“Credo che la techno non sia più una questione di ritmi e sonorità, bensì di concezione e pensiero”. Partiamo da qui, da una delle prime (e più significative) affermazioni che Barks ci ha lasciato attraverso la sua intervista la scorsa estate, per parlarvi di “Requires Resurrection”, il suo nuovo EP in uscita su Concrete Records. Messa via la più canonica stesura in quattro, tipica della techno dancefloor-oriented, il giovane bresciano spazza via i più banali punti di riferimento ritmici e costruisce un disco tanto fisico quanto celebrale: la nuova uscita della label romana, che per l’occasione affida il ruolo di remixer al sempre feroce Ayarcana, è un lavoro decisamente più ricercato rispetto a quanto già proposto da Barks, un lavoro che rimanda idealmente alla techno concettuale che possiamo ascoltare su label come Stroboscopic Artefacts, pur mantenendo vivo l’impeto e l’istintività dei lavori di matrice UK – potete tranquillamente leggere Cassegrain, Perc e Paula Temple.
Il beat percussivo di “Violenza, Poi” (quasi un omaggio ai lavori di Dino Sabatini o dei Dadub), le distopiche traiettorie disegnate dai field recordings di “Circolo Del Nonsenso” (qui il rimando alle rullate “incompiute” di Tessela è d’obbligo) e il kick di gomma di “Fuori Muori” mostrano che, sebbene la strada sia ancora ovviamente molto lunga, i colpi in canna per Barks sono tanti e tutti potenzialmente letali.