Ve lo avevamo detto un po’ di tempo fa: occhio a TUN, ovvero Torino Unlimited Noise. Il rapporto fra jazz e techno è ancora tutto da esplorare, ma se chi si arriva più strettamente dall’elettronica spesso usa il termine “jazz” con un po’ troppa facilità, il vero salto in avanti può arrivare da chi ha una solida preparazione jazz da strumentista. Ecco: questa cosa in TUN non manca di certo, anzi, perché Fabio Giachino su tastiere e synth, Mattia Barbieri alla batteria e Gianni Denitto al sax sono tre draghi (basta vedere i loro curriculum) – e fanno parte di quella nuova generazione di jazzisti che guarda all’elettronica non solo come si farebbe con una curiosa bestia rara allo zoo safari ma la guardano, invece, molto più “dall’interno”, vivendola.
Bene: oggi su Jazz-O-Tech, la loro “casa” come label sdoppiata tra nord italia e Berlino che già avevamo avuto il piacere di presentare, esce finalmente il seguito di “Jason”, EP del 2019 che già aveva fatto drizzare le orecchie. “New Door” va oltre: lo fa per la quantità di materiale, con sette tracce nuove di zecca (…tolta la title track già sentita in giro a mo’ di anticipazione), ed anche per qualità. Il primo rimando ovviamente va in direzione della galassia UR, nei momenti più “jazzy”. Chiaro, prima di arrivare al carisma di Mike Banks e soci ne deve ancora passare di acqua sotto i ponti, ma la prua intanto è stata decisamente messa dalla parte giusta. E si naviga davvero bene.
Abbiamo deciso di fare così, allora: qui sotto avete il player embeddato per sentire con le vostre orecchie (o qui il link diretto Bandcamp), ma più in giù trovate le sette tracce descritte e raccontate direttamente dagli autori. Quello che viene fuori è un insight davvero interessante, che aiuta a rendere ancora più eloquente le traiettorie musicali di TUN. Buon ascolto, buona lettura.
NEW DOOR:
Una porta che si apre, ma verso l’interno. L’abbiamo composta nel pieno del primo lockdown, in un momento in cui quella verso l’interno era l’unica porta disponibile per scoprire nuovi mondi. Una porta nuova, troppo spesso trascurata, quella che ci fa entrare in contatto con noi stessi: nel mondo interiore dei TUN si balla a più non posso, per esorcizzare il momento difficile che si attraversa
CITY CARD:
Acquista la tua City Card e guarda le migliori attrazioni della città! Un brano dal ritmo saltellante, ternario, quasi una tarantella elettronica, per osservare con occhi divertiti e meravigliati, mentre si attraversa il centro storico e i quartieri multiculturali. E poi, nella parte centrale, la contemplazione: si scopre qualcosa che colpisce e ci si ferma per volare alto.
TUNZ:
Tunz è un brano contorto, sofisticato e tamarro. E’ difficile capirne il tempo, ha la cassa dritta ma il basso si muove ossessivamente in nove quarti su note dell’intervallo di tritono, l’intervallo del diavolo ai tempi del Medioevo. Un brano scuro che si apre nella seconda parte, più acustica e più regolare sul beat. Il sassofono al suo interno si muove libero, con un suono molto elaborato. Il brano è un omaggio al genio dell’elettronica Stephan Bodzin e il titolo è in bilico tra il nome della band e la sua voglia di far ballare con il “tunz tunz”.
SAHARA:
Una linea di basso in 5/4 assillante ed una melodia semplice, quasi una cantilena. Un viaggio onirico nel deserto, nel quale i bassi sono sempre ripetitivi, come passi nella sabbia, un parallelo con il deserto cittadino che abbiamo vissuto durante la sospensione delle attività. Ispirato alla solitudine dei popoli nomadi, agli abitanti del deserto, a chi ha deciso di viverci e a chi invece ci passa per scappare da qualcosa che lo costringe a fuggire. Dedicato a chi il “sogno” lo raggiunge e alle anime che vagano nella sabbia o nell’acqua.
BALON:
Con questo brano abbiamo voluto celebrare il mercato di Torino più famoso al mondo. Uniamo ritmi spezzati, pulsazioni industriali e atmosfere medio-orientali per dare un’immagine più visionaria possibile del Balon.
UNLIMITED NOISE:
È tra le tracce più energiche dell’album e fa riferimento al rumore incessante del fiume Po’ che attraversa la città di Torino. È composta da due parti, la prima più cupa e misteriosa e la seconda caratterizzata da un riff acido insaporito da atmosfere rave-industrial
PEACEFULNESS:
Un’ode alla calma e alla riflessione nella quale il sax e synth dialogano in una costante melodia, adagiandosi sulle armonie jazz del piano. Brano ispirato alla pace e alla tranquillità.