Generalmente si dice “non ha bisogno di presentazione” ma in questo caso una piccola presentazione è d’obbligo, visto che la sua figura è abbastanza nuova sulla scena elettronica. Brian Brewster, in arte Aquarius Heaven, è un ex cantante reggae, dancehall ed hip hop che nel 2005, dopo essersi trasferito a Parigi ed aver conosciuto e lavorato con il trio dOP, ha iniziato il suo lungo viaggio nel mondo dell’elettronica. In una recente intervista Brian dice: “…non ho mai abbandonato le mie radici e mai le abbandonerò. Suono reggae, dancehall ed hip hop per il mio piacere personale, amo la musica e conoscere il mondo elettronico è solo un grande piacere.” Beh, devo ammettere che effettivamente è così: ascoltando il suo nuovo EP lanciato da Wolf + Lamb la sensazione è proprio quella di aver davanti a sè un artista eclettico con un background variegato che abbraccia diversi stili e generi musicali.
Can’t Buy Love EP è composta da quattro tracce che hanno in comune una combinazione ipnotizzante di suoni e linee vocali “parlate”. L’EP inizia con una traccia unica nel suo genere, nella quale troviamo la voce di Brian accompagnata dall’intrigante ma delicata voce della californiana Dani Siciliano e da un tappeto armonico leggermente inquietante che rendono il tutto molto orecchiabile e coinvolgente. Dal mio punto di vista è ideale per un’apertura di serata in un clubbino underground.
Il ritmo sale con la deeposissima “Keep On”, seconda traccia dell’A-side: sette minuti di viaggio caratterizzato da semplici ma persistenti fraseggi melodici che fanno da sottofondo alla linea vocale parlata. Chicago fine anni ‘80, qui collocherei “Summer Love”, prima traccia del lato B, vista la presenza di kick leggermente distorto e suoni acidi ipnotici tipici dell’acid house di quegli anni. L’immancabile voce di Aquarius invece aggiunge quel tocco di originalità alla traccia interrompendo la ripetitività del acid’s sound. Chiudendo gli occhi, infine, ed ascoltando attentamente “Stop”, ultima traccia dell’EP, sembra quasi di trovarsi nel bel mezzo di un rituale africano. Qui la voce di Brian è voce volutamente ruvida e rauca ed è accompagnata da una ripetitiva e assillante linea percussiva; questa è una traccia molto particolare ed innovativa difficile da classificare, che lascia intravedere il suo background variopinto. Facendo molta attenzione al vocal si riesce anche ad apprezzare la sua vena hiphop…la sentite?