margini di innovazione (e profitto). Basti pensare a dove sarebbe ora la Apple se non avesse lanciato l’ormai morente iPod, che però ai tempi riuscì letteralmente a salvare l’azienda di Cupertino. E ora la Apple stava perdendo terreno in questo mercato. Il suo social musicale Ping è stato chiuso dopo un utilizzo praticamente nullo dagli utenti. iTunes store vende poca musica, a causa di Spotify e servizi similari che hanno rivoluzionato ancora una volta il modo di accedere alla musica. Anche la Apple ci ha provato con iTunes Radio, ma con scarso profitto (pare che gli stessi ingeneri che lavorano a iTunes Radio preferiscano farlo ascoltando musica da Spotify o Pandora…).
E’ probabilmente tramite Beats Music, il servizio di Beats alla Spotify in Italia ancora non disponibile, che la Apple ha iniziato a interessarsi. 110 mila utenti paganti in meno di 3 mesi certo non sono paragonabili agli appena annunciati 10 milioni di Spotify, ma visto il mercato dominato da colossi e i molti competitors, specialmente negli USA, i risultati sono stati comunque buoni. Beats non è solo cuffie e un servizio di musica in streaming: è prima di tutto un brand “cool”, specialmente, ma non solo tra i più giovani. Ed è una azienda capitanata da gente che la musica l’ha vissuta e plasmata in prima linea. La Apple con Beats ha acquisito anche gli stessi Dr. Dre e Iovine, diventati ora dipendenti illustri della Mela come ci è stato ricordato nello sketch della telefonata in diretta al nuovo “employee” Dr. Dre durante il Keynote di lunedì. “Brand identity” da un lato ed expertise e conoscenze dirette nel mondo della musica dall’altro. Ecco le principali ragioni che hanno fatto diventare Beats così appetitosa per Apple.
Sarò forse troppo vecchio, ma io alle cuffie Beats preferisco Sennheiser e a Beats Music il buon “vecchio” Spotify (in abbonamento gratuito). Così come al posto di Dr. Dre ascolto i Public Enemy. Riuscirà la Apple nella missione impossibile di rendere anche me una persona “cool”? Di certo gliene sarò grato, al contrario del mio portafogli…