Se pensiamo a Todd Terje tendiamo ad immaginarci già cose tipo l’estate, la space-disco, groove palleggiato, sorrisi stampati a trentadue denti, sabbia, sale e Screwdriver… giusto? No: stavolta, almeno, è sbagliato.
Il producer norvegese è uno dei nomi più attesi del 2014: dopo una carriera più che decennale (e un seguito di culto sempre più consistente), l’8 aprile 2014 esce finalmente, per la Olsen, il suo primissimo lavoro sulla lunga distanza (astutamente intitolato “It’s Album Time”). Le aspettative sono tante, l’attesa tra addetti ai lavori e non è alta, e negli ultimi mesi è stata lenita dall’uscita del singolo “Delorean Dynamite”: un chiaro riferimento a sonorità Eighties da sempre in profonda sintonia con la produzione di Terje. Fin qui tutto secondo norma.
Ma, come detto, con il suo nuovo singolo Terje ci stupisce: pesca dagli ’80 una delle voci più emblematiche di quella decade, ovvero quella di Bryan Ferry, e confeziona una cover di “Johnny And Mary” di Robert Palmer che non ha nulla da invidiare a quella dei Placebo o dei Notwist, anzi… Terje ha reso profondamente introspettivo l’ascolto di un pezzo aperto già di suo a mutevoli interpretazioni. Ne ha mantenuto il groove, rallentandolo, e la voce di Ferry, arrocchita e soffiata, rende merito ad un pezzo storico dandogli al contempo una luce nuova, in qualche modo scura, in qualche modo malinconica, di sicuro struggente ed emozionante. L’8 aprile si avvicina…