La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 fu elaborata nel corso della Rivoluzione Francese, contenente una solenne elencazione di diritti fondamentali dell’individuo e del cittadino. Oltre duecento anni dopo, uno dei suoi più illustri articoli, il No.19 per l’appunto, inquadra una label che alla base della propria etica e cultura vede la tutela della libertà di espressione, il promuovere la ricerca della verità, nonché la realizzazione di se stessi e la auto-espressione. Non c’è da stupirsi se prima o poi tre delle massime firme dell’underground canadese, Konrad Black e Art Department (Kenny Glasgow, Jonny White), uniscano le proprie menti per licenziare, sotto la foglia rossa, quello che indubbiamente sarà uno dei dischi guida di questo inizio stagione.
No.19 offre una release, la venticinquesima, certamente di alta qualità, presentando due versioni della stessa original “Graveyard Tan”. Differenti ma allo stesso tempo basate e costruite sul classico range sonoro che contraddistingue i tre produttori canadesi, le tracce dell’EP sono l’incontro e la combinazione di vocali e riff di synth. Il lato A canta “Version One”, un mix ricco ma di stesura fondamentalmente semplice e per questo efficace. Bassline pesante e ipnotica, decisa e perfettamente in linea con quello che oggi è il “mercato di massa”, se non altro in Italia. La versione due sul lato opposto, intensificando la ritmica, è percepita come più complessa e molto lo fanno gli FX che la traccia sviluppa al suo interno.
“Graveyard Tan” è fuor di dubbio l’ennesimo singolo di livello da parte di No.19 e l’ennesima conferma di classe scritta dalle forti mani di Konrad Black e Art Department. Oggi mi chiedo però se sia il momento per i tre artisti quali sono, di andare ed evolvere o restare e saturare sempre di più il mercato deep.